Europa, Furlan: sia più determinante in termini di qualità e di pace

Milano, 4.2.2019

“La Cisl deve favorire il protagonismo degli uomini e donne del lavoro per costruire azioni, impegni e progetti condivisi nell’interesse di tutti per un progetto vero, sovranazionale di cittadini d’Europa”. Francesco Corna, segretario generale della Cisl di Bergamo, ha aperto così il convegno “Bergamo città d’Europa”, organizzato insieme all’università cittadina e che ha visto raccolti al tavolo esponenti del mondo politico, culturale, accademico e imprenditoriale alla ricerca di stimoli e obiettivi condivisi per costruire una nuova Unione.

“L’Europa rischia di diventare il capro espiatorio – ha ribadito -, la causa delle debolezze e delle crisi economiche che hanno indebolito i sistemi sociali degli stati membri; il nostro continente sta vivendo la più grave crisi dalla sua fondazione. Allora, dobbiamo ritrovare una nuova prospettiva di unità che non sia solamente economica ma valoriale e identitaria, una nuova unità che guardi e realizzi un vero progresso umano, sociale, ambientale”.

E Bergamo, nelle intenzioni della Cisl e dei promotori del convegno, deve rimanere uno dei baricentri della economia italiana: è infatti il quarto territorio europeo per valore aggiunto del manifatturiero; ha “numeri” da vera potenza economia, con una disoccupazione pari a Gran Bretagna e di poco superiore alla Germania; esportazioni in crescita verso tutto il continente, cresciute del 55% dal 2009; di contro ha un panorama infrastrutturale (fatta eccezione per l’aeroporto) non certo all’altezza. Per questo, “per il collegamento con l’Italia e l’Europa Bergamo necessita di maggior tutela e sviluppo dell’aeroporto, di un collegamento ferroviario veloce Orio-Bergamo-Milano, così come di un collegamento veloce Bergamo-Pianura Bergamasca, e strade locali scorrevoli per il collegamento tra le valli periferiche e il centro”.

“L’Italia tutta ha bisogno di essere collegata meglio e di essere protagonista dentro l’Europa. Il modo sicuro per farcela è quello di esserci in Europa di avere proposte da offrire alla comunità europea – ha sottolineato Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, concludendo l’iniziativa -. Noi siamo davanti ad una scelta importante: quella di rafforzare o no l’Europa. Per essere competitivi nel mondo e sui mercanti internazionali, noi non possiamo fare a meno dell’ Europa. L’Italia da sola, così come ogni singolo Stato europeo, non ce la può fare ad affermare la propria competitività. Per questo abbiamo bisogno di un’Europa più collegata attraverso le infrastrutture materiali ed immateriali, di un’Europa che faccia un salto di qualità politico passando dall’Europa della moneta all’Europa dei popoli. Per questo sarà necessario riformare le istituzioni europee affinché i cittadini si sentano più partecipi e più determinanti nelle scelte della politica europea”.

“Abbiamo bisogno di un’Europa federale, degli Stati Uniti d’Europa – ha aggiunto. L’idea della Cisl è proprio questa: il dibattito non è se stare o meno in Europa, ma come cambiare l’Europa perché sia più determinante in termini di qualità ma anche di pace nelle politiche internazionali”.

Poi, rilanciando la grande manifestazione del 9 febbraio a Roma, la leader Cisl ha aggiunto che “bisogna che il governo celermente la smetta di buttare via anni di sacrifici degli italiani e delle italiane e ritorni a fare una politica economica a favore della crescita e dello sviluppo. Questo diremo sabato nel corso della nostra manifestazione sindacale. Vogliamo presentare, insieme a lavoratori, pensionati ed a tanti giovani che spero siano presenti numerosi, quella che è la piattaforma che avevamo presentato al Presidente del Consiglio, del tutto inascoltati”. “Questo Paese – ha aggiunto – ha innanzitutto il tema della crescita e del lavoro da affrontare e questa manovra finanziaria blocca le infrastrutture, taglia le risorse per gli investimenti centrali e locali, taglia le ore di formazione di alternanza scuola-lavoro, taglia le risorse sulle innovazioni per impresa 4.0: cioè fa esattamente il contrario di quello di cui ci sarebbe bisogno”.