Case popolari, la legge approvata è ancora insufficiente

Milano, 29.6.2016

E’ stato approvato dal consiglio regionale il progetto di legge per la riforma dell’edilizia pubblica. Cgil, Cisl, Uil della Lombardia con i sindacati regionali degli inquilini Sicet, Sunia, Uniat, Unione inquilini, Conia hanno sollecitato modifiche alla riforma, chiedendo più case, più servizi, più tutele e diritti. Ben 12mila sono state le firme raccolte a sostegno della petizione popolare sulle proposte dei sindacati, presentate alla Regione il 26 maggio scorso.

Anche con il presidio di ieri, in occasione della votazione della riforma, Cgil, Cisl, Uil e sindacati degli inquilini hanno inteso ribadire le proprie preoccupazioni e critiche sulla legge sull’edilizia pubblica. Nonostante alcune modifiche, la legge rimane una riforma sbagliata, con gravi impatti sulla gestione del disagio e della domanda sociale di alloggi, che solo in parte potranno essere rimediati con i regolamenti attuativi che la giunta regionale dovrà emanare nei prossimi mesi.

In particolare dichiara Pierluigi Rancati, segretario generale Sicet Lombardia “Uno degli aspetti più gravi e stravolgenti della missione di servizio e della finalità sociale dell’edilizia pubblica e’ lo sbarramento del 20% per limitare l’ingresso nelle case popolari dei soggetti più svantaggiati. Allo stesso modo criteri e nuove procedure di assegnazione hanno lo scopo di selezionare non i richiedenti con più grave e urgente bisogno, ma solo quelli che possono garantire maggiori ricavi da canoni alle aziende.”

La riforma prevede un apporto di risorse per il finanziamento del recupero degli alloggi degradati, ma, dichiara Giuseppe Saronni segretario regionale della Cisl Lombardia “Sono risorse insufficienti e, soprattutto, non hanno carattere strutturale. L’edilizia pubblica ha bisogno di un impegno certo e continuativo sul finanziamento, con la destinazione di un minimo essenziale di risorse pari per valore all’1% del bilancio complessivo della Regione.

Tra le poche modifiche nell’approvazione della riforma, l’accoglimento del criterio preferenziale nell’affidamento dell’incarico di servizio degli operatori privati quando questi apportano alloggi di loro proprieta’ da affittare nel sistema dei servizi, la tutela degli anziani e dei nuclei con gravi patologie croniche e gravemente invalidanti nei piani di vendita che non possono essere sottoposte a mobilità forzosa, il riconoscimento della rappresentanza sindacale nelle politiche abitative in Regione e il riconoscimento delle autogestioni dei servizi da parte degli inquilini.
Le organizzazioni sindacali confederali e degli inquilini prendono atto della disponibilità dell’Assessorato a riaprire il confronto di merito.