
Il Segretario Generale CISL Lombardia Ugo Duci ha concluso, dal palco di Piazza Vittorio Veneto a Bergamo, la Manifestazione del Primo Maggio 2024:
“Grazie di essere qui, a riempire questa storica piazza di Bergamo, con la vostra voglia di partecipare e con le vostre bandiere.
Le nostre bandiere, ancora una volta, il 1° maggio, una a fianco all’altra. A rappresentare CGIL CISL e UIL e oltre dodici milioni di lavoratrici e di lavoratori, di pensionate e pensionati.
Anche oggi ci ritroviamo insieme, a Bergamo, a Monfalcone, in tante città lombarde e italiane, per vivere un giorno di festa: La festa del lavoro.
La festa di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori. Tutti. Donne e uomini, del Nord e del Sud, di diverse generazioni, di qualsiasi cultura o fede, di qualunque etnia o paese di provenienza.
La Festa della dignità e della forza del lavoro.
Anche oggi, soprattutto oggi, vogliamo affermare il “senso” profondo del lavoro.
Vogliamo ritrovarci nel suo valore unificante. E insieme nel suo valore costituzionale.
Perché il lavoro è fondamento della Repubblica, nata dalla lotta di Liberazione dal Nazifascismo.
Per questo, oggi, come il 25 aprile e il 2 giugno, è anche una Festa della nostra democrazia.
Mai, mai dimenticare quanta fatica, quanti sacrifici e quante vite spezzate ci sono voluti per riconquistare, in Italia e in Europa, la libertà, la democrazia e con esse il bene più prezioso, oggi così in pericolo: la pace.
Anche per questo siamo fieri di esserci, in questa nostra terra forte, nobile e laboriosa, che ha conosciuto la durezza di due guerre mondiali.
Dove, nei luoghi di lavoro e nelle nostre comunità, ogni giorno s’incontrano culture, religioni, tradizioni diverse.
E si scopre la ricchezza del pluralismo, la bellezza della convivenza nella solidarietà. Della fratellanza tra lavoratori migranti e italiani.
Bergamo, che con le sue industrie, i suoi commerci, le sue esportazioni, il suo turismo, la sua arte e cultura, la sua squadra di calcio, il suo aeroporto, vive di Europa, respira Europa,
Un’Europa che da due anni è purtroppo tornata a vivere una guerra, scatenata da un autocrate sanguinario e imperialista contro un Paese sovrano, libero e democratico.
L’Unione europea deve assumere un ruolo da protagonista per un negoziato che porti al più presto a una pace giusta.
Una pace che, come afferma il Presidente Mattarella, passa per il ristabilimento del diritto internazionale e della libertà del popolo ucraino.
Altrettanto, l’Europa deve avere un ruolo più forte, per porre fine al conflitto israeliano- palestinese, aprendo la strada all’unica soluzione possibile verso una pace duratura: quella dei due Stati per due popoli.
E però, è evidente: per riuscire, l’Europa dovrà cambiare se stessa, il suo modo di essere.
C’è bisogno di un nuovo inizio europeista, di costruire insieme un’ Europa di Pace, Lavoro, Giustizia Sociale.
È indispensabile rilanciare il processo di integrazione verso il traguardo di una vera Federazione di Stati, gli Stati Uniti d’Europa.
La nuova legislatura europea dovrà avere un valore costituente.
Per rivedere e migliorare i vincoli del Patto di Stabilità.
Per politiche fiscali e di welfare comuni, che garantiscano protezioni sociali robuste e universali.
Per promuovere l’incremento dei livelli salariali, sostenendo e estendendo la contrattazione.
Per cambiare l’architettura decisionale, a partire dal superamento della regola delle decisioni all’unanimità.
La parola chiave deve essere “unificare”.
Unificare le politiche energetiche. Quelle ambientali. Delle telecomunicazioni. La politica estera, di difesa e di sicurezza.
Come unica deve essere la politica industriale, per conquistare più competitività e autorevolezza con Stati Uniti e Cina.
Un grande scatto in avanti. Questo serve.
E l’Italia deve fare la sua parte, dando forma a un’Agenda che deciderà crescita e futuro del Paese nei prossimi anni.
A partire da quello che per noi è il Primo comandamento: la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Con l’impegno di tutti su una battaglia di civiltà.
È una vergogna per il nostro paese che ogni anno ci siano più di mille morti nelle fabbriche, sui campi e nei cantieri, nelle comunità lavorative!
È indecente che per il lavoro si ammalino migliaia e migliaia di persone, che si muoia ancora oggi di amianto!
Le bonifiche vanno fatte, le famiglie risarcite, le rendite di invalidità aumentate, gli utili dell’INAIL reinvestiti in prevenzione e controlli!
E va costruito un grande patto che spezzi questa scia di sangue.
Più controlli, più prevenzione, estensione della patente a crediti, maggiori poteri agli Rls, più cultura della sicurezza…
Questo dobbiamo fare.
E poi, serve il più grande investimento di sempre su nuovi strumenti di tutela che assicurino a tutti sostegno al reddito, formazione continua e orientamento nel sistema produttivo.
Serve una nuova politica dei redditi che difenda risparmi, salari e pensioni.
Significa tra l’altro il rinnovo di tutti i contratti pubblici e privati.
Una riforma fiscale redistributiva, che sostenga i redditi medi e popolari.
Una evoluzione del sistema pensionistico nel segno della sostenibilità e dell’inclusività per giovani e donne.
Maggiori risorse sul servizio sanitario, per il pubblico impiego, la scuola, sulle politiche sociali e per la non autosufficienza.
Bisogna rilanciare gli investimenti pubblici e privati, accelerando la governance partecipata del PNRR e orientando insieme politiche industriali e infrastrutturali.
Di tutto questo, va detto, non c’è traccia in un DEF incorporeo, privo di misure e di interventi programmatici.
I passi del decreto coesione sono positivi, ma ancora insufficienti.
Bisogna confermare il taglio al cuneo, sgravare le tredicesime, rafforzare l’intervento sulle marginalità lavorative e sociali.
Poi certo, c’è il tema delle risorse.
E una cosa, su questo, vogliamo dirla forte e chiaro.
Non si pensi di procedere tornando alla logica dei tagli lineari.
E non si punti a far cassa con svendite di Stato e dismissioni pubbliche, perché non lo permetteremo.
I modi giusti per trovare le risorse ci sono.
Si riordini un sistema di incentivi illogico, che distribuisce fondi a pioggia alle imprese e si privilegino le aziende che applicano buoni contratti e puntano sulla qualità del lavoro, valorizzando contrattazione e partecipazione.
Si aumenti il carico fiscale sulle grandi rendite immobiliari e finanziarie, inasprendo la lotta all’ evasione e all’elusione.
Si realizzi un Fondo per l’economia reale che canalizzi quote di risparmio privato con garanzie e rendimenti adeguati.
Il mondo del lavoro rivendica anche oggi il diritto di entrare con competenza, intransigenza e responsabilità nelle dinamiche di decisione, ad ogni livello.
Non solo per tener fede ad una storia di protagonismo sindacale che ha significato tante conquiste, anche qui nella nostra terra.
Ma anche perché è quello che serve in questa stagione.
Remare tutti nella stessa direzione. Questo dobbiamo fare.
È il nostro compito. Il traguardo per cui spendere le nostre energie.
Insieme. Donne e uomini. Giovani e Anziani. Lavoro pubblico e lavoro privato. Italiani e migranti. Sud e Nord.
Non c’è giorno migliore del Primo Maggio per ribadirlo: il Sindacato confederale c’è. E farà fino in fondo la sua parte.
Viva il Primo Maggio! Viva il Lavoro!”

Guarda il video sul canale YouTube della CISL Bergamo:
https://youtu.be/_ERCN0PIGDc?si=k8N48Ppi_XKUmZcv: 1 maggio 2024 | Il Segretario Generale CISL Lombardia Ugo Duci a Bergamo