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Cinema e lavoro nel 1991

Milano, 9.5.2103

 

 

Il 1991 non registra film memorabili sul mondo del lavoro anche se qualche opera interessante non manca. Forse un cinema più
attendo ai disagi ideologici ed esistenziali più che di attenzione ai temi del lavoro. L’annata cinematografica ha visto, nel nostro
paese, il successo al botteghino di Roberto Benigni con Johnny
Stecchino
(in verità non uno dei migliori del regista toscano ma comunque divertente) mentre si registrano film di buona qualità
come Thelma & Louise di Ridley Scott (uno
dei film femministi hollywoodiani che ha colpito l’immaginario collettivo) ed Il silenzio degli
innocenti
di Jonathan Demme che conquista ben 5 oscar. Tra gli italiani, oltre al film
di Benigni, ottiene un certo successo anche il film di Ferreri La casa del sorriso, sulla
vecchiaia. Uno dei film più commoventi e divertenti della sua ultima produzione.

 

Il nostro excursus nei film che trattano di lavoro ed economia inizia, come di consueto, dagli Usa dove sono da segnalare sia
film di buona qualità che opere minori.

 

"CinemaTra i primi l’inchiesta sulla morte di Kennedy JFK
– Un caso ancora aperto
di Oliver Stone. La tesi del regista 
è che l’ eliminazione del Presidente è dovuta alla sua volontà di chiudere la partecipazione americana alla 
guerra del Vietnam con gravi danni alle industrie che traggono grandi profitti dal mercato delle armi. Tesi che viene desunta
dal libro del procuratore Jim Garrison al quale il film si ispira e che si contrappone a quella della commissione d’inchiesta diretta
dal Presidente della Corte Suprema Earl Warren. Comunque un film-fiume ineccepibile  che
si contraddistingue per un montaggio sbalorditivo.

 

 

 

 

 

 

 

"CinemaAltro film di
un certo interesse quello girato da Garry Marshall dal titolo Paura
d’amare
che sa descrivere il  mondo della gente comune attraverso le vicende di un
cuoco ex detenuto e di una cameriera. Un film che racconta la routine quotidiana del duro lavoro e la speranza di rifarsene una nuova.

 

 

 

Michael
Apted
gira invece Conflitto
di classe
, storia che affronta il tema della sicurezza dei cittadini  nel mettere in
scena la causa tra le vittime dell’esplosione di una vettura ed una multinazionale dell’auto. In questo caso gli avvocati delle avverse
parti sono padre e figlia con ideali ed interessi contrapposti. Un film che evita di cadere nel manicheismo dei buoni e cattivi ma
che non si astiene dal denunciare i tentativi di occultare la verità.

Il conflitto familiare
è anche al centro della vicenda di due fratelli pompieri nel film Fuoco assassino di Ron Howard, un film che parla del lavoro e delle difficoltà dovute alle insufficienti risorse
destinate ai vigili del fuoco.

Meno riuscito ma ugualmente interessante I
soldi degli altri
sul tentativo di un finanziere di speculare sull’acquisto e successiva chiusura di una fabbrica. Il regista è
Norman Jewison.

Da segnalare, più per il
tema che per la riuscita, Labirinto di ferro del regista 
Hiroaki Yoshida che parla dell’assasinio di un finanziere che vuol chiudere una
acciaieria per sostituirla con un parco. Un film che si rifà al malessere americano di fronte all’invasione economica giapponese.

 

Andiamo in Urss per segnalare un film sulla vita dei pastori mongoli girato da Nikita
Michalkov
e dal titolo Urga – Territorio d’amore. Un bel film, soprattutto nella prima
parte quando descrive la vita ed i costumi della comunità, che ottiene il leone d’oro al festival veneziano. Un’opera interessante
anche per la messa in scena delle differenze culturali tra russi e mongoli.

 

Il passaggio dal socialismo all’economia di mercato viene affrontato dal film ungherese diretto da István
Szabó
Dolce Emma, cara Böbe. La storia è quella di due insegnanti costretti a riciclarsi
con risultati anche tragici. Il film, orso d’argento a Berlino, riesce a descrivere la realtà attraverso piccoli fatti quotidiani che
raccontano il disorientamento di un paese e di una classe "intellettuale" alla ricerca di un qualsiasi lavoro.

 

 

"CinemaDalla Gran Bretagna
arriva il film di Ken Loach Riff Raff. Il cantore
della classe operaia ed autore di film radicali si trasferisce in un cantiere edile dove lavorano operai di estrazioni diverse, tutti
sfruttati ed in condizioni di precarietà ed insicurezza. Una commedia drammatica efficace che racconta l’epoca Thatcher e la critica
al neoliberismo senza cadere nella retorica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dalla stessa cinematografia arriva The Commitments di Alan
Parker
sulla costituzione di un gruppo musicale da parte di giovani proletari irlandesi che puntano ad uscire dalla loro condizione.
Un film utilizzato anche in ambito formativo per raccontare le strategie di approccio delle risorse umane nella formazione ed organizzazione
dei gruppi di lavoro.

Infine, sempre dall’Inghilterra, da segnalare la produzione di Londra mi fa morire
del regista pakistano Hanif Kureishi. Si tratta della vicenda di un piccolo spacciatore
che vuol cambiare lavoro trovando un posto da cameriere, girato con uno stile neorealista. Un film originale che ha poco successo da
noi.

 

Dalla Germania una sola segnalazione: Salmonberries – A piedi nudi nella neve di
Percy Adlon. Film femminista girato in Alaska dove una delle protagoniste è una ragazza
travestita da maschio che fa il minatore. Un film psicanalitico sulla ricerca delle origini non totalmente riuscito.

 

Anche dalla Francia un solo film da prendere in considerazione: è Contro il destino
di Olivier Assayas, girato in stile "nouvelle vague" che affronta il tema della precarietà
avente come protagonisti un padre con lavoro provvisorio, un figlio ed una ragazza adolescenti.

 

E veniamo nel nostro paese dove il cinema sociale è particolarmente concentrato sui temi del disagio ideologico ed esistenziale.  Ma poco sul mondo del lavoro se si esclude il bel documentario di Segre. Su commissione dalla
CGIL, infatti Daniele Segre gira  Partitura
per volti e voci
, con interviste ai delegati durante i corsi di formazione. Il film  fa
emergere sia il malessere che i sogni degli stessi anticipando disagi nel rapporto con il sindacato ancora attuali. Tra i delegati
intervistati anche un africano ed una mussulmana.

La reazione di un anziano
in Patagonia ad una multinazionale che vuol occupare il suo territorio per costruirvi un aeroporto è alla base del primo film italo-argentino
di Marco Bechis Alambrado.

Un film a basso costo girato
secondo una estetica pasoliniana è Notte di Stelle di Luigi
Faccini
, altro film sulla precarietà della vita dei ragazzi della periferia romana. In questo caso i protagonisti, 
del quartiere romano di Tor Bellamonaca, sono cantanti,  operatori sociali,  ragazzi dei centri sociali, ecc con i loro progetti e sogni.

Una commedia amara ambientata tra i militanti che stanno preparando la Festa dell’Unità è invece il film di Alessandro
Benvenuti
dal titolo Zitti e mosca. Anche qui una attenzione alla vita vera della gente
ed alle delusioni e speranza determinate dal passaggio del PCI a PDS. Un film che mostra il disagio esistenziale e politico di un microcosmo
umano. Altro microcosmo, quello dei tifosi, era stato indagato, nello stesso anno, da Ricky
Tognazzi
in Ultrà.

Infine da segnalare La  cattedra, commedia satirica ed amarognola  dell’esordiente Michele Sordillo ambientato nel
mondo universitario dove la malattia di un barone fa emergere gli intrighi dei suoi assistenti e mette in evidenza le meschinità di
quel mondo. Un film carino ma piuttosto debole che comunque mostra il degrado della società civile.

 

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