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Cinema e lavoro nel 2009

Poco presente e snobbato il cinema italiano sul tema del lavoro

Milano, 2.5.2019

Anno per alcuni aspetti meno interessante di altri questo 2009 sotto il versante dell’economia e del lavoro almeno per quanto riguarda il cinema italiano. Ma partiamo dai risultati al botteghino. La stagione è stata caratterizzata dal successo, anche grazie al lancio del 3D, di Avatar diretto da James Cameron. Un successo che ha messo d’accordo sia pubblico che critica così come il cartone animato dell’anno: UP della Pixar-Disney per la regia della coppia Pete Docter e Bob Peterson. Tra i film italiani buon successo ha avuto la commedia di Giovanni Veronesi Italians. Sotto il profilo della qualità vanno segnalati alcuni film della nostra cinematografia a partire da una delle migliori opere di Marco Bellocchio: Vincere, senz’altro uno dei film antifascisti più interessanti. Sempre legato ad episodi tragici della seconda guerra mondiale va segnalata la seconda opera di Giorgio Diritti dal titolo L’uomo che verrà. Altri film hanno rappresentato in modo mirabile il tema delle migrazioni pur non entrando in merito alla questione lavoro. Citiamo tra gli altri Welcome di Philippe Lioret su un curdo immigrato clandestino che vuole attraversare la manica a nuoto. Infine la critica è impegnata a discutere il film di Quentin Tarantino Bastardi senza gloria, mentre colpisce il film di Pietro Marcello La bocca del lupo. Ermanno Olmi invece spezza una lancia a favore di Slow food con Terra madre. Infine la segnalazione di un corto animato come Logorama, Oscar 2010 per il miglior cortometraggio animato sul tema dei marchi pubblicitari diretto da François Alaux, Hervé de Crécy, e Ludovic Houplain.

Ma veniamo al nostro tema partendo, come al solito, dalla cinematografia americana che ci offre una splendida opera di denuncia verso il capitalismo da parte di Michael Moore che affronta problemi come quello dei poveri che votano per i ricchi, sperando di diventare come loro e la disinformazione dei mass media (problemi di stretta attualità ancora oggi) nel documentario Capitalism: A Love Story. Dagli Usa arriva anche la commedia Tra le nuvole diretta da Jason Reitman ove il protagonista principale lavora in una società che “elimina il materiale umano in decadenza”. È impegnato nel programmare licenziamenti ma è anche una persona che evita ogni responsabilità. Un personaggio spietato ma a suo modo affascinante in una realtà caratterizzata da crisi economica e licenziamenti di massa interpretato da George Clooney. Altro personaggio arido è quello della ambiziosa dirigente chiamata a ristrutturare uno stabilimento che si innamora di un sindacalista nella commedia New in Town del regista Jonas Elmer. Un film di animazione invece pone la questione del consumismo e della società della sovralimentazione in un mondo ove si soffre la fame. Si tratta di Piovono polpette diretto da Phil Lord e Chris Miller. Un’operaia immigrata clandestina è uno dei personaggi del film corale, ma poco riuscito, Crossing Over di Wayne Kramer. Un film sull’emigrazione dalle zone povere del mondo verso i paesi ricchi.

Lasciamo gli Usa per trasferirci in Cile da dove arriva una commedia drammatica su di una governante e dei suoi rapporti con i padroni ed altri personaggi come una cameriera ed una ironica e giovane donna di campagna. Il film, che affronta temi come quelli del rapporto tra ricchi e poveri o di padroni e servitori premiato al Torino Film Festival si intitola Affetti e dispetti ed è diretto da Sebastián Silva.
Altro continente ed andiamo in Cina per citare il film di Felix Chong ed Alan Mak intitolato Overheard che parla degli illeciti dell’alta finanza ed avrà ben altri due sequel. Si tratta di un thriller che affronta anche i temi della informazione e degli insabbiamenti oltre al fascino del denaro facile. Un film dalla trama fitta con doppi giochi ed il marcio che la ricchezza copre.
Approdiamo quindi in Europa e precisamente in Gran Bretagna per esaminare l’ennesima fatica di Ken Loach dal titolo Il mio amico Eric. Questa volta il regista gira un film divertente su di un impiegato postale fallito nella vita ma non sul lavoro dove ha un bel rapporto con i colleghi che lo aiuteranno a liberarsi da un gangster. Al centro del film anche la figura di Eric Cantona, ex giocatore del Manchester United, e sulla positività dei miti quando essi sono modelli etici, oltre che sulla solidarietà ancora possibile in questo mondo. Un film a suo modo ottimista senza comunque dimenticare i problemi sociali. Dall’Inghilterra arriva anche The Age of Stupid della documentarista Fanny Armstrong su come l’economia sta rovinando il pianeta anche grazie alla stupidità del genere umano come dichiara il titolo.
Dalla Germania arriva invece Teneri parassiti della coppia di registi Christian Becker ed Oliver Schwabe sulla figura di due giovani che vivono in un accampamento auto costruito e scelgono di non lavorare per darsi alla bella vita. Un film che denuncia la crisi di questa società che punta solo alla sopravvivenza.
L’anziano regista portoghese Manoel de Oliveira all’età di 101 anni ci consegna, prima di morire, l’ennesimo film teatrale dal titolo Singolarità di una ragazza bionda attualizzando la tematica economico-finanziaria dichiarando come senza lavoro c’è solo la povertà. Lo fa seguendo la storia di un impiegato innamorato della ragazza del titolo che viene licenziato dallo zio per dissensi in merito alla vicenda. Un film lento che divide pubblico e critica ma che ha dei riferimenti ben precisi sulla crisi odierna.
Dalla Polonia arriva la biografia del sacerdote Jerzy Popieluszko diretta da Rafal Wieczynski. Nella sua parrocchia di un quartiere operaio di Varsavia, Popieluszko fu assassinato dai servizi segreti ma dopo la sua morte divenne l’emblema del coraggio nella lotta per la libertà del sindacato autonomo di Solidarnosc della quale era l’anima spirituale di riferimento.
Dalla Francia arriva un bel film pacifista che si scaglia contro le industrie degli armamenti. Si intitola L’esplosivo piano di Bazil ed è diretto da Jean-Pierre Jeunet. Il padre ucciso da una mina e Bazil colpito da una pallottola che lo lascia menomato senza casa né lavoro viene accolto da una comunità che ricicla la spazzatura a Parigi finchè scopre i fabbricanti delle armi letali che hanno cambiato il suo futuro e prepara la vendetta. François Ozon è invece il regista di Ricky – Una storia d’amore e libertà, su di una operaia che ha un rapporto con un collega spagnolo rimanendo incinta. Ne nasce un figlio che è un incrocio tra un uomo ed un uccello che nel momento in cui viene scoperto diventa preda dei media. Un melodramma sociale forse non totalmente riuscito ma che nella sua bizzarria emoziona.

Ed eccoci al nostro Paese che produce qualche opera interessante ma poco vista come ad esempio Alza la testa di Alessandro Angelini su di un operaio ex pugile ed il rapporto con il figlio ed un mondo dove esistono anche gli stranieri ed i transessuali sui quali scattano i pregiudizi del nostro protagonista. Anche il documentario di Sergio Basso, Giallo a Milano, sulla comunità cinese che gravita intorno a via Paolo Sarpi è stato poco visto. In tema di lavoro è interessante leggere come secondo i cinesi, gli italiani sono pigri, pur in una città che fa del culto del lavoro il suo essere diversa. Da citare La straniera di Marco Turco, snobbata dal pubblico, mentre il film sulla storia di una clandestina a Torino che, non trovando lavoro, si prostituisce fino a trovare l’amore di un connazionale racconta molto della società africana e del comportamento delle forze dell’ordine con gli immigrati clandestini. Dalle terre di nessuno è invece un documentario che racconta come le fabbriche della periferia nord di Milano hanno lasciato il posto all’università con relativi studenti mentre nel vuoto lasciato dalla grande fabbrica chimica è nato un campo rom illegale. Il regista risponde al nome di Elvio Annese. Qualche altra opera del nostro cinema parla della storia delle lotte del ’68 o del successivo terrorismo. Il primo è raccontato da Il grande sogno di Michele Placido che racconta la storia di un proletario arruolatosi nella polizia e mandato come infiltrato tra gli studenti si innamora di una ragazza borghese a sua volta indecisa tra lui ed un ex operaio ora leader studentesco. Il secondo da La prima linea di Renato De Maria sulle vicende di Sergio Segio, uno dei fondatori del gruppo armato. Rimanendo sulla storia vera da ricordare il racconto della vicenda del trafugamento della bara di Enrico Cuccia, l’ex presidente di Mediobanca. I responsabili un piccolo imprenditore fallito, ed un operaio, ambedue incapaci. Il film si intitola L’ultimo Crodino diretto da Umberto Spinazzola e fa divertire e riflettere. Ultima segnalazione su di un cortometraggio che racconta la vita quotidiana di un operaio: si tratta di Spectrums di Michele Causero.

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