Cgil, Cisl e Libera Monza Brianza: contrastare ogni forma di illegalità

Milano, 27.9.2017

Cgil, Cisl e il Coordinamento “Libera” di Monza Brianza di fronte riemergere sul territorio di malaffare, corruzione e criminalità di stampo mafioso ribadiscono con fermezza la volontà di opposizione e contrasto a ogni forma di illegalità. “Mentre la giustizia deve svolgere il proprio corso – scrivono in una nota congiunta – per parte nostra riteniamo che i protocolli a difesa della legalità, la denuncia degli abusi e la collaborazione con la magistratura abbiano contribuito a costruire sul fronte contrattuale, nei luoghi di lavoro e nella società civile l’argine di contenimento dell’azione criminale dentro un’economia infetta, che nega alla radice il riconoscimento dei diritti di lavoratrici e lavoratori e più in generale dei cittadini”.
I due sindacati e Libera ribadiscono quindi le loro priorità: l’effettiva ed efficace applicazione del testo unico su appalti e subappalti in ambito pubblico e privato; l’affinamento degli strumenti di lotta alla corruzione, per una piena applicazione della L. 190/12; la verifica da parte degli organi competenti della possibilità di insediare la Commissione di accesso agli atti del Comune di Seregno per valutare il grado di infiltrazione mafiosa nel Comune stesso; la messa in campo di azioni legislative che favoriscano l’accesso al credito delle imprese, estirpando così l’usura e combattendo in profondità la presenza finanziaria delle mafie; una gestione decisamente migliore, specie nei tempi, dei beni confiscati alla criminalità di genesi mafiosa, favorendo la loro restituzione alla società; la lotta senza quartiere all’evasione fiscale e contributiva; il rispetto delle regole e la piena applicazione dei contratti nei rapporti di lavoro.
“Occorre agire – concludono – per garantire le condizioni di piena legalità a sostegno di una economia sana e una politica trasparente, nella piena consapevolezza che ciò è la pietra angolare di una dinamica sociale improntata a equità e sostenibilità e la condizione per il pieno riconoscimento dei diritti del lavoro”.