Frontalieri, circa 6.000 han perso il lavoro a causa del Coronavirus

Cgie: estendere misure previste dal decreto Cura Italia

Milano, 6.4.2020

Oggi il Consiglio generale degli italiani all’estero, organismo di consulenza del governo e del parlamento, ha presentato la proposta di estendere ai frontalieri e ai cittadini italiani residenti stabilmente all’estero, rientrati in Italia per la perdita del lavoro, le indennità previste per le lavoratrici e i lavoratori italiani nelle misure contenute nei DL 9 e 18 di marzo 2020.
“La proposta si rivolge ai nostri connazionali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro a causa dell’emergenza Covid-19 – spiega Mirko Dolzadelli, responsabile Cisl per i frontalieri nel Consiglio generale degli italiani all’estero -. Abbiamo voluto rispondere anche alle segnalazioni fatte, in particolare dalle organizzazioni sindacali svizzere e italiane, dei rappresentanti dei Consigli sindacali interregionali e delle comunità italiane di confine, rispetto alla condizione che vivono molti lavoratori frontalieri”.
I frontalieri residenti in Italia sono circa 80.000. Oltre 70.000 risiedono in Lombardia (nelle province di Varese, Como e Sondrio) e lavorano in prevalenza nel Ticino ma anche nei Grigioni e Vallese.”Due cantoni nei quali – sottolinea Dolzadelli – insistiamo perché vengano adottate le misure a salvaguardia della salute delle lavoratrici e dei lavoratori introdotte in Italia e nello stesso Canton Ticino”.
Circa 6000 lavoratrici e lavoratori frontalieri hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro a causa dell’emergenza Covid-19.
“Si tratta prevalentemente di lavoratori stagionali del settore turistico e lavoratori somministrati impiegati in vari settori – spiega Dolzadelli -, per loro abbiamo chiesto l’estensione delle misure previste per le lavoratrici e i lavoratori italiani contenute nel Decreto Legge “Cura Italia””.