28 aprile – Giornata Mondiale della Salute e Sicurezza sul Lavoro

di Roberta Vaia, Segretaria Regionale CISL Lombardia

7 gennaio 2025 – caduto da una cesta sollevato da un muletto
8 gennaio 2025 – caduto dall’alto presso un cantiere edile
14 gennaio 2025 – precipitato dal tetto
22 gennaio 2025 – caduto da una scala a pioli
22 gennaio 2025 – travolto da un mezzo
24 gennaio 2025 – rinvenuto nei pressi del tornio su cui stava lavorando
25 gennaio 2025 – intossicato dal fumo dell’incendio
31 gennaio 2025 – colpito dalla caduta di travi
12 febbraio 2025 – colpito violentemente alla testa da un bullone
17 febbraio 2025 – schiacciato da un carrello mobile
25 febbraio 2025 – precipitato dal tetto
27 febbraio 2025 – trovato senza vita
27 marzo 2025 – schiacciato
27 marzo 2025 – colto da malore mentre scaricava camion
8 aprile 2025 – intrappolato nella pressa
9 aprile 2025 – precipitato da un’altezza di 12 metri
18 aprile 2025 – precipitato dal tetto

Questi sono i motivi per cui 17 lavoratori nei primi 4 mesi del 2025 hanno perso la vita in Lombardia. A questi vanno aggiunti altri 8 morti in itinere senza mezzo di trasporto.

Il 28 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro, ricorrenza istituita dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), un’occasione che non può essere solo simbolica perché simboliche non sono quelle morti.

Nel 2024, la Lombardia ha registrato purtroppo numeri allarmanti:

  • 182 morti: un giorno sì e uno no è morto un lavoratore!
  • 110.050 denunce di infortunio, con una media di oltre 300 al giorno
  • si sono registrati 4.280 casi di malattia professionale (un dato che è ancora molto sottovalutato)

Dietro ad ogni numero, c’è un volto, una famiglia, una comunità ferita.

Per la CISL Lombardia la tutela della salute e sicurezza sul lavoro non è un tema da anniversari, ma un impegno quotidiano. Insieme alle categorie, ai territori, con le delegate e i delegati, con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), lavoriamo ogni giorno per rafforzare la prevenzione, pretendere formazione, difendere il diritto a lavorare in ambienti sani, protetti e dignitosi.

La sicurezza non può essere considerata un costo da tagliare o un obbligo da aggirare. È un valore irrinunciabile. È rispetto. È civiltà. È vita.

Chiediamo alle istituzioni, alle imprese, a tutte le parti sociali di unirsi in un patto vero e operativo: servono più ispezioni, serve una formazione più efficace, serve il riconoscimento del ruolo dei rappresentanti. Servono investimenti continui per la prevenzione, l’innovazione tecnologica, l’informazione. Serve ascolto, perché troppo spesso chi lavora sa bene dove stanno i pericoli, ma non viene ascoltato.

Sicurezza è partecipazione. È contrattazione. È cultura diffusa.

E per costruirla serve il contributo di tutti: sindacati, aziende, lavoratori, cittadini.

Oggi, 28 aprile, ricordiamo chi ha perso la vita lavorando. Ma il modo migliore per onorarli è impedire che succeda ancora.  Ma finché anche un solo lavoratore rischia la vita per lavorare, la nostra campagna non è finita. Perché il lavoro deve dare futuro, non toglierlo.