Scuola, sentenza Ue boccia l’Italia sui contratti dei precari

Milano, 26.11.2014
 
“La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell’Unione. Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”, è quanto scrive la Corte di giustizia europea nella sua sentenza odierna. Inoltre la legge italiana “non prevede criteri obiettivi e trasparenti per verificare se il rinnovo risponda ad un’esigenza reale, sia idoneo a conseguire l’obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine”. E “non contempla neanche altre misure dirette a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo a tali contratti”. Immediata la reazione della Cisl Scuola, che sollecita il governo a muoversi nella direzione giusta: lavoro stabile su tutti i posti di cui le scuole hanno bisogno per funzionare, a partire da una politica degli organici legata al reale fabbisogno e non vincolata dal rispetto di tetti rigidamente prefissati.  “Non è una richiesta demagogica, destinata a dilatare smisuratamente i costi – sottolinea il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima -. Si tratta infatti, in larga misura di consolidare situazioni già oggi esistenti che non vi è alcuna ragione di continuare ad affidare a lavoro precario. Si rafforza invece un’obiezione che abbiamo rivolto alla proposta di assunzioni contenuta nel rapporto Buona Scuola, che trascura la situazione di migliaia di precari al lavoro da più di tre anni i quali, non essendo inseriti nella graduatoria a esaurimento, non avrebbero titolo a essere assunti a tempo indeterminato. Un’incongruenza che oggi risalta ancor di più e che va senz’altro rimossa”.
 
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