Janice Beard – Segretaria in carriera

Milano, 7.7.2016
 
REGIA: Clare Kilner  SCENEGGIATURA: Clare Kilner, Ben Hopkins FOTOGRAFIA: Peter Thwaites, Richard Greatrex MONTAGGIO: Mary Finlay  MUSICHE: Paul Carr INTERPRETII: Eileen Walsh, Patsy Kensit, Rhys Ifans, Sandra Voe, David O’Hara, Maynard Eziashi, Frances Grey, Zita Sattar, Amelia Curtis, Mossie Smith, Sarah McVicar, Eddie Marsan, Perry Fenwick  PRODUZIONE: Arts Council Of England, Dakota Films, Film Consortium, Filmfour, Wavepictures  DISTRIBUZIONE: Istituto Luce DURATA: 81 Min. 
 Nata e cresciuta a Glasgow, Janice Beard, oggi ventiquattrenne, vive con la madre agorafobica alla quale vorrebbe invece dimostrare che la vita fuori di casa può essere meravigliosa, soprattutto se supportata da molta fantasia. Decisa a trovare i soldi per affrontare tutte le cure necessarie, Janice si trasferisce a Londra alla ricerca di un lavoro che le permetta di pagare le costose medicine. Approda così, grazie all’amica Violet, negli uffici di una compagnia automobilistica, dove trova non poche difficoltà ad inserirsi nella routine lavorativa. La sua ingenuità la fa entrare in contrasto con la responsabile del settore, Julia, ragazza all’apparenza molto sicura di sè. Sean, un commesso, è attratto dal candore di Janice, ma lui, in realtà, è un infiltrato nell’azienda allo scopo di rubare i piani di lancio del nuovo modello di autovettura da consegnare alla ditta concorrente. Sean corteggia Janice per servirsi di lei. La ragazza non si accorge di niente fino al momento in cui, il giorno della presentazione, viene accusata di spionaggio industriale insieme alla madre che da Glasgow viene trasferita a Londra per essere interrogata. Janice tuttavia riesce a recuperare il modello dell’autovettura prima che venga distrutto e, insieme a Sean, ravvedutosi, arrivano trionfanti sul luogo della presentazione. Janice spiega che il ritardo era stato organizzato apposta per mostrare meglio le caratteristiche del modello. Sean viene arrestato ma Janice, promossa sul lavoro, forse lo aspetterà insieme alla madre, improvvisamente guarita.
Film divertente sulla creatività femminile e sullo spionaggio industriale (in questo senso persino profetico). Qualche nota interessante anche sulla organizzazione aziendale e le difficoltà di inserimento della protagonista
 
LA CRITICA
 
La commedia proletaria inglese ha un nuovo risvolto, il ritorno al classico. Con “Janice Beard segretaria in carriera” guarda anche al filone più internazionale del “women film” che è ormai diventato una sicurezza negli incassi del cinema e quindi non rischia di restare dentro ai confini come avveniva ai film della tradizione britannica anteguerra, quando il protagonista di successo era sempre il timido impiegato pasticcione che poi riusciva a risolvere casi complicati. La protagonista è un’impiegata che non raggiunge i fasti di Mr. Bean ma solo perchè ha nello stesso ufficio un’amica che la tiene a bada per non farle perdere il posto perchè lei, se dovesse dare retta alla sua fantasia, sarebbe costretta a tornare dalle parti di Lochness da dove proviene e non potrebbe far guarire sua madre affetta da agorafobia acuta. (….) (Silvana Silvestri, Il Manifesto)
1° film per il cinema di Kilner che l’ha scritto (e riscritto) con Ben Hopkins. È una commedia intelligente, realisticamente aguzza nel descrivere riti, regole, tensioni, finzioni e ipocrisie della vita di ufficio. I suoi atout vincenti sono l’originalità del personaggio di Janice (l’irlandese Walsh in un ottimo esordio come protagonista) e una sagace e immaginosa sceneggiatura dove tutti i conti tornano. Basta a dimostrarlo nel sottofinale l’incontro in toilette tra Janice e la rampante Julia (Kensit). La sigla del titolo inglese (45 WPM) corrisponde al numero delle battute al minuto che si è capaci di scrivere a macchina.(Morando Morandini)
Il film ha i colori postmoderni e luccicanti e la cattiveria insinuante delle aziende in cui la protagonista, sempre meno goffamente, si muove. Esordio nel “lungo” della regista Clare Kilner, la pellicola rimanda a certi ritrattini al vetriolo del recente cinema inglese. La produzione è minuscola, ma la Kilner ha un impatto visivo interessante. Qualche lentezza nella parte centrale. (FilmTv)
Al centro della storia c’é il personaggio di una ragazza di oggi, nata, come dicono le note informative, nel 1975, abituatasi presto a confrontarsi con i problemi quotidiani e decisa a raggiungere due obiettivi: aiutare la madre a guarire, e fare in modo che i propri sogni diventino realtà. La vicenda si muove dunque sui binari di un indubbio realismo di fondo (la difficoltà di trovare lavoro, la precarietà di certe occupazioni, l’ostilità dei colleghi), racchiuso in una cornice ora ironica ora sarcastica, secondo un umorismo britannico un po’ freddo e pungente. Merito dell’esordiente regista Claire Kiner é di riuscire a tenere sotto controllo il racconto, affidandolo a ritmi svelti, senza momenti superflui e con cadenze che rimandano alla commedia di costume. Evitate le possibili secche del patetismo o del sociologismo, il film scorre piacevolmente: Janice Beard é una delle tante indifese della società, la cui costanza convince e chiede simpatia. (Segnalazioni cinematografiche)

 

“Clare Kilner viene dal documentario, è ambiziosa, conosce bene le ubbie, le manie, le gelosie che (som)muovono la fauna impiegatizia. Per un’esordiente se la cava meglio di tanti tronfi veterani”. (Mario Molinari, ‘Segnocinema’, settembre/ottobre 2000)