Euronote – Occupazione ai massimi storici nell’Ue

Milano, 26.9.2018

Nell’Unione europea l’occupazione è ai massimi storici e l’economia ha continuato a espandersi anche nella prima metà del 2018, seppur in modo meno dinamico rispetto al 2017. È quanto emerge dalla rivista trimestrale sull’occupazione e gli sviluppi sociali in Europa (Esde) pubblicata lo scorso 24 settembre, che fornisce una descrizione degli sviluppi del mercato del lavoro rilevati dalla Commissione europea nei primi due trimestri di quest’anno.

Attualmente si stimano 239 milioni di persone occupate nell’Ue, di cui 158 milioni nella zona euro, con una tendenza alla crescita dell’occupazione che dura ormai da oltre 5 anni. I tassi di disoccupazione mensili hanno continuato a diminuire sia nell’Ue che nell’area dell’euro, scendendo rispettivamente al 6,9% e all’8,2%, nel luglio 2018. Un calo particolarmente significativo per quanto concerne la disoccupazione giovanile, che ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 20 anni. Inoltre, rispetto allo stesso periodo del 2017 il tasso di disoccupazione è diminuito nei primi 6 mesi del 2018 in tutti gli Stati membri dell’Ue.

Condizioni economiche positive

Secondo l’analisi economica della Commissione, il tasso di crescita del Pil trimestrale è stato dello 0,4% nell’Ue e nell’area euro sia nel primo che nel secondo trimestre 2018, con 27 Stati membri su 28 che hanno registrato una crescita nel secondo trimestre. I tassi di crescita tra i due trimestri variano dallo 0,2% dell’Italia al 2% del Lussemburgo, mentre in Irlanda si è registrata una leggera contrazione dello 0,6% (ma su un tasso di crescita elevato). Considerando invece l’arco di un anno, la crescita è stata del 2,1% sia nell’Ue che nell’area euro nel secondo trimestre, rispetto al 2,3% e al 2,4% registrati nel primo trimestre. L’incremento è stato positivo in tutti gli Stati membri, con punte del 5% e oltre in Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Malta e Polonia. Nonostante gli indicatori più recenti indichino una maggiore incertezza, osserva la Commissione, «le prospettive sono ampiamente positive».

Tasso di occupazione verso l’obiettivo 2020

L’occupazione è aumentata dello 0,4% nel secondo trimestre di quest’anno rispetto al trimestre precedente sia nell’Ue che nell’area dell’euro, mentre rispetto al secondo trimestre del 2017 è cresciuta dell’1,5% nell’Ue e dell’1,4% nella zona euro. I numeri di oltre 239 milioni di persone occupate nell’Ue e di circa 158 milioni nell’area dell’euro rappresentano entrambi nuovi livelli record. Dal punto più basso registrato nel primo trimestre del 2013, l’occupazione è cresciuta per ventuno trimestri consecutivi nell’Ue e da allora hanno trovato lavoro circa 14,8 milioni di persone, di cui 9,1 milioni nell’area dell’euro.

Rispetto al trimestre precedente l’occupazione ha continuato ad aumentare in quasi tutti gli Stati membri, in particolare in Estonia e Malta (1,3%) e Polonia (1,2%). Rispetto al secondo trimestre del 2017, invece, tranne che in Romania è cresciuta in tutti gli Stati membri e soprattutto a Malta (5,5%), in Croazia (4,6%) e in Lussemburgo (3,7%).

Tutti i settori tranne l’agricoltura sono interessati da questo aumento di occupazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con il maggiore incremento registrato nei servizi: 580.000 occupati in più nel commercio all’ingrosso e 2,1 milioni in altri servizi. «La maggior parte dei nuovi posti di lavoro è costituita da posti di lavoro permanenti e a tempo pieno» sostiene la Commissione, secondo cui nel primo trimestre 2018 i posti di lavoro a tempo indeterminato rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente sono aumentati di quasi 3 milioni, il numero dei dipendenti temporanei è aumentato di 600.000 unità e quello dei lavoratori autonomi è diminuito di 500.000 unità. Allo stesso tempo, osserva il Rapporto, l’occupazione a tempo pieno è cresciuta più rapidamente del part-time: il numero di lavoratori a tempo pieno è aumentato di 2,9 milioni rispetto ai 120.000 in più tra coloro che hanno contratti part time. Il tasso di occupazione continua a salire verso l’obiettivo del 75% fissato dalla strategia Europa 2020, raggiungendo il 72,9% nel primo trimestre del 2018. Un tasso di occupazione che è aumentato in tutti gli Stati membri e per tutte le fasce d’età, in particolare tra i lavoratori più anziani, mentre persistono forti differenze tra gli Stati membri, con circa 24 punti percentuali di distanza tra il tasso di occupazione più alto (82,3% in Svezia) e il più basso (58,6% in Grecia).

Continua a scendere la disoccupazione

Anche nella prima metà del 2018 il tasso di disoccupazione nell’Ue e nell’area dell’euro ha continuato la diminuzione iniziata a metà del 2013, scendendo rispettivamente al 6,9% e all’8,2%, riduzioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente di 0,8 punti percentuali nell’Ue e di 0,9 nella zona euro, di 4,2 e 3,9 punti percentuali invece rispetto al livello più alto registrato nel 2013, anno dal quale il numero di disoccupati è diminuito di circa 9,8 milioni. Nel luglio 2018 si sono infatti stimati 16,8 milioni di disoccupati nell’Ue, circa 1,9 milioni in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Il tasso di disoccupazione è diminuito in tutti gli Stati membri rispetto a un anno fa, anche se permangono differenze importanti tra gli Stati membri: dai tassi più bassi registrati in Repubblica Ceca (2,3%) e Germania (3,4%) ai più elevati in Grecia (19,1%) e Spagna (15,2%). A luglio 2018 la disoccupazione giovanile è diminuita di 2 punti percentuali rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, raggiungendo il 14,8%: cioè quasi 466.000 disoccupati in meno di età compresa tra i 15 e i 24 anni. La Grecia, nonostante un calo significativo, è ancora il Paese dell’Ue con il più alto tasso di disoccupazione giovanile (39,1%), seguita da Spagna (33,4%) e Italia (30,8%).

È in diminuzione anche la disoccupazione di lunga durata, con meno 0,5 punti percentuali nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e un impatto del 3,2% sulla forza lavoro. La quota di disoccupati di lunga durata nella disoccupazione totale è ancora elevata, intorno al 43%, ma sta lentamente diminuendo, sostiene la Commissione.