“Costruiamo il rispetto. Cambiamo il futuro” | 25 novembre 2025

In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, è nostro dovere richiamare l’attenzione sui numeri drammatici che continuano a caratterizzare il fenomeno della violenza di genere e sulla capacità del sistema di protezione di rispondere a questa emergenza strutturale

  • Nel 2024 in Lombardia si sono registrati 14 femminicidi
  • Nel 2025, i dati aggiornati contano già almeno 23 vittime

Parallelamente, assistiamo a un aumento costante della domanda di aiuto, un segnale che, pur nella sua gravità, testimonia la crescente fiducia nelle reti di supporto. Il Numero antiviolenza e stalking 1522 si conferma un presidio essenziale: nel 2024, le chiamate dalla Lombardia sono aumentate rispetto al 2023, attestandosi a 7.567, mentre nel primo trimestre del 2025 hanno superato i 1.800

Nel corso del 2024 le Case Rifugio della Lombardia sono state in grado di ospitare 712 donne, di cui 134 presenti a inizio anno e 578 accolte durante l’anno; è aumentato il numero di figli accolti (+12,9%) che nel corso del 2024 sono stati ben 770

Come Sindacato, abbiamo il dovere di agire concretamente sui territori al fine di sostenere e tutelare le lavoratrici vittime di violenza, garantendo la piena applicazione dei congedi previsti e promuovendo la flessibilità e la tutela della sicurezza tramite la contrattazione aziendale e territoriale, aiutandole a rimanere o a rientrare nel mondo del lavoro. Il nostro impegno deve essere anche quello di lavorare in Rete in maniera sinergica con i Centri Antiviolenza e le Amministrazioni Locali.

Quest’anno abbiamo dipinto di rosso una panchina vicino alla nostra sede. È molto più di un simbolo, è un monito, un invito a fermarsi a riflettere per non dimenticare. La violenza non è mai accettabile in nessuna forma e in nessun luogo. L’amore non umilia, non zittisce, non controlla, non picchia, non uccide:

Fabio Nava – Segretario Generale della CISL Lombardia: “Il 25 novembre non è una ricorrenza da calendario. È il giorno in cui dovremmo avere il coraggio di guardarci allo specchio, come persone, come uomini, come imprese, come sindacato. La violenza contro le donne non comincia solo quando arriva alla cronaca nera, inizia molto prima: in una battuta umiliante fatta passare per scherzo, in un avanzamento di carriera negato, in uno sguardo che intimorisce, in un silenzio che copre invece di proteggere. E troppo spesso entra anche nei luoghi di lavoro, dove dovrebbe valere una regola semplice: qui nessuno deve avere paura. Come CISL Lombardia diciamo con chiarezza che non basta indignarsi un giorno all’anno: servono aziende che inseriscano davvero violenze e molestie tra i rischi da prevenire, che formino dirigenti, RLS, lavoratrici e lavoratori, che aprano canali sicuri per denunciare, che scrivano nei contratti – nero su bianco – che la dignità non si tocca. Un contratto che non protegge è un contratto a metà. Questa non è una battaglia ‘delle donne’. È una responsabilità di tutti, soprattutto di noi uomini: ogni volta che minimizziamo, che voltiamo la testa dall’altra parte, che diciamo ‘non esagerare’, stiamo lasciando sole le vittime e più forti gli aggressori. In questa giornata rinnoviamo un impegno preciso: lavorare perché ogni ambiente di lavoro diventi un luogo di rispetto, di ascolto e di libertà, dove nessuna donna debba più scegliere tra il posto di lavoro e la propria sicurezza. La violenza non è mai tollerabile. Combatterla, ogni giorno, è il primo dovere di chi ha a cuore il lavoro e la vita delle persone. È un dovere di tutti noi

Roberta Vaia – Segretaria Regionale CISL Lombardia: “Il tema è di preoccupante attualità e infatti la legislazione sta intervenendo su più fronti. Come CISL Lombardia e BiblioLavoro abbiamo realizzato la ricerca “Prevenzione e contrasto alle violenze e molestie nei luoghi di lavoro”, che evidenzia una carenza di attenzione da parte delle aziende, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e la gestione del fenomeno e la tutela delle persone coinvolte. Colpisce, in particolare, che circa la metà delle imprese non inserisca le violenze e le molestie fra i fattori da considerare nel Documento di valutazione dei rischi previsto dalla normativa. Si conferma l’urgenza di ampliare la formazione per gli RLS, le lavoratrici e i lavoratori e accanto a ciò è necessario che le azioni di contrasto trovino sempre più posto nella contrattazione anche di secondo livello. E’ comunque indispensabile che le aziende si facciano carico della responsabilità di garantire luoghi di lavoro sicuri, inclusivi, rispettosi della dignità di ogni individuo

Per conoscere le iniziative sui territori della Lombardia: