Sindacati, Inps, Comuni e Regione fanno rete contro l’esclusione sociale

Milano, 26.9.2016
 
Calano le ore di cassa integrazione autorizzate in Lombardia nel 2015, a conferma dei segnali di ripresa. Secondo il rapporto sull’attività dell’Inps regionale presentato questa mattina nel corso di un’iniziativa organizzata da Cgil, Cisl, Uil e Inps Lombardia, il totale delle ore di cassa autorizzate è sceso da 255.363 di fine 2014 a 154.712. Preoccupa però la Cisl regionale l’esplosione del ricorso ai voucher: ben 20.938.984 ne sono stati venduti nel 2015 in Lombardia, +214% rispetto al 2014 (ne erano stati venduti 11.675.586). Un incremento che ha interessato tutte le provincie e tutti i settori economici.  “Il rapporto Inps ci dice che la crisi economica forse comincia a dare una tregua, ma anche che è necessario portare con forza l’attenzione sulla qualità del lavoro – sottolinea Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia -. I dati sull’utilizzo sempre più consistente dei voucher a 10 euro per pagare i lavoratori ci preoccupano molto, per le difficoltà di sostentamento contingenti, ma anche per le prospettive di povertà che introducono”. 
Secondo la Cisl Lombardia, affinché gli interventi contro il disagio siano efficaci, occorre vigilare sulle risorse e sulla loro allocazione, innovare gli strumenti che favoriscano l’accompagnamento di politiche di sostegno con politiche di riattivazione delle persone nella comunità. “Bisogna introdurre nuovi modelli di governance tra soggetti di policy pubblici – afferma Gilardoni – e soggetti organizzati  della società civile, che favoriscano la coprogettazione e un’innovata collaborazione, soprattutto in riferimento alle aree di nuovi bisogni”. In quest’ottica, secondo la Cisl Lombardia,  potrà essere utile l’implementazione del casellario dell’assistenza istituito presso l’Inps e il Sia, Sostegno per l’inclusione attiva . “Due strumenti innovativi di contrasto alla povertà – conclude Gilardoni – il primo sarà utile per migliorare la conoscenza dei bisogni sociali e del sistema integrato di interventi sul territorio, il secondo per favorire in modo mirato il contrasto alle situazioni di fragilità”. Uno strumento, il casellario, che avrebbe bisogno di un deciso impulso da parte dei Comuni. Al momento, infatti, 117 enti locali su 1530 hanno iniziato a usare la banca dati. “Non neghiamo le difficoltà – ha affermato Roberto Scanagatti, presidente Anci Lombardia – poiché i Comuni scontano organici sottodimensionati rispetto alle reali esigenze e gli adempimenti burocratici spesso sono eccessivi. Certamente, però, vogliamo vincere la sfida e dare risposte sempre più efficaci alle vecchie e nuove povertà, lavorando in rete con sindacati, Inps e anche la Regione”. Regione che intervenendo oggi alla presentazione del rapporto ha ribadito l’intenzione di voler lavorare in sinergia. “Le risorse, poche o tante ci sono. La buona volontà pure – ha detto Massimo Garavaglia, assessore all’Economia -. Avanti così, per trovare soluzioni concrete alle nuove forme di disagio”. L’Inps, dunque, non è solo “pensioni”. E lo dimostrano le 80 pagine del rapporto presentato oggi, fotografia di un’attività che spazia dall’erogazione della Naspi agli assegni di maternità, passando per pensioni di invalidità, la cassa integrazione, l’attività di vigilanza e tanto altro. “Un’attività che deve molto al lavoro dei patronati – ha sottolineato il direttore di Inps Lombardia, Antonio Pone – che in questi anni hanno giocato un ruolo insostituibile perché hanno assunto in capo attività dell’istituto sul territorio”. Complessivamente, secondo il presidente del Comitato regionale Inps, Maurizio Malini, il rapporto 2015 consente di verificare la propensione dell’istituto regionale di “generare valore”, sotto tutti i punti di vista. “L’obiettivo è incoraggiare la creazione di quella rete – spiega – che rende più semplice, ottimale ed efficace la risposta al bisogno”.