
Martedì 3 dicembre 2024, presso l’AC Marriot Hotel di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, si è tenuto il Consiglio Generale FNP CISL Lombardia, che ha eletto come componente di Segreteria Giovanna Mantelli, in sostituzione di Fiorella Morelli, che ha rassegnato le sue dimissioni









La Segreteria FNP CISL Lombardia è ora composta da Sergio Marcelli – Segretario Generale – affiancato da Giuseppe Saronni, Onesto Recanati e Giovanna Mantelli
Ai lavori, per la CISL Lombardia, ha partecipato il Segretario Generale Aggiunto Fabio Nava, di cui riportiamo di seguito alcune parole:
“Grazie per questa giornata, è per me un privilegio essere qui, perchè questa è una preziosa occasione per contaminarci reciprocamente. E la contaminazione è fondamentale per il lavoro che abbiamo da fare sui tanti temi che ci accomunano: comunicazione, formazione, welfare sociale, continuità associativa, sanità. Aiutiamoci a costruire il meglio per le persone che rappresentiamo unendo la saggezza, l’esperienza e la professionalità della FNP con il dinamismo, la voglia di far bene e il protagonismo della USR.
Il tempo che stiamo vivendo è un tempo difficile, complesso; ci siamo trovati a vivere un tempo che purtroppo verrà citato nei futuri libri di storia, per eventi che non pensavamo possibili o, se possibili, non pensavamo potessero ritornare mai: pandemia, una guerra ai confini europei e una crisi economica e sociale quasi senza confronti. Ma questo è il tempo che ci è dato vivere ed è in questo tempo che siamo chiamati a portare a frutto il nostro operato di rappresentanza sindacale.
Un tempo di paradossi, vi porto alcuni esempi: pretendiamo una legge che tuteli la nostra privacy, ma condividiamo con tutto il mondo sui vari social i fatti anche più privati e personali; il mondo del lavoro cerca una manodopera specializzata, ma poi si fa fatica ad investire in ricerca e formazione. E ancora, chiediamo una Unione Europea più coesa e unita, ma difendiamo gli interessi di partito o di singolo Stato. Un tempo, come qualcuno l’ha ben definito, ‘potentemente disorientante’. E così di paradosso in paradosso si finisce per alimentare l’apatia, l’indifferenza, l’individualità che se conditi da rancore e odio si possono trasformare in proteste e scontri violenti. Noi abbiamo il dovere, non solamente come CISL, ma come cittadini di condannare sempre quando la legittima protesta si trasforma in violenza, perché quando lasciamo che accada non si deve più parlare di protesta, ma caos sociale. E allora cosa fare?
È il tempo per scelte di coraggio, è il tempo dove ritrovare la voglia di gridare ancora a gran voce ‘sindacato, sindacato, sindacato’. Un sindacato che cresce nella sua etimologia, ovvero nella voglia di una giustizia d’insieme, una autentica giustizia sociale ed economica che non si è conquistata una volta per sempre. Occorre parlare, discutere e comunicare in ogni occasione e modalità il nostro modo di fare sindacato, quello della contrattazione e della responsabilità, quello della rappresentanza e della tutela sindacale da non confondere con l’opposizione politica. Ecco perché occorre riflettere insieme sul pericolo del richiamo alla rivolta sociale e dell’abuso, con il rischio del depotenziamento, del diritto di sciopero. Un diritto importantissimo e pertanto da maneggiare con grande cura, altrimenti rischia di trasformarsi in un boomerang di antipatico disagio pubblico.
E attenzione a dare facili commenti sulla Legge di bilancio 2025 togliendoli dal contesto economico e sociale che stiamo vivendo, perchè parlare di ulteriori manovre in deficit, significa caricare sulle spalle delle nuove generazioni altri debiti e si sa, i debiti prima o poi vanno pagati da qualcuno.
Con la fase congressuale alle porte abbiamo una grossa opportunità da non perdere: rilanciare un lavoro equo, giusto è una questione di dignità e di identità, dove la persona deve sentirsi veramente al centro. E da qui contrapporre alla rivolta sociale la nostra proposta di Legge sulla partecipazione, una partecipazione che veda la persona riconoscersi in un ruolo di valore essenziale anche per il bene comune. Una vera “rivoluzione” economica e sociale, oltre che aziendale, al passo con i tempi.
Occorre una comunicazione forte e chiara che spieghi come con un nuovo patto sociale, così come proposto dalla CISL, il Paese può ripartire e crescere in un modo nuovo, condiviso e redistribuito in oneri e onori.
Infine ancora un richiamo: continua a lasciarmi perplesso e angosciato il grido inascoltato di Papa Francesco di far cessare le tante, troppe guerre che devastano il mondo. È quantomeno curioso che mentre in un Paese libero civile e democratico come l’Italia si inneggia la ‘rivolta sociale’, in Svezia, un Paese altrettanto libero civile e democratico, è stata appena distribuita alla popolazione una guida su come comportarsi in caso di una imminente guerra e in Germania si stanno riabilitando e rinnovando bunker della seconda guerra mondiale. Anche noi non dobbiamo stancarci in ogni occasione e tavolo guadagnato di chiedere a gran voce la pace. È una cosa difficile, ma se ci abituiamo a dirlo tutti i giorni, qualcuno prima o poi ci dovrà ascoltare“



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