Cisl Medici Lombardia: tutelare la salute dei medici, come quella dei cittadini

Milano, 22.10.2018

“Regione Lombardia, da sempre capofila per ogni questione, non solo di natura sanitaria, ha l’occasione per distinguersi per capacità di iniziativa propositiva e rimediare ad una svista nazionale, ,sancendo l’estensione di una norma di squisita civiltà”. Così Danilo Mazzacane, segretario generale Cisl Medici Lombardia. “Sensibili alle ormai ricorrenti problematiche di salute dei medici specialisti ambulatoriali – afferma – dopo aver acquisito parere legale, abbiamo avanzato formale richiesta di estensione dei diritti citati nel comma 6 dell’art.33 della legge 104/92 al Comitato Regionale Lombardo Medicina Specialistica”.

E’ inconcepibile, sottolineano alla Cisl Medici Lombardia, che il medico specialista ambulatoriale possa usufruire dei permessi per assistere un familiare e non possa usufruirne per se stesso se affetto da grave patologia riconosciuta invalidante, bisognosa di terapie e controlli programmati .

“I contenuti dell’Acn Medicina Specialistica vanno rivisti con urgenza – afferma Mazzacane – perché purtroppo le malattie non aspettano gli iter burocratici ed in ogni caso le Regioni possono e devono utilizzare sia la negoziazione regionale che la presenza al tavolo della Sisac per riconoscere integralmente quanto stabilito dalla legge italiana a beneficio di ogni suo cittadino”. “Purtroppo – aggiunge – l’età media alta dei medici in attività sta rendendo sempre più frequente tra di loro il manifestarsi di patologie gravi e complesse che necessitano di usufruire dei benefici legati alla legge 104/92, che peraltro viene assegnata dopo il riconoscimento ad averne diritto da parte di una commisione medica”.

“Auspichiamo di poter apprendere nel breve la lieta notizia da parte di Regione Lombardia – conclude il segretario generale di Cisl Medici Lombardia – sperando poi che il resto delle Regioni italiane ne seguano l’esempio, inducendo la Sisac ad una corretta interpretazione delle leggi dello Stato italiano. E’ veramente difficile pensare di prendersi cura dei pazienti quando non si è in grado di curare se stessi ed avere uno stato psico-fisico idoneo ad affrontare carichi di lavoro gravosi sempre più incombenti con relative situazioni di disagio lavorativo”.