Case popolari, 12mila firme contro la riforma regionale. Il 21 manifestazione

Milano, 26.5.2016
 
Grande partecipazione questo pomeriggio al presidio davanti al Pirellone, sede del consiglio regionale lombardo, per chiedere modifiche alla proposta di legge regionale sull’edilizia residenziale pubblica. A sostegno della mobilitazione organizzata, i sindacati degli inquilini Sicet, Sunia, Uniat, Unione inquilini, Conia, con Cgil, Cisl e Uil regionali, hanno promosso una petizione popolare che in soli tre mesi ha raccolto ben 12mila firme, oggi consegnate al presidente  del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo. Migliaia di inquilini e cittadini lombardi chiedono infatti più case popolari, investimenti duraturi e una riforma che tuteli i diritti delle persone ad avere un affitto sopportabile in abitazioni dignitose, e metta Comuni e Aler in grado di affrontare l’emergenza casa. 
“La Cisl ritiene che il tema dell’abitare debba far parte delle politiche sociali – sottolinea Beppe Saronni, segretario regionale Cisl Lombardia con delega alle politiche abitative -. Affinché  ciò si realizzi riteniamo che ci debba essere uno stanziamento strutturale pari all’1% del bilancio regionale”. Secondo i sindacati, nel testo all’esame del consiglio manca un impegno strutturale sul finanziamento dell’edilizia pubblica. “Occorre valorizzare il patrimonio abitativo – aggiunge Saronni – dare risposte all’emergenza casa, ridestinare gli alloggi sfitti ad uso sociale. Per questo chiediamo a tutta l’amministrazione regionale e a tutte le forze politiche che nel dibattito consiliare in avvio si affronti la questione in modo diverso dal paradigma adottato nella proposta di legge”.
Molte sono le preoccupazioni dei sindacati sul nuovo assetto che potrebbe profilarsi in relazione alle soluzioni proposte nel PdL 273 e nei progetti abbinati, sia con riferimento alla missione e al modello di servizio del patrimonio abitativo pubblico, sia rispetto ai rischi sociali collegati a una carente o sbagliata politica di contrasto all’emergenza casa e alla deprivazione abitativa, nonché ad un’assente politica di investimenti in grado di rilanciare il settore. “La misura solidaristica per compensare i gestori dei mancati ricavi per morosità incolpevole è insufficiente – sottolinea Pierluigi Rancati, segretario generale Sicet Lombardia – mentre i finanziamenti previsti per i programmi di recupero degli immobili, comprensivi degli scarsi stanziamenti statali trasferiti con la legge 80/2014, sono le stesse risorse trovate nel precedente assestamento di bilancio e non hanno una valenza strutturale”. Non solo: la riforma propone una disciplina degli accessi discriminatoria verso i poveri e i migranti, con limitazioni per quote d’ingresso e con meccanismi opachi di assegnazione degli alloggi.
La mobilitazione dei sindacati a sostegno delle modifiche alla proposta di legge proseguiranno nelle prossime settimane con ulteriori iniziative di lotta e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, a partire dalla manifestazione regionale a Milano del 21 giugno.