
“Arrivare a Bormio è stato come preparare un nuovo cammino, con lo zaino pieno di storie da ascoltare, da condividere, da rilanciare”
Così ha esordito Fabio Nava, Segretario Generale della CISL Lombardia, al XX Congresso della CISL di Sondrio, tenutosi il 14 e 15 aprile 2025 a Bormio. Un contesto speciale, segnato dalla bellezza sobria della montagna e dal respiro largo della riflessione sindacale. Un Congresso ricco di stimoli, idee, analisi, racconti, spunti e riflessioni; al termine dei lavori il Consiglio Generale ha confermato Davide Fumagalli alla guida dell’Unione e sarà affiancato in Segreteria da Ilaria Urbani e Michele Fedele.
Fabio Nava ha scelto, per il suo intervento, di non seguire la strada della retorica, ma quella della prossimità umana e sindacale, partendo da un riconoscimento chiaro: “È un onore e una profonda emozione concludere con voi i lavori di questo Congresso. In un territorio che porta nel suo simbolo una definizione che dice tutto: sindacato di montagna”.
🔹 Il coraggio della partecipazione, la forza del cammino
Il titolo del Congresso – “Il coraggio della partecipazione” – è diventato il filo conduttore dell’intervento: “Partecipare oggi è un atto di responsabilità. È un gesto politico nel senso più alto e nobile del termine. Partecipare è come salire in montagna: serve costanza, serve cuore, serve direzione. E oggi, più che mai, serve visione”. In un tempo dominato dalla sfiducia, dal cinismo e dalla solitudine sociale, la partecipazione non è più scontata. È una scelta. Un impegno. Una sfida che riguarda tutti: sindacato, cittadini, istituzioni. “Non possiamo accettare che le persone smettano di partecipare perché si sentono inutili. Tocca a noi rimettere in circolo la fiducia, tornare a essere una presenza significativa nelle vite delle persone”.
🔹 Il sindacato di montagna: una pedagogia silenziosa
“Il sindacato di montagna non è solo una definizione geografica. È uno stile. È una pedagogia silenziosa. È uno sguardo largo, un passo lento ma costante, una tenacia discreta”. Così il Segretario ha voluto descrivere la cultura profonda che anima la CISL di Sondrio, fatta di concretezza, sobrietà, ascolto. Una cultura che sa farsi guida, anche per chi lavora in contesti più grandi o complessi. “Qui si misura davvero la qualità della partecipazione. Qui la rappresentanza non è solo quantità, ma è profondità. È coerenza. È radicamento autentico”. In questo spirito, Nava ha richiamato l’esempio dell’iniziativa contro la desertificazione bancaria, portata avanti dalla CISL Sondrio: un atto di responsabilità civile, un modello di sindacato che osserva i cambiamenti e interviene con proposte, non con slogan.
🔹 La solitudine silenziosa e la sfida della prossimità
Un momento di particolare intensità è stato il riferimento a una frase raccolta da un’operatrice di sportello della CISL: “La gente qui si è abituata a farsi tutto da sola. Ma questo non vuol dire che non abbia bisogno. Significa soltanto che ha smesso di chiedere”. Per Nava, questa frase è un allarme che non si può ignorare. Dietro l’autonomia apparente, si nasconde una solitudine dignitosa ma pericolosa. “Il nostro compito è proprio questo: ridare fiducia. Essere voce per chi ha smesso di parlare. Essere presenza per chi si sente dimenticato. Ricordare che nessuno si salva da solo”.
🔹 Numeri che raccontano disuguaglianze, e speranze
Con attenzione, il Segretario ha commentato i dati sul mercato del lavoro territoriale emersi dalla relazione congressuale della Segreteria della CISL Sondrio: tasso di occupazione al 69%, retribuzioni più basse di oltre 8.000 euro rispetto alla media regionale, fuga di giovani, invecchiamento demografico. “Dietro quei numeri ci sono volti, famiglie, attese. Non possiamo leggerli con distacco. Dobbiamo guardarli con gli occhi di chi li vive, ogni giorno”. Ha sottolineato però anche i segnali positivi: un’occupazione giovanile più alta della media nazionale, progetti innovativi come il nuovo corso di ingegneria informatica a Sondrio, la voglia di molte realtà di mettersi in rete. “Qui ci sono potenzialità forti. Ma mancano le condizioni per trattenerle. E allora restare deve tornare a essere una scelta possibile, non un atto di rinuncia”.
🔹 Giovani, donne, migranti: una rappresentanza plurale
Nava ha poi tracciato un quadro ampio delle nuove sfide sociali. A partire dai giovani: “I giovani non devono sentirsi ospiti nei nostri organismi. Devono essere co-protagonisti. E noi dobbiamo avere il coraggio di lasciare loro spazio vero, di cedere spazi di responsabilità senza paura”. Sulla questione di genere, ha parlato senza giri di parole: “Un divario retributivo di oltre 9.000 euro tra uomini e donne è uno scandalo. Ogni euro di differenza è un pezzo di ingiustizia. E ogni contratto instabile e precario in più è una speranza in meno”. E sull’inclusione, ha valorizzato il ruolo fondamentale delle nuove cittadinanze e dell’ANOLF: “Gli immigrati vivono nel nostro Paese, contribuiscono al PIL, spesso lavorano nei settori più duri. Non sono ospiti, sono parte di noi. E il ‘progetto Senegal’ ne è la dimostrazione: quando il sindacato incontra le persone, diventa davvero strumento di cambiamento”.
🔹 Confederalità di montagna: un modello da valorizzare
Un passaggio importante è stato dedicato alla confederalità come stile di lavoro, come approccio organizzativo, come visione. “Il vostro modello di Confederalità di montagna può essere un esempio per tutti. Ma bisogna volerlo. Bisogna condividerlo. E bisogna costruire una vera squadra, dove ci sia spazio per tutte le sensibilità, nel rispetto reciproco”.
🔹 Il sindacato che pensa il cambiamento
Il Segretario ha concluso il suo intervento con un invito a non subire le transizioni, ma a guidarle. “Le transizioni ecologica, quella digitale, quella demografica o le accompagniamo con giustizia, o produrranno nuove disuguaglianze. E allora dobbiamo avere il coraggio di progettare il futuro. Di portare la CISL verso il domani”. Ha, infine, voluto chiudere con le parole di Václav Havel “La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che qualcosa ha un senso”. Ed ha aggiunto: “Noi siamo qui perché tutto questo ha un senso. Ha senso la nostra fatica. Ha senso il nostro stare insieme. Ha senso la nostra lotta per il lavoro buono. Finché questo senso resterà vivo, la CISL ci sarà. Ovunque: in montagna, in pianura, nei piccoli paesi e nelle grandi città. Ovunque serva giustizia. Ovunque serva dignità. Ovunque serva speranza”.














