Il carcere e la sua assurdità
Milano, 8.11.2021

Leonardo Di Costanzo in Ariaferma racconta di un carcere in fase di chiusura nel quale sono rimasti dei detenuti con pochi agenti soffermandosi su alcuni personaggi come un ragazzo secondino ed una ragazza prigioniera. E’ l’occasione, per il regista, per far emergere temi come quelli della convivenza e delle azioni collettive. Il carcere insomma diventa metafora della società in periodi di pandemia e non solo. Infatti il tema dell’isolamento e delle libertà è all’ordine del giorno in questi periodi sia da parte di chi accetta i limiti imposti che da chi in nome della libertà contesta regole e vaccinazioni. Ma Ariaferma è anche l’occasione per mostrare come l’affetto e l’amicizia sono presenti anche in carcere, nonostante le diffidenze. Lo stesso regista ha dichiarato che il suo film vuole denunciare l’assurdità del carcere e vi riesce sia alternando visioni dell’interno del carcere con l’esterno che evidenziando le dinamiche relazionali. Un film anomalo all’interno del panorama italiano, difficile da definire, tra il genere carcerario ed il poliziesco, servito da una bella sceneggiatura dello stesso Leonardo Di Costanzo e da interpreti straordinari come Toni Servillo e Silvio Orlando.