Cinema e lavoro – Nessun messaggio in segreteria

Milano, 3.7.2018

REGIA: Paolo Genovese, Luca Miniero SCENEGGIATURA: Luca Miniero, Paolo Genovese FOTOGRAFIA: Mario Amura MONTAGGIO: Paola Freddi MUSICHE: Roberto Lanzillotta, Gabriele Benigni INTERPRETI: Carlo Delle Piane, Pierfrancesco Favino, Lorenza Indovina, Nicole Murgia, Nathalie Guetta, Valerio Mastandrea, Anna Falchi, Gianni Ferreri, Simona Caparrini PRODUZIONE: A-Movie Productions DISTRIBUZIONE: Moviemax DURATA: 98 Min.

Walter, un pensionato di 70 anni che non sa come occupare il suo tempo libero, un giorno legge questa notizia sul giornale: “Allarmanti i dati Istat sull’occupazione: per ogni giovane che lavora c’è un anziano che sta in pensione.” Da quel momento decide che deve trovare il “suo” giovane e diventarne l’angelo custode. Con l’aiuto della piccola vicina di casa, Sara, Walter individua in Piero, il giovane che lavora per lui, ma Piero è un timido cronico, innamorato di una spazzina che vede di notte dalla finestra di casa sua e alla quale non ha il coraggio di dichiararsi. Walter sarà costretto a dargli consigli, dalla camicia da mettere all’approccio sessuale, finendo per trasformare Piero in un altro uomo.

Affrontare un problema reale come l’invecchiamento della popolazione e lo squilibrio provocato nelle casse dell’Inps utilizzato come spunto per una commedia poteva essere una operazione pericolosa ma gli autori hanno vinto la sfida ed il film lo si gusta anche oggi quando la condizione di partenza è forse peggiorata.

LA CRITICA

“Carlo delle Piane va a trovare il suo e trova nel bravo Pier Francesco Favino un impiegato timido che non riesce a entrare nell’ uovo della vita. Lo prenderà per mano, anche con conflitto di interessi, in una storia di gelosia & amicizia, rancori & rimorsi in cui non è estranea una vena surreale (sdoppiamento schizofrenico) fra i poli dell’ ideale femminile, la raccogli rifiuto e la ballerina da peep show. Genovese e Miniero, autori dello spiritoso ‘Incantesimo napoletano’, offrono una glossa generosa e delicata alla sociologia del made in Italy di oggi con un film povero ma bello, intelligente, sensibile ma non strappacore e molto ben recitato”. (Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera, 14 maggio 2005)

“La coppia formata da Luca Miniero e Paolo Genovese ritenta il colpo della commedia favolistica che aveva fatto del loro precedente minuscolo film ‘Incantesimo Napoletano’ un vero caso. (…) La premessa c’è e promette divertimento intelligente, lo svolgimento è meno leggero e più affannato rispetto a un precedente che motivava molta attenzione. Favino ha fatto e può fare di meglio”. (Paolo D’Agostini, ‘la Repubblica’, 20 maggio 2005)

“Dopo ‘Incantesimo napoletano’, Genovese e Miniero tornano al bizzarro. (…) L’avvio è curioso. Ed è buffo, anche se solo accennato, il fatto che il giovane interpretato da Pier Francesco Favino quando è timido, quando si scioglie ha la faccia di Valerio Mastandrea. Il vero merito del film, però, è di Carlo Delle Piane fra l’ironico e il comico”. (Gian Luigi Rondi, ‘Il Tempo’, 21 maggio 2005)

“Come il divertente ‘Incantesimo Napoletano’, ‘Nessun messaggio in segreteria’ di Paolo Genovese e Luca Miniero parte da un dato molto realistico ma sceglie di portarlo alle estreme conseguenze. E diventa quindi una commedia surreale, recitata però senza macchiettismi o forzature. Su tutti, svetta il personaggio del pensionato, interpretato da un Carlo Delle Piane ispirato, molto in forma. Troppo, perché non si noti la differenza con tutto il resto. Ma l’idea è buona, il film fa sorridere e riesce anche a raccontare con leggerezza le difficoltà di vivere in una città come Roma. Genovese e Miniero ci faranno vedere ancora molte cose”. (Roberta Bottari, ‘Il Messaggero’, 27 maggio 2005)

L’opera seconda del duo Genovese-Miniero, all’indomani del promettente esordio di “Incantesimo napoletano”, delude molto le attese e lascia più di un dubbio. L’importanza di alcuni temi che attraversano la storiellina (la solitudine dell’anziano, l’aspetto vincente dell’autenticità…) dovrebbe essere rinvigorita dal taglio favolistico, dalle cadenze surreali. Ma il gioco è difficile e non sempre riesce. (Commissione Nazionale valutazione film della Cei)