Cisl: lo sviluppo industriale sia al centro dell’agenda del Paese

Milano, 19.7.2016
 
“Occorre mettere al centro della agenda del Paese lo sviluppo, e in modo particolare lo sviluppo nel settore industriale. Nonostante la crisi, che in Italia è stata dura e continua ad esserlo il nostro Paese dopo la Germania è il secondo per capacità di produzione industriale in Europa. Abbiamo quindi le potenzialità e le capacità per recuperare tutti i punti di produzione industriale persi durante la crisi, mettendo al centro l’innovazione, la ricerca, la contrattazione e la produttività”. Così il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, concludendo il convegno “’Occupiamoci di industria: le
proposte della Cisl”, tenutosi ieri a Milano. Furlan ha chiesto di mettere accanto alle riforme istituzionali i temi della ripresa, gli investimenti che il Paese deve fare per rilanciare la produzione: banda larga e naturalmente anche infrastrutture. “Ma tutto questo non basta – ha sottolineato -. Ci vuole giustizia, certezza del diritto e tanta, tanta innovazione”. La Cisl,  attraverso la contrattazione, farà la sua parte “fino in fondo”, ma il governo, ha detto Furlan, e anche le imprese, “devono investire, innanzitutto in innovazione e ricerca”. Aperto da una relazione del segretario confederale con delega all’industria, Giuseppe Farina, il convegno ha visto alternarsi dal palco gli interventi di ospiti di rilievo: Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, Stefano Bonaccini, presidente Conferenza delle Regioni, Vincenzo Boccia, presidente Confindustria, Omar Eliano Lodesani, presidente comitato affari sindacali e del lavoro Abi.  A loro Farina ha illustrato le proposte della Cisl per rilanciare il settore industriale, a partire da misure per favorire la crescita dimensionale delle imprese.  “E’ un fattore decisivo per le prospettive di rilancio della nostra industria – ha detto Farina – e va quindi favorita la costruzione di filiere produttive collegate con le grandi catene globali del valore”. Altro nodo è quello del credito: “riteniamo che il sistema bancario europeo ed italiano – ha detto il segretario confederale Cisl – abbia bisogno in primo luogo di separare le attività di banca commerciale da quelle di banca d’investimento e di riappropriarsi di competenze industriali capaci di accompagnare i progetti di investimento delle imprese e i programmi di sviluppo dei territori”. Per la Cisl, una delle priorità è anche la necessità di “investire di più nella ricerca e nella creazione di diffuse e più qualificate competenze degli imprenditori, del management e dei lavoratori”. 
 
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