Euronote – Nuovo piano d’azione contro il razzismo

Di fronte alla persistenza del problema l’Ue intensifica le misure e gli interventi

Milano, 22.9.2020

«Il motto dell’Unione europea è “Uniti nella diversità” e il nostro compito è di essere all’altezza di queste parole. Dobbiamo parlare di razzismo e dobbiamo agire. È sempre possibile cambiare direzione se c’è la volontà di farlo. Sono felice di vivere in una società che condanna il razzismo, ma non dobbiamo fermarci lì». Con queste parole la presidente della Commissione europea, Ursula von der Layen, ha introdotto il nuovo piano d’azione dell’Ue contro il razzismo 2020-2025, pubblicato il 18 settembre scorso. La discriminazione fondata sulla razza o l’origine etnica è vietata nell’Ue, eppure persiste e danneggia la società in molti modi diversi perché significa che un numero elevato di persone subiscono discriminazioni che incidono sulla loro dignità umana, sulle opportunità di vita, su prosperità e benessere e, spesso, anche sulla sicurezza personale. Oltre la metà degli europei ritiene che la discriminazione sia diffusa nel loro Paese, per questo serve un maggiore impegno a livello locale, nazionale, comunitario e internazionale: il movimento globale Black Lives Matter ha semplicemente messo in luce una situazione grave e diffusa. «La nostra forza sociale, politica ed economica deriva dalla nostra unità nella diversità: il razzismo ci indebolisce tutti» sostiene la Commissione europea, che per questo si impegna a fare di più per garantire parità di trattamento e uguaglianza per tutti.

Razzismo fenomeno anche strutturale

Il razzismo si presenta in diverse forme e troppo spesso l’origine razziale o etnica è usata come base per discriminare, così la pandemia da Covid-19 e le conseguenze di attacchi terroristici sono solo i casi più recenti in cui la responsabilità è stata rivolta ingiustamente a persone appartenenti a minoranze etniche. Esistono poi altre forme di razzismo e discriminazione, come quelle basate su pregiudizi inconsci, che sono meno esplicite ma altrettanto dannose anche perché possono essere incorporate nelle istituzioni sociali, finanziarie e politiche, di tipo cioè strutturale con un impatto sui processi decisionali. Oltre ai pregiudizi e al razzismo su basi etniche esistono varie forme di discriminazione per altri motivi, inclusi genere, orientamento sessuale, età e disabilità, per questo il problema va affrontato con un approccio multisettoriale. L’Ue dispone già di strumenti giuridici, come la Carta dei diritti fondamentali, e di una politica globale per contrastare questo fenomeno, ma ora con questo piano intende rafforzare la propria azione per aiutare le vittime e riunire attori a tutti i livelli in uno sforzo comune e più efficace contro il razzismo e le discrimazioni. «Nelle società democratiche non vi è spazio per la discriminazione razziale e il razzismo di alcun tipo – ha dichiarato la commissaria europea per l’Uguaglianza, Helena Dalli –. Dobbiamo tutti impegnarci perché le nostre società siano antirazziste. Con questo piano d’azione riconosciamo che il razzismo non è solo perpetrato da singoli individui, ma che è anche un fenomeno strutturale. Dobbiamo pertanto contrastarlo a tutti i livelli di governance per invertire la tendenza. Per questo affrontiamo, tra l’altro, questioni riguardanti l’attività delle autorità di contrasto, gli atteggiamenti sociali, gli stereotipi e le difficoltà economiche e incoraggiamo gli Stati membri ad adottare i propri piani d’azione contro il razzismo».

Non solo misure legislative

Un piano d’azione, quello dell’Ue contro il razzismo, che prevede l’utilizzo della legislazione europea ma anche altri tipi di intervento, ad esempio mediante la collaborazione con gli Stati membri, comprese le autorità di contrasto nazionali, i media e la società civile, mediante un uso ottimale degli strumenti dell’Ue, sia esistenti che futuri. È prevista innanzitutto una migliore applicazione del diritto comunitario, dal momento che l’Ue dispone di un solido quadro giuridico per combattere la discriminazione, il razzismo e la xenofobia, ma c’è la necessità di rivederlo individuandone eventuali lacune. Nel 2021 la Commissione presenterà una Relazione sull’applicazione della direttiva sull’uguaglianza razziale , cui entro il 2022 faranno seguito eventuali atti legislativi. La Commissione si impegna inoltre a garantire il pieno e corretto recepimento e l’attuazione della decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia, anche mediante procedure d’infrazione. Si ritiene necessario anche un maggior coordinamento, per questo la Commissione nominerà un coordinatore antirazzismo che sarà in stretto contatto con persone appartenenti a minoranze razziali o etniche e interagirà con gli Stati membri, il Parlamento europeo, la società civile, il mondo accademico e la Commissione per rafforzare le risposte politiche in materia di antirazzismo. Con il sostegno delle agenzie dell’Ue, quali l’Agenzia per i diritti fondamentali (Fra) e l’Agenzia per la formazione delle autorità di contrasto (Cepol), gli Stati membri sono poi incoraggiati a «intensificare gli sforzi per prevenire atteggiamenti discriminatori da parte delle autorità di contrasto e a rafforzare la credibilità dell’attività di contrasto contro i reati generati dall’odio». Agli stessi Stati membri sono richiesti dei piani d’azione nazionali contro il razzismo e la discriminazione razziale da presentare entro la fine del 2022, mentre nel 2021 la Commissione insieme a esperti nazionali definirà i principi fondamentali per elaborarli in modo efficace. Anche tra il personale delle istituzioni europee andrà garantita la diversità, così la Commissione annuncia che adotterà misure per l’assunzione e la selezione che «migliorino notevolmente la rappresentatività» del suo personale, invitando le altre istituzioni dell’Ue a intraprendere iniziative analoghe. Inoltre, tra le altre misure contenute nel piano d’azione si trovano la sensibilizzazione e la lotta agli stereotipi razziali ed etnici attraverso i media, l’istruzione, la cultura e lo sport e una migliore raccolta di dati disaggregati per origine razziale o etnica. Ogni anno la Commissione designerà una o più “capitali europee dell’inclusione e della diversità” e organizzerà un Vertice contro il razzismo nella primavera del 2021.