Contrattazione, risorsa strategica anche per lo sviluppo sostenibile

Milano, 11.12.2019

Affrontare la questione “clima”, che politiche del rinvio hanno reso emergenza globale, e riuscire a trovare la “giusta transizione”. Tenendo in equilibrio esigenze delle imprese, dei lavoratori, delle comunità. E’ la sfida dell’oggi, non dei prossimi anni. Una sfida che chiama tutti a giocare un ruolo attivo e responsabile. Senza sconti per nessuno. E’ il messaggio lanciato dal seminario organizzato dalla Femca Cisl Lombardia, “Sviluppo sostenibile e lavoro. Sfide e opportunità per l’industria”, un approfondito confronto tra sindacati e imprese sullo scenario attuale e futuro.

“Il nostro Paese ha le condizioni per poter concretizzare un nuovo modello di sviluppo inserendolo nella crescita e nell’ambito dell’economia circolare – ha sottolineato Paolo Ronchi, segretario generale Femca Cisl Lombardia, introducendo i lavori -. Dobbiamo però modificare il modello che finora si è affermato in relazione all’ambiente e al lavoro, recuperando la compatibilità ambientale, lavorando sulla riconversione professionale, sulla gestione dei cambiamenti e la transizione energetica, in un percorso che passa anche attraverso la digitalizzazione”. Risorsa strategica, in quest’ottica, è la contrattazione. “Se vogliamo rivendicare un cambiamento del modello – ha sottolineato Ronchi – e non subirlo”.

Nell’affrontare la sfida del cambiamento climatico i sindacati, ad ogni livello territoriale, sono già in prima linea. Grazie alle loro pressioni è stato inserito il concetto di “giusta transizione” nell’accordo di Parigi del 2015. “La crisi climatica ha e avrà conseguenze drammatiche sul piano sociale – ha sottolineato Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia -. Come Cisl Lombardia siamo tra i firmatari del protocollo regionale sullo sviluppo sostenibile, poiché occorre un’azione corale. Il tema dev’essere affrontato nella sua complessità, gestendola, e ricordando che non c’è sviluppo sostenibile senza inclusione sociale”.

Inclusione che nella regione da sempre definita “locomotiva d’Italia” è ancora una nota dolente: dal 2014 al 2017 l’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie lombarde è cresciuta dal 3% al 4,9%. Lo ha evidenziato il Rapporto 2019 di Polis Lombardia, illustrato ai dirigenti lombardi della Femca proprio all’indomani della sua presentazione ufficiale, evidenziando che nella regione quasi una persona su 5 vive in condizioni di povertà relativa. In generale, è emerso dal rapporto 2019, nell’arco di un decennio, la Lombardia migliora in 6 obiettivi fissati dall’agenda Onu 2030, ha registrato una flessione in 3 ed è rimasta pressoché stazionaria negli altri.

Quanto allo scenario globale, “Il lavoro fatto in questi anni sul tema della sostenibilità ha portato a a decisioni politiche anche importanti – ha sottolineato Angelo Colombini, segretario confederale Cisl -. La realtà obbliga poi a percorsi diversi. E a fronte di dinamiche economiche mondiali e di una generale interconnessione, tutti dovrebbero assumersi lo stesso grado di responsabilità, mettendo al centro il valore della persona”. Colombini ha puntato il dito sulle decisioni politiche “ideologiche”, una costante sulle questioni ambientali. Ultimo caso la Plastic tax. “Non si possono porre le questioni in modo ideologico, ma accompagnando il cambiamento – ha detto -. Introdurre una tassa sulla plastica, senza accompagnare il processo, significa scaricare il problema su lavoratori e imprese”.

A prescindere dai contenuti definitivi della Manovra, il danno, a sentire gli imprenditori, è già stato fatto. “La filiera della plastica italiana é un’eccellenza in Europa – ha ricordato Libero Cantarella, direttore Unionplast federazione gomma plastica -. Il mondo degli imballaggi rischia di pagare un prezzo altissimo. Solo l’annuncio della Plastic Tax ha bloccato gli ordini, gli investimenti: stiamo perdendo posizionamenti. E ci vorranno anni per recuperarli”. Tra l’altro, in termini di attenzione allo sviluppo sostenibile, le aziende leader nel settore energia, chimica e farmaceutica intervenute al seminario, Bayer, Basf, Saipem, sono già a livelli elevati. E confermano che con lo sviluppo della green economy aumenterà la richiestadi figure qualificate. “Per essere più sostenibili ci siamo impegnati a ridurre l’utilizzo dei bancali di legno – racconta Michele Palumbo, responsabile Supply chain management Italy di Bayer -. Abbiamo introdotto un prodotto innovativo, e anziché 50mila bancali di legno ne usiamo oggi 5mila di plastica riutilizzata, con una serie di vantaggi notevoli, per la funzionalità dei nostri processi e anche per l’ambiente”. “La collaborazione con la filiera, il gioco di squadra, sono fondamentali – ha detto Marco Satta, direttore Salute, Health Safety and Environment di Saipem -. Certamente la formazione, sia in entrata che nel corso della carriera professionale, sarà strategica per riconvertire le professionalità”. L’esperienza Basf conferma l’importanza della collaborazione con il mondo della scuola e dell’università. “E’ un lavoro complesso, che ci porta a operare con vari attori – sottolinea Walter D’Andrea, Hr & Controlling Manager dell’azienda chimica -. Tra l’altro, stiamo cercando di sfruttare la presenza di varie generazioni, sviluppando un programma di mentoring nel quale i nuovi assunti affiancano i lavoratori con più esperienza. Il risultato è uno scambio reciproco di competenze, assolutamente positivo”.

 

 

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