Euronote giugno 2025 | Diritti fondamentali sotto pressione nell’Ue

Monito dell’Agenzia europea anche sulle politiche di deregolamentazione dell’Ue

«Le attuali condizioni socioeconomiche, i cambiamenti geopolitici a livello internazionale e i conflitti mettono a dura prova i diritti fondamentali nell’Ue» sostiene l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) nella sua Relazione 2025, lanciando un allarme agli Stati membri e alle istituzioni dell’Ue affinché contrastino e prevengano l’erosione dei diritti e arrestino il declino democratico. I problemi maggiori rilevati dall’Agenzia riguardano le minacce alla democrazia, i livelli elevati di violenza contro le donne e le violazioni dei diritti dei migranti ai confini dell’Ue. Nel corso dell’ultimo anno, sostiene la Fra, disinformazione e cattiva informazione, crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale e una retorica dannosa hanno minacciato elezioni libere ed eque in tutta l’Ue. Resta elevato il livello di violenza contro le donne, una spregevole e diffusa pratica di cui si stima sia vittima una donna su tre nei Paesi dell’Ue. Così come si registrano in aumento le discriminazioni e i fenomeni di razzismo, nonché i messaggi di odio online: «Musulmani, ebrei, persone di colore e persone Lgbtiq affrontano livelli crescenti di discriminazione, odio e razzismo. Molestie, incitamento all’odio e violenza fisica sono una preoccupazione crescente». Le nuove norme europee in materia di migrazione e asilo, poi, non hanno placato i maltrattamenti ai danni dei migranti, così sono continuate le segnalazioni di violazioni dei diritti lungo i confini dell’Ue e oltre 3.500 persone sono morte o scomparse in mare durante i viaggi migratori verso l’Ue. Per quanto concerne le iniziative europee per regolamentare le piattaforme online e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, secondo l’Agenzia si tratta di misure importanti per contrastare i contenuti online illegali, la disinformazione e l’impatto degli algoritmi discriminatori, «ma un’applicazione rigorosa e coerente sarà essenziale per garantire che la tecnologia rispetti i diritti umani».

L’analisi del Rapporto 2025 evidenzia quindi come i diritti fondamentali in Europa affrontino sfide gravi e crescenti. «Le tensioni geopolitiche, la crescente intolleranza e le minacce all’integrità elettorale stanno mettendo a dura prova la resilienza delle nostre istituzioni democratiche. Allo stesso tempo, le richieste di semplificazione e deregolamentazione rischiano di minare le garanzie che tutelano i diritti delle persone» ha dichiarato la direttrice dell’Agenzia, Sirpa Rautio, secondo la quale si tratta di «un campanello d’allarme per l’Ue e i Paesi membri affinché riaffermino il loro impegno: dobbiamo agire con decisione per garantire che i diritti fondamentali rimangano al centro di tutte le politiche e le azioni dell’Ue».

A rischio anche i diritti di lavoratori e consumatori

Il Rapporto sui diritti fondamentali segnala poi che molte persone in tutta l’Ue continuato ad avere forti difficoltà finanziarie a causa della difficile situazione socioeconomica, con una povertà energetica che colpisce in modo sproporzionato coloro che sono già a rischio di povertà ed aumenta le disuguaglianze per i gruppi svantaggiati. Così, l’Agenzia invita Ue e Stati membri a garantire che i piani nazionali per il clima e l’energia siano «in linea con l’impegno dell’Agenda 2030 di non lasciare indietro nessuno». Più in generale, sostiene la Fra, l’Ue dovrebbe porre maggior attenzione al possibile impatto negativo che la sua agenda strategica potrebbe avere sui diritti fondamentali. Ad esempio, il capitolo sul “mantenimento di un’Europa forte e sicura”, nella parte riguardante la gestione dei controlli alle frontiere, senza un adeguato monitoraggio potrebbe mettere a dura prova i diritti fondamentali.

Ma anche l’altra priorità dell’agenda strategica europea, quella che intende promuovere un’Europa prospera e competitiva attraverso una nuova regolamentazione, potrebbe mettere a rischio il rispetto dei diritti fondamentali. «Dare priorità alla crescita potrebbe indebolire la tutela dei diritti per i lavoratori o i consumatori, e l’espansione della tecnologia digitale nelle nostre società potrebbe mettere a rischio una serie di diritti, oltre a sollevare preoccupazioni in materia di privacy e protezione dei dati» osserva l’Agenzia europea. La stessa azione volta a mitigare i cambiamenti climatici «potrebbe avere ripercussioni anche su coloro che nella società lottano contro l’aumento del costo della vita». Tutte ragioni per cui i diritti fondamentali dovrebbero essere integrati efficacemente in qualsiasi iniziativa legislativa e non legislativa presentata in questi settori. I vari pacchetti omnibus di semplificazione normativa, introdotti con l’obiettivo di semplificare i requisiti di rendicontazione sulla sostenibilità, nonché la due diligence e la tassonomia in materia di sostenibilità, «sebbene presentate come un mezzo per alleviare gli oneri normativi a carico delle imprese, se adottate rischiano di indebolire i diritti umani e la tutela ambientale» sostiene l’Agenzia per i diritti fondamentali.

In generale, sottolinea il Rapporto, «l’attenzione alla sicurezza e alla competitività, unita a più ampi sforzi di semplificazione normativa, potrebbe minare la tutela dei diritti fondamentali, in particolare in settori quali i diritti umani, la protezione ambientale, la protezione dei dati e la governance dell’intelligenza artificiale».

Ces: «La semplificazione non comprometta i diritti del lavoro»

«È un momento significativo per l’organismo interno dell’Ue per la tutela dei diritti umani, che si unisce a sindacalisti e attivisti nel lanciare l’allarme sui rischi per i diritti dei lavoratori posti dalla deregolamentazione» dichiara la Confederazione europea dei sindacati (Ces), osservando che il piano della Commissione per il 2025 «include otto misure legislative di “semplificazione” richieste dai lobbisti aziendali, ma nessuna proposta a sostegno dei lavoratori», nonostante i diritti dei lavoratori siano al «livello peggiore da almeno un decennio in tutta Europa». Secondo la vicesegretaria generale della Ces, Isabelle Schömann, «il programma di deregolamentazione è in contrasto con gli obiettivi europei di progresso sociale, piena occupazione e tutela dell’ambiente. I diritti dei lavoratori e i diritti sindacali sono diritti umani. La Ces si sta mobilitando con forza per difendere l’acquis sociale e affinché l’Ue garantisca una migliore protezione ai lavoratori e alle loro famiglie».

La Ces chiede quindi alla Commissione di cambiare il suo programma di deregolamentazione e garantire che nessuna semplificazione comprometta i diritti e gli standard del lavoro.