Iscos news – India, i dalit non tollerano più l’egemonia delle caste dominanti

Milano, 19.1.2018

In India i dalit, le persone che nel sistema sociale e religioso induista sono i paria, i fuori casta, gli ultimi degli ultimi,  “non tollerano più lo sfruttamento e il dominio delle caste elevate”. Lo afferma ad AsiaNews padre Devasagaya Raj, segretario dell’ufficio per i dalit e i tribali della Conferenza episcopale Indiana (Cbci).

Raj interviene sulle proteste dei dalit del Maharashtra, che hanno bloccato per giorni la città di Mumbai. Scaturite da uno scontro tra ex “intoccabili” e radicali indù vicino Pune, le proteste mettono in luce che “le caste dominanti vogliono mantenere il sistema delle caste del Manudharma (“leggi di Manu”, il trattato di diritto indù che raccoglie le regole del vivere umano, compresa la divisione in caste della società, ndr).  Esse non credono nell’uguaglianza delle persone. Perciò quando i dalit affermano che i loro diritti sono uguali a quelli degli altri, (le caste elevate) tentano di reprimerli con la violenza”.In India i dalit – cioè le persone che nel sistema sociale e religioso induista sono i paria, i fuori casta, gli ultimi degli ultimi – “non tollerano più lo sfruttamento e il dominio delle caste elevate”.

In India la divisione in caste è stata abolita dalla Costituzione nel 1950, ma la discriminazione dei dalit è ancora radicata nella società. Ad essi vengono riservati i lavori più umili e le mansioni considerate più degradanti, come la raccolta manuale degli escrementi. Dati del governo riportano che su 1,2 miliardi di abitanti, 201 milioni appartengono alle comunità svantaggiate. Circa il 60% dei 25 milioni di cristiani indiani sono dalit. Nel 2016 i vescovi hanno ammesso che la discriminazione è presente anche nella Chiesa cattolica e approvato un piano per superare la loro emarginazione.