Accordo tra sindacati e Confindustria sulle politiche per il lavoro

Milano, 1.9.2016
 
Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un insieme coerente di proposte, concepito per essere attuato nella sua interezza, con il fine di affrontare al meglio la difficile situazione congiunturale e governare con più efficacia i processi di transizione industriale. Gli indicatori del mercato del lavoro risentono, infatti, di una situazione di debolezza, i recenti interventi legislativi di riforma degli ammortizzatori sociali hanno sensibilmente ridotto lo spazio di azione delle politiche passive del lavoro e manca ancora un assetto compiuto delle politiche attive. Il documento propone un modello innovativo di gestione delle crisi e delle ristrutturazioni aziendali che mette al centro la ricollocazione dei lavoratori, assegnando alle parti sociali, attraverso la contrattazione, un ruolo attivo e di grande responsabilità. In particolare, sono state individuate specifiche soluzioni da adottare in due differenti contesti: · nelle imprese interessate dalla CIGS, laddove siano previsti esuberi, si propone, attraverso un accordo sindacale, la condivisione di un “piano operativo di ricollocazione” finalizzato a favorire la formazione e la ricollocazione dei lavoratori, già durante il periodo di cassa integrazione. Per le attività di formazione e di outplacement le parti hanno previsto la possibilità di operare attraverso i fondi interprofessionali; · nelle imprese che operano in aree di crisi industriale complessa e non complessa, laddove vi siano concrete possibilità di rilancio delle attività produttive, si propongono, oltre alle misure sopra descritte, anche alcuni correttivi alla disciplina degli ammortizzatori sociali. Confindustria, Cgil, Cisl e Uil confidano nella condivisione di queste proposte da parte del Governo e ne auspicano la piena attuazione, forti della convinzione che, nell’attuale contesto produttivo ed economico, siano utili per dare risposte adeguate a imprese e lavoratori. “Le parti sociali faranno la loro parte dando la disponibilità all’uso dei propri fondi interprofessionali per attivare meccanismi di formazione e ricollocazione dei lavoratori ma il governo si assuma la propria responsabilità e prolunghi gli ammortizzatori sociali perché le aziende hanno bisogno di più tempo”. La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commenta così quello che per lei è il cuore dell’accordo . “Una proroga che, per Furlan, “potrebbe variare da uno a due anni a seconda ci si trovi di fronte a una crisi complessa o no”. La soluzione inoltre, aggiunge, “vedrebbe costi nettamente inferiori a quelli che il governo sostiene attualmente concedendo la mobilità e la cig in deroga: “i costi sarebbero in gran parte coperti dall’utilizzo di quello 0,30% pagato dalle imprese per accedere alla mobilità e alla cig in deroga che dal 2017 scompariranno. I costi sarebbero ridotti, non si spenderebbe di più ma anzi qualcosa in meno”. Furlan giudica l’intesa raggiunta “un bell’accordo” in cui le parti sociali si assumono la responsabilità di contribuire nelle situazioni di crisi “a mettere al centro i lavoro, i lavoratori, la loro ricollocazione e formazione, riportando questi elementi nella contrattazione”.