Cinema e lavoro – Cosmopolis

Un film di David Cronenberg (Canada/Francia 2012)

Milano, 1.9.2020

Regia: David Cronenberg – Sceneggiatura: David Cronenberg – Fotografia: Peter Suschitzky – Montaggio: Ronald Sanders – Musiche: Howard Shore – Interpreti: Robert Pattinson, Paul Giamatti, Jay Baruchel, Kevin Durand, Juliette Binoche, Emily Hampshire, Mathieu Amalric, Sarah Gadon, Jadyn Wong, Samantha Morton – Produzione: Alfama Films, Kinology, Prospero Pictures – Distribuzione: 01 Distribution – Durata: 105 min.

Il miliardario Eric Packer, dopo una disastrosa giornata a Wall Street, decide di attraversare Manhattan a bordo della sua limousine per raggiungere dall’altra parte della città la bottega del suo barbiere di fiducia. Non vi è alcuna necessità reale, si tratta di una scelta bizzarra, una specie di scommessa con se stesso e con le numerose ritrose che guastano la sua pettinatura. L’auto procede a passo d’uomo, New York è bloccata: la visita del presidente degli Stati Uniti d’America, il funerale di una celebre star del rap e, non ultima, una manifestazione di anarchici ne paralizzano il traffico. Elise Shifrin, la donna che recentemente ha sposato, disattende subito le sue aspettative e inibisce a Eric tutte le conoscenze utili di cui pure è in possesso e che gli sarebbero necessarie a risolvere lo scivolamento sul mercato azionario. Invano Eric chiederà ad altre donne di uscire dalle ambiguità che complicano la sua posizione e nemmeno l’esperta Didi Fancher, sua manager personale, sa consigliargli nulla di più che l’attesa, invitandolo nel frattempo all’acquisto di un Rothko che presto sarà sul mercato. Nella sua limousine, pur tenendo riunioni importanti sulla sicurezza della sua società, Eric ha il suo medico privato che svolge su di lui uno scrupoloso check-up giornaliero. Eric si preoccupa per la sua prostata asimmetrica, così come recita la diagnosi specialistica. Tuttavia i disordini in città sembrano placarsi, ma nuove indiscrezioni turbano nuovamente i suoi affari, al punto che Eric si vede costretto prima ad assassinare il capo della sicurezza e poi a dismettere frettolosamente uno degli assi portanti del suo impero finanziario. Un’operazione che lo renderà vulnerabile agli attacchi speculativi i quali determineranno la sua repentina fine proprio per mano di chi aveva propiziato l’iniziale successo della sua immagine finanziaria.

Il mondo economico impermeabile alla realtà del quale la limousine diventa la metafora raccontato in un film sperimentale che parla della voracità senza nessun controllo.

LA CRITICA

Cosmopolis è un film estenuante, spiazzante, che riesce perfettamente nei suoi intenti evocativi anche laddove non riesce come cinema. È una traduzione lettereale del romanzo di De Lillo, una scatola cristallina e trasparente che contiene il vuoto e il suo orrore. Che ti si piazza davanti agli occhi, occupando lo sguardo ma senza occuparlo al tempo stesso. (Federico Gironi)

Packer è qualcuno che prevede le cose prima che succedano, anche l’impennarsi dello yuan cinese (nel romanzo era lo yen giapponese…) che gli sta sgretolando il suo impero di dollari. In questo film allucinante, apparentemente realistico e asettico, sul potere del denaro e sui modi in cui influenza il mondo, si fantastica su un’unità monetaria col topo al posto del dollaro (e lo si vede gigantesco). “Uno spettro si aggira per l’Europa” scrisse nell’800 Karl Marx, parlando del comunismo. Qui lo spettro è quello del capitalismo. Convinto che si possa comprare tutto, Packer è consapevole della propria fine, ma non ha previsto l’incontro con Benno Levin (un memorabile Giamatti) che occupa gli ultimi 20 minuti di dialogo puro, con finale a sorpresa. Un motivo in più per vedere Cosmopolis. (Morando Morandini)

Packer incontrerà in diversi quadri distinti un operatore monetario, la consulente artistica, la direttrice finanziaria dell’azienda, un medico e la sua guardia del corpo. In questa sequenza abbiamo la messa in scena di un capitalismo finanziario virtuale, sempre connesso, dove Packer è un golden boy della finanza creativa. Packer si muove in un mondo “tenuto insieme da una serie di reti sovrapposte: reti di borse valori, di canali televisivi, di computer o di stati. Le reti sono luoghi di “flusso”: flusso di potere, capitale, informazione; un processo ormai essenzialmente libero da vincoli spaziali e temporali” .
Un capitalismo fatto di speculazioni monetarie e del resto lo stesso Packer ordina al suo giovane operatore monetario di 22 anni di puntare sul mancato rialzo dello yuan. E qui inizia tutto un gioco sul seguire i flussi e gli andamenti monetari e poi una dissertazione sul topo come nuova moneta. Che richiama la citazione in esergo “il topo diventò l’unità monetaria” di Zbigniew Herbert e topi veri e di cartapesta si vedranno durante la prima parte di Cosmopolis, dove il viaggio di Packer sarà anche l’attraversamento di una città sull’orlo del caos politico-sociale. Dove il conflitto tra i pochi che hanno molto e i tanti che hanno poco è messo in atto, ma dove i due mondi sono separati….. Siamo in un mondo dove “l’unica scelta possibile” è “quella tra la dittatura del mercato e la dittatura del governo sui bisogni, come se l’unica forma di cittadinanza fosse quella basata sul consumismo. È questa (e soltanto questa) la forma che i mercati finanziari e commerciali sarebbero disposti a tollerare” ….. Packer è il rappresentante di una classe dominante che trascende i confini terrestri delle nazioni e si pone al di sopra di essi, basati su “l’economia politica dell’incertezza” basato su “l’insieme delle regole per porre fine a ogni regola” imposte dalle potenze extraterritoriali della finanza, del capitale e del commercio alle autorità politiche locali” . Ed è anche la causa del caos che lo circonda, rimanendone assolutamente indifferente. (Antonio Pettierre – Taxidrivers)