Relazioni industriali, dialogo sociale e azione sindacale in Europa

 

Milano, 20.5.2016

Qual è il futuro del sindacato europeo? Quali prospettive per le relazioni industriali? Come dare piu’ potere ai comitati aziendali europei? Queste le domande al centro della conferenza internazionale di Cgil, Cisl e UIL Lombardia nell’ambito del progetto “Dedalus e Arianna” che si è svolta oggi a Milano coinvolgendo alcune delle confederazioni sindacali europee aderenti alla Ces e dando voce ai rappresentanti dei Cae.

Se da un lato la globalizzazione e l’influenza delle imprese multinazionali sulle economie regionali e le imprese locali dei grandi gruppi hanno reso centrale il ruolo dei comitati aziendali europei, dall’altro queste strutture sovranazionali non possono contrattare; serve quindi un rafforzamento delle loro funzioni e “Un rilancio della contrattazione transazionale” come ha  spiegato, Luca Visentini segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati sottolineando la necessita’ di mettere in campo una nuova politica economica e sociale europea. “Dobbiamo ricostruire il modo di fare sindacato e recuperare il potere negoziale all’interno di un’Europa che sia più sociale  –  ha detto Visentini – La politica di austerità non ha funzionato, prendiamone atto e costruiamo una politica economica alternativa. A Bruxelles diciamo che non sono le regole di bilancio a risollevare l’economia ma gli  investimenti pubblici”.

Negli ultimi 15 anni il sindacato europeo ha perso oltre 15 milioni di iscritti. La crisi della rappresentanza e’ ormai evidente a tutti i livelli, da quello locale a quello internazionale e necessita di una soluzione condivisa.

“Serve un sindacato europeo più forte a cui noi, come confederazioni nazionali, conferiamo piu’ poteri e cediamo alcune deleghe – ha affermato Osvaldo Domaneschi, segretario generale della Cisl Lombardia -.  Dobbiamo superare il dialogo sociale e trovare insieme, come confederazione europea dei sindacati, nuovi modelli organizzativi e partecipativi per essere più forti. Dobbiamo costruire gia’ da adesso una proposta politico sindacale per gestire il mondo del lavoro del domani, come Cgil Cisl e Uil ci stiamo provando con il progetto di un nuovo modello contrattuale.”