Bergamo, in calo le cause degli Uffici vertenze

Milano, 16.2.2016
 
Niente come le analisi e i bilanci annuali degli uffici vertenze sindacali fotografano meglio lo stato della crisi di un territorio. Lo stesso accade anche in provincia di Bergamo, a maggior ragione quest’anno dove, come è ormai usanza da tre anni, gli Uffici vertenze di Cgil, Cisl e Uil hanno presentato i dati della propria attività in maniera unitaria.  L’attività delle tre strutture, svolta in totale da circa 25 operatori, ha consentito di fare recuperare ai quasi 5000 lavoratori assistiti circa 16 milioni di euro per mancati pagamenti, spettanze e diritti al risarcimento, riconoscimento dei diritti lesi e recuperi da Inps e fallimenti. Il primo dato che salta all’occhio, è il drastico calo, se riportato agli anni precedenti, del numero di pratiche che, proprio per la mancanza di evidenti segnali di inversione della crisi, è passato dai 6410 del 2013 ai 4955 dell’anno appena terminato, frutto delle 2540 vertenze individuali e delle 2415 cause per fallimenti. Anche per i fallimenti c’è stata una diminuzione delle persone assistite, maggiore della diminuzione percentuale delle ditte fallite, in quanto sono fallite anche molte aziende piccole di tipo familiare con pochi dipendenti.
Per le vertenze, la diminuzione si spiega con la riduzione del numero degli occupati, per la maggior paura di far valere i propri diritti sopportando condizioni non regolari e per l’introduzione delle nuove regole sul mercato del lavoro dai recenti governi. La crisi si è tradotta e manifestata con molta forza nei mancati pagamenti delle retribuzioni e delle liquidazioni, soprattutto nei settori edilizio, del commercio-servizi e in quello meccanico.
Anche passando in rassegna i dati delle aziende fallite, si registra la prevalenza delle chiusure nei settori edilizio, meccanico, commercio e servizi. Significativo è anche il dato sui licenziamenti individuali che segnano un lieve calo rispetto all’anno precedente e non sono in contraddizione con i dati della Direzione territoriale del lavoro. 
Si conferma la maggiore propensione delle donne ad avviare vertenze individuali, nel 2015 le loro vertenze sono aumentate ancora di più. Il dato rimane ancora al di sotto della realtà del mercato del lavoro provinciale.