Consiglio Generale dell’UST CISL Brescia

Mercoledì 5 aprile presso l’Auditorium “G. Usanza” della sede CISL di Brescia Via Altipiano d’Asiago 3 si è tenuto il Consiglio Generale dell’UST CISL Brescia.

Il commento del Segretario Generale CISL Brescia – Alberto Pluda

“Nella fase più delicata della messa a punto del PNRR si è inserito il nuovo governo, che ha mostrato minor sensibilità temi che hanno caratterizzato l’Italia negli ultimi anni, come la pandemia, l’immigrazione e i rapporti con l’Europa. In mezzo a questo si è inserita anche l’inflazione, che si è scesa, ma ha eroso e continua ad erodere salari e pensioni. In questa fase di grande incertezza, la crisi energetica e la guerra si sono abbattute come una tempesta perfetta su imprese e persone, per questo al Governo vogliamo dire che ridurre il confronto con le parti sociali a mera consultazione è sbagliato.
La CISL ha sollecitato e continua a sollecitare una stagione di confronto con il Governo in materia di politiche attive, formazione, crescita delle competenze, fisco, salute e sicurezza, per poi pensare ad una visione di ampio respiro in merito alle politiche industriali ed energetiche. In quest’ottica l’incontro unitario tenutosi a Roma tra Sbarra, Landini e Bombardieri, che ha definito un percorso di mobilitazione con imprese e cittadini per riallacciare il dialogo e il confronto, esattamente il contrario di quello che sta avvenendo per la riforma del Fisco: la CISL è contraria a qualsiasi misura che riduca la progressività; bisogna tagliare le tasse ai lavoratori e ai pensionati che ogni anno pagano fino all’ultimo centesimo e c’è bisogno di una riforma delle pensioni, che inserisca, accanto al sistema contributivo, un’età che consenta un’uscita dignitosa dal lavoro (come CISL si è pensato ai 62 anni).

Una buona notizia: la Camera ha dato il via definitivo ad una legge delega in matiera di politiche in favore delle persone anziane e molte misure fanno riferimento al Patto per il nuovo welfare, che permette di regolare l’assistenza degli anziani non autosufficienti e la CISL intende accompagnare tutto il percorso.

Un’altra buona notizia: la legge di iniziativa popolare sulla partecipazione verrà depositata il 20 aprile, mentre il 30 aprile (compleanno della CISL) – 1 maggio (festa dei lavoratori) partirà la raccolta firme, che sarà importante per aprire una stagione nuova del rapporto tra capitale e lavoro, puntando in alto come la CISL ha saputo fare anche nei momenti più difficoltosi.

Andando nello specifico sul nostro territorio, la CISL è il primo sindacato dei lavoratori attivi del bresciano: 44722 tesserati, contro 37297 della CGIL e 14367 della UIL ed è un dato che è il frutto della capicità di resilienza delle nostre categorie, di essere sempre e solo sindacato, della capacità di trovare soluzioni, di un sistema dei servizi capace di creare relazioni; allo stesso tempo questo dato genera anche una maggiore responsabilità.
In questo si inserisce il ruolo fondamentale della formazione: come CISL Brescia abbiamo avviato un percorso di formazione, per fornire le competenze necessarie ai nostri delegati; questo corso si chiama “Now”, in quanto bisogna pensare al presente, per poi guardare al futuro.
Dal 2012 la CISL regionale ha accorpato la CISL della Valle Camonica alla CISL di Brescia, diversamente da quanto ha fatto la CGIL che ha mantenuto una sede sul territorio: questo ha aperto delle problematiche a livello di gestione e di rappresentanza politica della zona, che è una delle più grandi zone montane; nonostante l’impegno e gli sforzi, infatti, l’impossibilità di un presidio diffuso ha fatto sì che molti servizi si rivolgessero alla sigla sindacale più visibile (la CISL): per questo la CISL Brescia ha deciso di costituire un gruppo di lavoro con un referente (Francesco Diomaiuta), per monitorare meglio la zona e competere almeno a parità di mezzi con l’altra realtà sindacale camuna.

Sul territorio bresciano la CISL ha sottoscritto diversi alcune questioni rilevanti come cisl definire attraverso Protocolli condivisi:

  • sul tema della sicurezza sul lavoro: 13 associazioni datoriali bresciane, insieme a CGIL, CISL e UIL, hanno sottoscritto un protocollo in materia di sicurezza sul lavoro per il benessere dei lavoratori e la competitività delle imprese, con la costituzione di gruppi dedicati che diffondano informazione, formazione e condividano i dati; questo è il primo Protocollo a livello nazionale e non poteva essere che così, visto il primato di cui Brescia è protagonista: in Italia la percentuale di infortuni sul lavoro è dell’8.7%, che diventa 9.8% in Lombardia e sale a 21.4% a Brescia; di questi i decessi si attestano allo 0.1% in Italia, 3.5% in Lombardia e 6.3% a Brescia
  • sul tema della legalità: è stato sottoscritto dalla FILCA Brescia un Protocollo che riguarda il raccordo tra l’autostrada A4 e la Val Tropia per l’intensificazione dei controlli antimafia, della sicurezza sul lavoro, della continuità contributiva e retributiva al fine di contrastare la criminalità organizzata in settori che sono particolarmente esposti; in tutto questo bisogna anche tenere in considerazione i fondi del PNRR che potrebbero arrivare a Brescia
  • sul tema delle molestie sul luogo di lavoro: è stato sottoscritto da Confindustria Brescia e CGIL, CISL e UIL un accordo territoriale contro le molestie e la violenza sui luoghi di lavoro per diffondere la cultura di ambienti di lavoro inclusivi, in cui siano rispettati la dignità, i principi di uguaglianza e la reciproca correttezza
  • sul tema della sanità: un Protocollo sottoscritto dalla Segreteria provinciale insieme a FNP e FP il 22 marzo nella sede dell’ATS di Brescia, riconsoce il sindacato come soggetto di prossimità che vigila sui bisogni delle persone, aiutando le istituzioni a costruire risposte mirate; vista la carenza del personale sanitario è necessario monitorare periodicamente i lavori e realizzare case di comunità, ospedali di comunità, ambulatori socio-sanitari per la diffusione della medicina sul territorio e per non far sì che questi progetti siano cattedrali nel deserto serve personale che dev’essere formato e motivato

Infine una considerazione sul mercato del lavoro di Brescia: guardando i dati ISTAT, si osserva una stabilizzazione degli occupati, una flessione dei disoccupati (la percentuale è ai minimi pluriennali e vicina a quella che gli esperti definiscono percentuale fisiologica), il tasso di occupazione provinciale è al 65.9%, superiore alla media nazionale ma inferiore a quella della Lombardia, mentre preoccupa il dato relativo agli inattivi (31.2% vs 30.8% dello scorso anno, con particolare attenzione al 41.7% femminile, superiore alla media regionale). C’è inoltre un disallineamento tra le competenze richieste dal sistema produttivo e quelle che il sistema formativo fornisce ai giovani: per questo occorre mettere mano al sistema delle competenze e come CISL stiamo sollecitando la Provincia per far sì di riportare al lavoro molti bresciani che oggi non lavorano, grazie ad un equilibrio tra pubblico e privato”

Il commento del Segretario CISL Lombardia – Fabio Nava

“Una cosa che non deve mai mancare ad un sindacalista la speranza e la visione ad ampio raggio. Storicamente non è mai stato facile commentare la posizione della CISL e lo è ancora di più in un periodo come questo, in un decennio che prometteva bene, ma che è stato piegato in un’altra direzione da inspiegabili avvenimenti quali la pandemia, una fase politica convulsa, la guerra, la drammatica situazione energetica, l’inflazione a due cifre, lo scompenso geopolitico che si è generato tra Paesi produttori di energia e Paesi dipendenti dipendenti, la questione dei diritti umani in Paesi come ad esempio Iran e Afghanistan, la vicenda Qatar Gate, con le vicende che hanno riguardato il sindacato mondiale ed europeo e per finire l’immane tragedia di Cutro che ha visto 100 persone di cui 40 bambini perdere la vita a pochi chilometri dalle nostre coste e non si tratta di uomini e donne provenienti da quei Paesi dell’Africa di cui si parla in questi giorni nell’ottica di affrontare le situazioni tramite accordi politici, ma dall’Afghanistan, Paese che abbiamo abbandonato pochi anni fa al suo destino, dopo un decennio di quello che era stato definito ‘accompagnamento alla democrazia’.
In questo quadro, la situazione che stiamo vivendo è di progressiva difficoltà per tutti, in particolare per le generazioni più giovani, che guadagnano sempre meno, hanno poche prospettive per le pensioni e allo stesso tempo sono sempre più esclusi dal mondo del lavoro. A proposito di questo tema, servirebbero forti investimenti, di cui però non si sente parlare. Dal 1990 al 2020, in Italia, i salari sono scesi, a differenza delle altre nazioni europee (due su tutte, Francia e Germania) e sono scesi in un periodo in cui c’è un disallineamento tra la domanda e l’offerta e le imprese dovrebbero ‘fare a gara’ per accaparrarsi le professionalità.

In merito alla manifestazione del 21 marzo per le vittime innocenti di tutte le mafie, è stato importante essere lì in mezzo a tanti giovani pieni di speranza perchè è solo tramite un cambio di cultura collettivo che si riuscirà a contrastare ogni evento mafioso ed è stato importante essere lì anche per non lasciare in mano ad altri temi quali la legalità, il rispetto per l’ambiente, l’integrazione e la pace, che fanno parte anche dei principi costitutivi della CISL.

Come sapete, l’altro ieri sera a Roma c’è stato un incontro unitario tra Sbarra, Landini e Bombardieri, in cui si è deciso per 3 manifestazioni interregionali a maggio, si sta valutando una manifestazione conclusiva nazionale a giugno, sempre di sabato e nei prossimi giorni verrà condivisa la Piattaforma da mettere come base della mobilitazione unitaria.
In merito a questo, noi dobbiamo necessariamente riconquistare i Tavoli, e soprattutto far sì che siano produttivi, su temi tra i quali spiccano il fisco, le pensioni, la salute e sicurezza, le politiche attive, il Mezzogiorno e le politiche industriali, per portare il Paese ‘fuori dalla secche’: dobbiamo rendere le nostre proposte esigibili e concrete per riuscire nell’intento di farle comprendere anche alle persone che rappresentiamo.

Sulla previdenza serve una riforma, non basta fissare le quote, ma bisogna piuttosto revisionare l’intero sistema pensionistico, cercando una flessibilità che permetta di lasciare il mondo del lavoro.
Ugualmente, sul tema di redditi bisogna alzare lo sguardo verso una nuova politica, non bastano i bonus e non serve fissare una cifra oraria per legge togliendo ogni spazio alla contrattazione, ma serve una riforma di politiche industriali:
Dobbiamo far capire che questa è la posta in gioco ed è per questo che la CISL insiste per chiedere un patto sociale tra tutte le forze in campo, perchè la CISL è convinta che solamente con la coesione è possibile una crescita economica che rilanci il Paese. Ugualmente, sul PNRR, la proposta della CISL è di aprire un Tavolo permanente da qua al 2026 per programmare, monitorare e rendere feconda la messa a terra delle risorse del Piano entro il tempo limite.

D’Antoni diceva che ‘un sindacalista pessimista non serve a nessuno’ e quindi noi cislini dobbiamo trovare le energie, cogliendo le opportunità che ci vengono date perché il bene comune è ancora possibile, in quanto le persone hanno ancora bisogno dell’intermediazione dei corpi sociali e di un sindacato che si chiama CISL”