Milano, 8.11.2016

D’altronde i dati sono sotto gli occhi di tutti: secondo una ricerca di Federalberghi, “a Bergamo, nell’agosto scorso, su Airbnb risultavano censiti 448 alloggi: erano 6 nel 2010, 163 nel 2013 e 395 nel 2015”. Inoltre, secondo i dati dell’Osservatorio Turistico della Provincia di Bergamo, dal 2010 al 2015 il numero dei bed&breakfast è raddoppiato: erano 193 nel 2010, mentre, alla fine dello scorso anno, se ne contavano 329. Nello stesso periodo l’incremento ha riguardato anche le case vacanza: sono salite da 58 a 210. Un balzo in avanti anche per i rifugi collocati sulle nostre montagne, quelli dotati di camere per i pernottamenti sono saliti da 28 a 42, con un incremento del 50%. Ancora più forte la crescita degli affittacamere, che in totale nella Bergamasca erano sessantaquattro nel 2010 e che alla fine dello scorso anno si trovavano a quota 180. “A fronte del boom delle forme di turismo diffuso, i dati ufficiali registrano una pesante regressione (-3,9%) del giro d’affari proprio nei mesi di luglio, agosto e settembre, quelli cioè a maggior impatto turistico. I conti non tornano. Il turismo – ribadisce il segretario provinciale della Fisascat Cisl – è la principale risorsa di sviluppo anche per la nostra provincia, ma serve una politica di contrasto al nero ed al precariato, e politiche di incentivazione per le attività sane e per chi crea nuovi posti di lavoro. Auspichiamo che la cabina di regia provinciale affronti con la partecipazione del Sindacato il tema, strategico per il nostro futuro”.