Infiltrazioni mafiose, Uffici vertenze Cisl Lombardia: aumentare i controlli, per garantire i lavoratori

Milano, 1.6.2018

“Per contrastare il diffondersi delle infiltrazioni mafiose nel sistema produttivo lombardo occorre aumentare l’attività di controllo da parte delle istituzioni, Forze dell’ordine, ma anche Inps, Ispettorato del lavoro, Inail: soggetti che devono garantire il lavoratore, ma anche lo Stato”. Così il responsabile degli Uffici vertenze Cisl Lombardia, Gualtiero Biondo, nel corso dell’incontro organizzato nell’ambito del percorso formativo per gli operatori degli uffici vertenze.

Ad introdurre il tema Mattia Maestri, dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano. Al dibattito hanno partecipato, Gian Antonio Girelli, consigliere di Regione Lombardia ed ex presidente della commissione antimafia della Regione, Mirko Dolzadelli, segretario regionale Cisl Lombardia, Monica Lattanzi, della Cisl Emilia Romagna, Angelo Ribelli, segretario generale Filca Lombardia. “Mafia e camorra sono ormai radicate nel sistema lombardo, non esistono settori produttivi immuni da tale piaga – ha detto Maestri -. Movimento terra, edilizia, trasporti, ma anche commercio ristorazione e cooperative di facchinaggio subiscono l’aggressione violenta della criminalità”. Il riciclaggio del denaro, proventi di traffico di droga e di attività illecite sono il vero scopo della gestione di ogni attività, le tangenti sugli appalti e sui lavori pubblici sono alimentati con la corruzione o con i rapporti con la politica e gli apparati pubblici.

Per Gian Antonio Girelli serve “un percorso ed un’attenzione che vada oltre le saltuarie iniziative conseguenti a fatti criminosi o nelle ricorrenze delle stragi e delle mattanze di chi ha osato opporsi alla illegalità”. La scarsa attenzione ai progetti di edificazione, costruzioni di centri commerciali, speculazioni edilizie, alimentano il fenomeno e le amministrazioni sono scarsamente vigili ed attente a quello che si cela dietro tali operazioni.
Bene quindi che il sindacato si occupi di questi temi. Sindacato che, sottolinea Mirko Dolzadelli, resta un “baluardo nella difesa dei lavoratori che impiegati in aziende sono spesso trattati più da schiavi che da persone. La decurtazione delle retribuzioni, la negazioni dei diritti più elementari – ha aggiunto – sono gli elementi che contraddistinguono queste aziende”.

E’ quindi la legalità l’unico strumento che garantisce lavoro e dignità. “La mafia non dà lavoro e riduce i diritti delle persone, impoverisce il territorio, mette a rischi il sistema produttivo”, ha sottolineato il responsabile degli Uffici vertenze Cisl Lombardia. “Per questo – ha aggiunto – abbiamo chiesto di illustrare la situazione creatasi in Emilia Romagna, ove un evento tragico come il terremoto del 2010 ha scatenato una vera e propria guerra mafiosa per accaparrarsi appalti e costruzioni”.