Un intervento, quello portato dal Segretario Generale della CISL Lombardia Fabio Nava al Consiglio Generale della FISASCAT CISL Lombardia, che si è svolto mercoledì 3 dicembre 2025 presso PizzAut a Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano. Nava ha definito la categoria una «casa», per energie, protagonismo e capacità di ascolto e il suo intervento ha messo al centro le persone e il filo che tiene insieme tre parole solo in apparenza lontane: disabilità, pace, lavoro.
Fin dall’inizio, il Segretario ha ringraziato la Segretaria Generale Sara Mangone per la relazione introduttiva, definita ricca, pragmatica e sincera; un ringraziamento esteso a Massimiliano Genova e Guido Fratta della Segreteria, insieme al benvenuto a Vincenzo Dell’Orefice, neo Segretario Generale della FISASCAT CISL Nazionale, e al saluto a Ivan Notarnicola, che ha guidato la categoria lombarda fino allo scorso settembre. Ma più ancora delle parole di rito, Nava ha voluto chiarire il senso della sua presenza: «non sono qui per portare contenuti, ma per respirare questa comunità. La CISL vive nel protagonismo delle categorie: è qui che si capisce davvero chi siamo».
Al centro dell’intervento, il rapporto tra lavoro, tempo e vita. Nava ha richiamato la domanda che sale con forza dai luoghi di lavoro, in particolare dai giovani: non solo retribuzione, ma senso, possibilità di crescita, riconoscimento della propria dignità. «Il rischio – ha sottolineato – è che il lavoro diventi solo fatica che consuma il tempo e la testa delle persone. La domanda che ci arriva è più profonda: che cosa sto costruendo, mentre lavoro?». In questo quadro, la FISASCAT è stata descritta come osservatorio privilegiato delle fragilità del lavoro di oggi: turni spezzati e i part-time involontari nel commercio, stagionalità estrema e la precarietà nel turismo, lavoro di cura nel terzo settore, spesso sottopagato e usurante, vigilanza e la sicurezza, con notti in solitudine e paura silenziosa, servizi alla persona, dove la fragilità di chi viene assistito si intreccia con quella di chi lavora, sono solo alcune delle questioni complesse che vi trovate quotidianamente ad affrontare. Dentro questo scenario, la disabilità è stata indicata come prova di verità per il Paese e per il sindacato: «la prova di verità di un Paese non è come tratta i forti, ma chi è più fragile. E la prova di verità di un sindacato non è quanto urla, ma chi difende davvero. La disabilità ci chiede se vogliamo un lavoro costruito solo per chi corre veloce, o un lavoro che cammina al passo di tutti».
Per Nava, la FISASCAT può e deve essere laboratorio di “lavoro con cura”: non solo denunciare, ma portare dentro la contrattazione misure concrete – assunzioni stabili, percorsi di inclusione, formazione dei responsabili e dei colleghi, strumenti di conciliazione per le famiglie che vivono la disabilità in casa.
«L’inclusione – ha ricordato – non può restare uno slogan nei documenti: deve diventare pratica quotidiana nei contratti e negli accordi».
Un passaggio importante è stato dedicato alla “società delle percezioni”, dove spesso il racconto prevale sui fatti: «siamo immersi in flussi continui di immagini, commenti, indignazioni a comando. Rischiamo di perdere il contatto con la vita vera delle persone. Una comunità che educa alla distanza, anche con gli strumenti digitali, non troverà mai la pace». Da qui il legame tra pace e lavoro: non solo scenari internazionali, ma conseguenze concrete in Lombardia – inflazione, aumento dei costi, precarietà, paura di non farcela. «La pace – ha detto Nava – non è solo assenza di guerra lontano da noi. È anche poter lavorare senza rischiare la vita, tornare a casa a fine turno, sapere che dietro una divisa o una cassa non c’è una persona lasciata sola». Su questo punto, il Segretario è stato netto: «sulla vita non ci sono scorciatoie: su tutto si può trattare, ma non sulla sicurezza e sulla dignità delle persone».
Nella parte conclusiva, Nava ha avanzato tre proposte operative rivolte alla FISASCAT Lombardia e alla struttura regionale:
- Un cantiere sul lavoro notturno e sulla solitudine lavorativa, un percorso congiunto FISASCAT–CISL Lombardia per mappare i contesti in cui si lavora soli di notte, raccogliere dati e testimonianze su paure, rischi, condizioni di lavoro, costruire una piattaforma regionale su sicurezza, organici, formazione, strumenti di tutela. «Dobbiamo dare un nome e un volto alla paura silenziosa di chi lavora di notte – ha spiegato Nava – e trasformarla in contrattazione e accordi più forti a difesa delle persone»;
- Un patto partecipativo per i settori seguiti dalla FISASCAT: partendo dalla nuova legge sulla partecipazione, la proposta è di individuare 3–4 grandi gruppi o reti d’impresa in cui sperimentare accordi avanzati su: orari e organizzazione del lavoro, transizioni digitale e green, sicurezza e benessere organizzativo, con comitati misti impresa–sindacato–RLS–lavoratori e indicatori trasparenti (carichi di lavoro, turnazione, formazione, infortuni) verificabili nel tempo. «La partecipazione – ha ricordato Nava – è una grande opportunità. Ora dobbiamo costruire modelli concreti: non teoria, ma progetti veri, numeri alla mano e risultati misurabili».
- Una nuova alleanza tra FISASCAT, territori e categorie sorelle sul tema della cura: la terza proposta guarda al lavoro delle OSS, del terzo settore e di tutte le lavoratrici e i lavoratori che reggono sulle spalle la fragilità degli altri, incrociando anche i bisogni dei giovani: in ogni territorio, costruire almeno un’iniziativa comune (con comuni, realtà sociali, scuole, parrocchie, università) su lavoro di cura, fragilità, giovani e partecipazione, far emergere e valorizzare le storie positive di cura e di comunità nate nei luoghi di lavoro, e legare questo impegno alla battaglia per il riconoscimento dell’usura del lavoro di cura e per percorsi professionali e contrattuali più giusti. «È il modo più concreto – ha spiegato Nava – per dire che nessuno si salva da solo e che il lavoro può diventare davvero strumento di comunità e di coerenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo».
In chiusura, il Segretario Generale ha richiamato l’identità profonda del sindacato: «voi siete un pezzo essenziale di questa organizzazione. Io oggi sono qui, non solo come Segretario ma come persona, per dirvi grazie e per ascoltarvi». Una conclusione che riassume bene la bussola dell’azione sindacale di Nava e della CISL Lombardia: rimettere al centro le persone, il lavoro con cura, la partecipazione e la coerenza tra parole e scelte, per generare fiducia e futuro.














