Lunedì 15 dicembre 2025, presso gli spazi di Mosso a Milano, si è svolto il Consiglio Generale della FIRST CISL Lombardia, alla presenza del Segretario Generale della CISL Lombardia Fabio Nava.
“Questi Consigli Generali non sono momenti formali, né passaggi dovuti – ha affermato il Segretario – sono spazi preziosi per fermarsi e dirci la verità. Per capire a che punto siamo arrivati, che cosa sta cambiando intorno a noi e se il nostro modo di fare sindacato è ancora all’altezza del tempo che viviamo”.
Dalla pandemia alle guerre: la fine delle certezze consolidate
La riflessione si è allargata alle guerre e alle tensioni geopolitiche, che hanno messo in discussione certezze che sembravano acquisite: “chi avrebbe mai pensato, solo pochi anni fa, di vivere una pandemia come quella che abbiamo vissuto? La frenesia dei tempi rischia di triturare tutto“. Da qui la distinzione netta tra ciò che appare urgente e ciò che è davvero necessario per comprendere i processi: “siamo continuamente attratti dall’ultima notizia, dall’emergenza del momento. Ma l’urgente non coincide quasi mai con il necessario. Il necessario richiede tempo, riflessione, capacità di andare in profondità“.
Un mondo interconnesso: il sindacato dentro la storia
Nel suo intervento, Nava ha ribadito come oggi non sia più possibile separare l’azione sindacale dal contesto globale: economia, politica internazionale, conflitti e scelte strategiche incidono direttamente sulle condizioni di lavoro e sulla vita delle persone. In questo quadro, il Segretario ha richiamato un punto di metodo: non inseguire le emergenze, ma governare i processi, perché la geopolitica – oggi – si traduce in filiere, energia, investimenti, tecnologia, e quindi in qualità del lavoro e stabilità sociale. Un Paese e un’Europa più capaci di decidere e proteggere rendono anche il lavoro meno solo e più forte.
Autonomia e riformismo: una domanda aperta all’organizzazione
Nava ha posto una domanda che tocca direttamente l’identità della CISL e della FIRST: “oggi la CISL, e la FIRST, sono davvero ancora il sindacato dell’autonomia e il sindacato riformista?“. E ha rilanciato un valore decisivo per la credibilità: “abbiamo cercato in tutti i modi di essere coerenti, essere autonomi e riformisti, nel tempo che viviamo, non è uno slogan: è una pratica quotidiana fatta di serietà, proposta, capacità di negoziare e costruire risultati. È anche la condizione per tenere insieme – senza strappi – ciò che oggi serve al Paese: istituzioni, lavoro, imprese e territori, ognuno nel proprio ruolo e con la propria responsabilità“.
Giovani e partecipazione: una richiesta chiara
Sul rapporto con le nuove generazioni, Nava ha invitato a superare semplificazioni e luoghi comuni: i giovani non sono disinteressati, ma chiedono protagonismo e partecipazione reale. In particolare, ha citato i dati di un’indagine CISL Lombardia – BiblioLavoro: “il 94% dei giovani iscritti under 36 ci ha detto che la forma migliore per avvicinarsi al sindacato è la partecipazione. Partecipazione vera, non solo formale“. È un segnale forte: la partecipazione non è “un tema tra i tanti”, ma una leva per ricostruire fiducia e senso del lavoro, dentro una società interconnessa eppure sempre più sola.
Vicinanza, competenza ed empatia come stile sindacale
Nel tratteggiare il profilo del sindacato di oggi, Nava ha indicato tre elementi che devono caratterizzare l’azione quotidiana: vicinanza, professionalità ed empatia: “quando una persona viene da noi, la prima cosa che cerca è qualcuno che l’ascolti, poi serve la competenza e infine serve empatia».
Contrattazione e concertazione in un quadro che cambia
Il Segretario ha ribadito la centralità della contrattazione, che “resta lo strumento principe per rilanciare i salari e i diritti, ma non è più solo nazionale o aziendale. Oggi si contratta in Europa, nei territori, con le istituzioni“. E accanto alla contrattazione, la necessità di una stagione nuova di concertazione, non nostalgica, ma più agile e capace di mettere insieme sindacato, istituzioni e politica per affrontare insieme le trasformazioni in corso e costruire scelte condivise.
Una scelta di campo
In chiusura, Nava ha richiamato la necessità di “stare dalla parte di chi costruisce”: “il mondo funziona ancora perché c’è chi fa il proprio lavoro con passione, chi non si limita a puntare il dito ma prova a fare qualcosa di concreto“. E ha ribadito il legame tra confederazione e categorie: “non esiste una CISL senza le categorie ed ogni iscritto perso è una perdita per tutta la CISL. Perciò vi dico che, se la CISL Lombardia può fare qualcosa anche in tal senso, la mia porta è sempre aperta“.






