Boyhood

Milano, 3.11.2014

 

Boyhood è un termine che comprende la generazione dei ragazzi  tra gli 8 e i 20 anni e già di per sé dichiara che tema del film è quello del tempo che passa. D’altronde Richard Linklater è noto per aver concepito una saga cinematografica composta da 3 film (Prima dell’alba, Prima del tramontoe Before midnight girati a 10 anni di distanza l’uno dall’altro con gli stessi attori per analizzare il passaggio del tempo e raccontandone le vicende significative di una relazione non solo sentimentale. In questo film protagonista è una famiglia (fratello, sorella, la madre ed un padre separato) negli ultimi 12 anni di vita fino a quando Mason, il ragazzo la lascerà per andare al college. La caratteristica del progetto nasce dal fatto che il regista ha riunito annualmente per 12 anni lo stesso cast per girare alcune scene e parlare dell’America o, meglio, dei ragazzi americani. Storia per certi aspetti quasi banale quella di Mason ma significativa di ciò che rappresenta il nucleo familiare ed i sentimenti tra le persone. Piccoli attimi significativi, poche ore catturate ogni anno per celebrare il cambiamento e ragionare sul passato e sul futuro. In un mondo ove tali dimensioni sono dimenticate a favore solo del qui ed ora l’operazione è quasi rivoluzionaria tanto che il regista ha conquistato l’Orso d’argento a Berlino. Un film consigliabile, nonostante la lunghezza (oltre 2 ore e mezza) per leggere i cambiamenti sociali e politici (oltre che tecnologici) degli ultimi anni.