“Futuro per l’industria”, oltre 30mila metalmeccanici in piazza a Milano

Milano, 14.6.2019

“Quella di oggi è stata la grandissima risposta dei metalmeccanici all’assenza del governo e alla sua incapacità di incidere nelle politiche industriali”. Così il segretario generale della Fim Cisl Lombardia, Andrea Donegà, sul successo dello sciopero e le manifestazioni dei metalmeccanici a Milano, Firenze e Napoli. A Milano oltre 30mila i lavoratori in piazza con Fim, Fiom e Uilm, arrivati da tutta la Lombardia, dal Piemonte, dal Veneto.  Ad aprire la manifestazione lo striscione “Futuro per l’industria”.

“Ci aspettiamo, ora, che l’esecutivo metta al primo posto gli investimenti su industria e lavoro, l’unica strada per dare prospettive all’Italia e risposte a chi ha bisogno, scongiurando declino industriale e sociale. I metalmeccanici hanno dimostrato di non cascare nel tranello di fermarsi agli slogan populisti senza misurare le conseguenze delle iniziative politiche nella vita di tutti i giorni. Non vogliamo correre il rischio che su lavoratori e pensionati, che pagano le tasse ogni giorno, si scarichino i costi degli interventi del Governo, alla rincorsa delle promesse irrealistiche e irresponsabili da campagna elettorale. Serve un deciso cambio di passo. Senza industria e lavoro questo Paese, presto, non riuscirà più a occuparsi nemmeno di solidarietà e assistenzialismo, perdendo speranza e riducendo gli spazi per costruire un futuro di opportunità per tutti. I metalmeccanici non si rassegneranno mai”.

Al comizio in piazza Duomo sono intervenuti delegati di aziende in difficoltà e un rappresentante del collettivo studentesco.

A nome dei sindacati ha concluso il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli. “Piazza Duomo è una piazza importante – ha esordito – . E’ la piazza dove il 25 aprile del ’45 un comandante del Cnl che si chiamava Sandro  Pertini annunciava la liberazione del paese dal Nazifascismo. Dove nel dicembre del ’59 salutavamo le vittime della strage fascista di piazza Fontana, una strage contro il movimento dei lavoratori e loro istanze. Questa piazza il 9 maggio ’78 i lavoratori della provincia di Milano la invasero spontaneamente per mostrare tutta la loro rabbia contro le Brigate Rosse e contro l’assassinio di Aldo Moro. Questa, sia chiaro, è la piazza del sindacato unitario per la democrazia, contro col fascismo e per il lavoro”.
“Al ministro dell’Interno – ha aggiunto – diciamo che non siamo d’accordo con un cambio di destinazione di uso di piazza Duomo, questa è la  nostra piazza. Non spetta al sindacato fare opposizione politica ma quando si attacca il lavoro non è un optional mobilitarsi: è il nostro dovere” e “a chi dice “prima gli italiani” noi diciamo “prima il lavoro””.

Bentivogli ha poi attaccato: “Il governo in questa permanente campagna elettorale fa un po’ come Schettino: si avvicina alla scogliera per prendere applausi ma sta facendo affondare la nave‎”. “In un anno e due mesi di governo si sta mortificando questa Italia con i condoni fiscali, i sussidi e con la fine degli investimenti sulla industria. Bisogna far ripartire il paese con equità e giustizia – ha aggiunto Bentivogli. “Il Mise e’ un diventato un luogo fantasma, si convocano per inerzia le parti ma non si trova mai nessuna soluzione. Non bastano le proroghe degli ammortizzatori sociali, ci vogliono politiche, scelte decisioni”.

“Il sindacato c’è. le lavoratrici e i lavoratori ci sono – ha detto concludendo il suo intervento -.  I metalmeccanici sono pronti. Per dare finalmente al nostro Paese una prospettiva di solidarietà, di giustizia, di lavoro e di dignità”.

 

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