
Mercoledì 23 aprile 2025, davanti alla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio a Mantova, si è svolta la cerimonia della posa di sei pietre d’inciampo, dedicate a sei partigiani – Don Costante Berselli, Luigi Boselli, Giovanni Ferraiolo, Franco Finetti, Aldo Salvadori e Spartaco Spaggiari – che da quella canonica inviavano informazioni ai servizi segreti britannici con una radio nascosta. Furono scoperti dai nazisti il 2 agosto 1944 e deportati a Dachau.
Per la CISL Lombardia era presente il Segretario Generale Fabio Nava.
Di seguito il suo saluto alla cerimonia:
“Amiche e amici,
un sincero ringraziamento per l’invito. È per me un vero onore, oltre che piacere, essere qui con voi a questa importante iniziativa. La mia presenza vuole essere la viva testimonianza della vicinanza dell’intera CISL lombarda al vostro territorio e alla cerimonia di commemorazione alla quale abbiamo tutti così intensamente partecipato.
Oggi siamo qui, davanti a queste pietre d’inciampo, per compiere un gesto semplice e allo stesso tempo profondo: fermarci. Fermarci a riflettere, Fermarci a pensare.
Fermarci per ricordare sei uomini – don Costante Berselli, Luigi Boselli, Giovanni Ferraiolo, Franco Finetti, Aldo Salvadori e Spartaco Spaggiari – che scelsero il coraggio quando sarebbe stato ben più facile tacere.
Attraverso una radio nascosta nella canonica di questa chiesa, portarono al mondo la voce della libertà, in un tempo in cui la libertà sembrava ormai smarrita senza alcuna possibilità di ritorno.
Scoperti, furono deportati a Dachau.
Solo due di loro riuscirono a tornare a casa.
Gli altri trovarono la morte, ma non il silenzio: la loro testimonianza continua a parlare oggi, e a scuotere le coscienze di ciascuno di noi. Queste pietre, così piccole e così umili, sono lì per farci inciampare. Non nel corpo, ma nel pensiero.
Sono lì per farci rallentare, per farci domandare chi siamo, da dove veniamo, e soprattutto quale futuro vogliamo costruire.
La memoria non è solo un dovere verso il passato.
La memoria è un impegno verso il futuro.
Perché libertà, democrazia e dignità umana non sono valori conquistati una volta per sempre: possono vivere solo dentro scelte quotidiane.
Come sindacalista, so che la dignità del lavoro e parte essenziale di questa eredità.
Ogni volta che costruiamo un luogo di lavoro più giusto, più sicuro, più rispettoso della persona, onoriamo anche il sacrificio di chi ha lottato proprio per un mondo libero.
Oggi, queste Pietre d’Inciampo diventano semi di consapevolezza.
E noi abbiamo il dovere di farti germogliare: nell’impegno civile, nel rispetto reciproco, nella difesa dei diritti di tutti, nell’impegno a non voltare mai lo sguardo di fronte alle ingiustizie.
Che il loro esempio ci accompagni.
Che ogni inciampo sia per noi, da oggi, occasione di riflessione, di crescita, di rinnovato impegno per un mondo più equo e giusto“





















