Euronote – I diritti sociali secondo i sindacati europei

Milano, 4.10.2016
 
 
 
 
 
 
 
 
I diritti sociali secondo i sindacati europei
Contributo della Ces alla consultazione sul Pilastro europeo dei diritti sociali
 
«L’Unione europea deve affrontare una crisi di fiducia. I lavoratori sono alle prese con il calo del tenore di vita, la diminuzione del potere d’acquisto e l’aumento del lavoro precario, insieme con l’ansia per l’impatto della libera circolazione e della migrazione. È tempo di muoversi verso una visione condivisa di un’Europa sociale che migliori le condizioni economiche e sociali dei cittadini. Ma è essenziale che i punti di vista dei lavoratori e dei sindacati siano presi in considerazione». Inizia così il documento che la Confederazione europea dei sindacati (Ces) ha approvato con il suo Comitato esecutivo lo scorso 6 settembre e successivamente inviato come contributo alla consultazione pubblica della Commissione europea sul Pilastro europeo dei diritti sociali (European Pillar of Social Rights – Epsr).
 
Secondo i sindacati europei, il Pilastro sociale dovrebbe mirare a: mettere i diritti sociali in primo piano; garantire la convergenza verso l’alto per tutti i lavoratori; promuovere l’occupazione di qualità; garantire la non regressione e le interpretazioni legali a beneficio dei lavoratori; coprire tutti gli Stati membri dell’Ue; includere sia i diritti che i parametri di riferimento; rispettare e rafforzare il dialogo sociale, la contrattazione collettiva e i contratti collettivi. Il Pilastro europeo dei diritti sociali «deve essere ambizioso», perché le aspettative sono alte e ci sono molti problemi da affrontare. «L’Ue deve dimostrare di essere al servizio dei suoi cittadini e di essere in grado di mettere in atto nuove politiche che corrispondano alle loro esigenze» osserva la Ces, definendo alcune richieste in sette aree prioritarie.
 
Economia più giusta per un’occupazione di qualità
 
Secondo la Ces sono necessarie misure per far scendere i livelli inaccettabili di disoccupazione, soprattutto tra i giovani, le donne e l’inattività di lungo termine. Gli investimenti pubblici costituiscono la chiave per la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro, e questa priorità deve essere incoraggiata attraverso la riforma del Patto di stabilità e di crescita. Un sistema fiscale riformato e più equo può contribuire a finanziare gli investimenti pubblici, per questo le grandi aziende multinazionali in particolare devono pagare tassazioni adeguate alla loro mole di affari. La governance economica europea e il semestre europeo devono essere riformati, con l’inclusione di una forte dimensione sociale che dia ai diritti sociali la stessa importanza data ai parametri economici.
 
Aumenti salariali per l’equità sul lavoro e la giustizia economica
 
Le aziende non condividono con la forza lavoro i profitti della maggiore produttività: hanno incrementato il loro reddito, ma stanno pagando agli operai i salari proporzionalmente più bassi degli ultimi decenni. I lavoratori europei hanno invece bisogno di un generale aumento salariale al fine di rafforzare la ripresa economica, rilanciare la domanda interna e affrontare le disuguaglianze e il divario retributivo di genere. Dovrebbero essere estesi e rafforzati il diritto alla contrattazione collettiva e la tutela giuridica, soprattutto per i lavoratori vulnerabili, inclusi i lavoratori autonomi e i lavoratori in situazioni precarie.
 
Rispettare i diritti esistenti e stabilirne di nuovi
 
Le modalità del lavoro precario impediscono a molti lavoratori di esercitare i diritti legali. In particolare, un numero crescente di piattaforme on-line e l’aumento di lavoro autonomo o pseudo tale hanno bisogno di protezione adeguata. C’è protezione inadeguata anche per i lavoratori che denunciano gli abusi. Per questo i sindacati europei chiedono una migliore informazione, consultazione e rappresentanza dei lavoratori, nonché una serie di nuovi diritti per affrontare tutte le condizioni di lavoro inique.
 
Una mobilità equa
 
Erigere barriere, fare dei lavoratori migranti un capro espiatorio e giocare sulle paure dei lavoratori non deve essere la via da seguire. La Ces chiede una legislazione più forte per proteggere dallo sfruttamento i migranti e i lavoratori distaccati, garantendo un trattamento equo e la libertà di movimento.
 
Transizioni del mercato del lavoro sicure
 
Dal momento che la digitalizzazione, le tecnologie verdi e la globalizzazione stanno trasformando il mercato del lavoro, i lavoratori hanno bisogno di accedere all’istruzione e alla formazione permanente, ad un apprendistato di buona qualità e allo sviluppo delle competenze. La garanzia per i giovani dovrebbe essere prorogata e ampliata.
 
Protezione sociale e servizi pubblici forti
 
I sistemi di protezione sociale e di sostegno al reddito dovrebbero garantire un tenore di vita dignitoso per tutti, compresi i disoccupati, gli anziani e i diversamente abili. Buoni servizi pubblici devono garantire l’accesso anche di minori e anziani ai trasporti, all’assistenza sanitaria e all’alloggio.
 
Cambiamento istituzionale per la promozione dell’Europa sociale
 
Tutti gli strumenti europei, compresa la legislazione, il semestre europeo e le decisioni del Parlamento europeo, devono rafforzare gli obiettivi sociali. Secondo la Ces un protocollo sociale ai Trattati garantirebbe che questi non siano subordinati agli interessi economici.
 
«Chiediamo salari che consentano di sostenere le famiglie. Livelli dignitosi di protezione sociale, sicurezza, orari di lavoro, contratti e stabilità del reddito, la protezione dalla cessazione ingiustificata del rapporto di lavoro e l’accesso effettivo a libertà di associazione e contrattazione collettiva» conclude la Ces, ricordando come invece siano «proprio questi i diritti e le tutele che i lavoratori stanno perdendo ad una velocità allarmante in Europa».