Brianza, Cisl: consolidare i segnali di ripresa

Milano, 24.1.2018

In Brianza il periodo più negativo sembra ormai alle spalle. E’ quanto emerge dai dati raccolti dalla Cisl Monza Brianza Lecco. La ricerca Excelsior promossa da UnionCamere, per esempio, prevede che in Brianza vengano effettuate 13.860 assunzioni nel periodo compreso tra dicembre 2017 e febbraio 2018. Le assunzioni nel comparto dei servizi dovrebbero essere circa 10mila, mentre le restanti 4mila interesserebbero il settore industriale. L’83% di queste assunzioni dovrebbe essere a tempo indeterminato. Nel solo mese di dicembre le assunzioni avrebbero toccato quota 3.250. Per quanto riguarda l’età, il 39,1% dei neo assunti avrebbe meno di 29 anni. Confortante è anche il saldo relativo al primo semestre 2017: la differenza tra avviamenti al lavoro (41.451) e cessazioni (38.391) evidenzia un saldo positivo di 3.060 posti di lavoro. “I dati – commenta Rita Pavan, segretaria generale Cisl Monza Brianza Lecco – provengono da diverse fonti, ma indicano come il territorio stia lentamente tornando ai livelli pre-crisi”. “Certo – aggiunge – permangono forti negatività rappresentate dalle crisi aziendali, come i casi Canali, Panem, Candy e K-Flex e molte altre. Inoltre, le assunzioni sono per 2/3 di carattere precario. Riteniamo comunque che i segnali di ripresa vadano consolidati”. I dati della Camera di Commercio, del resto, sottolineano come nel terzo trimestre 2017, rispetto allo stesso trimestre 2016, nelle imprese brianzole siano cresciute produzione industriale (3,5%), fatturato (3,9%), vendite (3,9%), gli ordini per l’estero (3,2%) e quelli per il mercato nazionale (1,4%). Nel terzo trimestre 2017, inoltre, è in attivo per 69 unità il saldo tra aziende nuove e quelle che hanno cessato l’attività.

La Cisl Monza Brianza Lecco ribadisce come, per dare più forza alla ripresa, vada data la massima attenzione ad alcune questioni, dal rafforzamento del legame tra scuola e lavoro al sostegno ai processi di innovazione e internazionalizzazione delle imprese, al miglioramento delle competenze dei lavoratori già occupati. “Ma è necessario puntare anche su un’economia basata su assunzioni meno precarie, su una crescita dell’occupazione femminile e su un maggior utilizzo delle politiche attive del lavoro – conclude Pavan -. Tra queste vanno comprese le azioni di riqualificazione professionale e di sostegno e accompagnamento per chi ha perso il lavoro”.