Euronote ottobre 2025 | Una nuova direttiva sui comitati aziendali europei

La normativa dovrà essere recepita entro due anni dagli Stati membri dell’Ue

Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato la direttiva di revisione che modifica la normativa vigente sui comitati aziendali europei (Cae). L’obiettivo è avere regole più chiare sulle modalità di costituzione, sulle loro risorse e sulla tutela dei loro membri, così da rendere più efficace la rappresentanza dei lavoratori nelle grandi aziende multinazionali. I Cae sono infatti degli organi di informazione e consultazione che rappresentano i lavoratori europei di aziende multinazionali, quando queste hanno oltre 1.000 dipendenti e operano in almeno due Paesi dell’Ue o dello Spazio economico europeo (See). Per migliorarne l’efficacia e colmare le carenze contenute nella direttiva del 2009 (2009/38/CE), nel gennaio 2024 la Commissione europea aveva presentato una proposta di direttiva modificata, anche per le costanti richieste dei sindacati europei. Il Consiglio dell’Ue aveva poi concordato il mandato per i negoziati con il Parlamento europeo, durati da febbraio a maggio 2025, e il 9 ottobre scorso lo stesso Europarlamento ha adottato la direttiva ora approvata anche dal Consiglio. La nuova normativa entrerà in vigore al momento della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue, gli Stati membri saranno tenuti a recepire le disposizioni della direttiva nel diritto nazionale entro due anni dalla sua entrata in vigore e ad applicarle al massimo entro tre anni.

Tra le modifiche più importanti introdotte dalla nuova direttiva di revisione, il chiarimento sulla portata delle questioni transnazionali per garantire che le decisioni che incidono in modo sostanziale sui lavoratori in più di uno Stato membro comportino l’obbligo di informare e consultare un Cae, senza che ciò venga esteso alle decisioni quotidiane o alle questioni che riguardano i dipendenti solo in modo irrilevante. Le norme riviste garantiscono poi che le informazioni possano essere trattenute dall’azienda o trattate come riservate «solo se vengono soddisfatti criteri oggettivi» e «finché persistono le ragioni che giustificano tali limitazioni». La direttiva rafforza inoltre le disposizioni sull’accesso alla giustizia e ai procedimenti amministrativi, anche garantendo la copertura dei costi dei comitati aziendali relativi alla rappresentanza legale e alla partecipazione.

Ces: «Una vittoria per i diritti dei lavoratori»

«Questo è un momento storico per i diritti dei lavoratori in Europa. La direttiva rivista fornisce ai Cae gli strumenti necessari per tutelare meglio e in modo più costruttivo i posti di lavoro e favorire transizioni eque. Ora esortiamo gli Stati membri ad attuare la direttiva senza indugio e a far entrare in vigore questi nuovi diritti» ha dichiarato Isabelle Schömann, vicesegretaria generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces). Le organizzazioni sindacali europee considerano infatti la nuova direttiva sui Cae come «una vittoria per i diritti dei lavoratori in tutta Europa», in quanto si tratta della tappa finale di una lunga campagna messa in atto per rafforzare la rappresentanza dei lavoratori nelle aziende multinazionali e garantire diritti esecutivi all’informazione e alla consultazione, su questioni e decisioni che incidono poi sull’occupazione e sulle condizioni di lavoro. La direttiva rivista sui Cae, spiegano i responsabili della Ces, fornisce ai sindacati strumenti più efficaci per tutelare i lavoratori durante le ristrutturazioni aziendali, promuovere transizioni eque e influenzare le decisioni strategiche a livello transnazionale. Colma di fatto le lacune che in precedenza consentivano alle aziende di aggirare gli obblighi di consultazione e introduce norme più chiare in materia di riservatezza, accesso alla giustizia e portata delle questioni transnazionali.

Cae più efficaci per strategie aziendali eque e sostenibili

Secondo la banca dati dell’Istituto sindacale europeo (Etui), in circa trent’anni sono stati creati quasi 1.800 comitati aziendali europei e comitati aziendali Se (in Società europee), attualmente risultano essere attive circa 1.250 unità di informazione e consultazione dei lavoratori in società multinazionali, di cui 1.018 sono Cae e 242 sono comitati Se. Mentre il Cae è un organismo di informazione e consultazione attivo nelle società multinazionali, il comitato Se è un organismo integrato nella struttura aziendale di una società costituitasi in forma societaria transnazionale di Società europea, quindi si tratta di un organismo con potenziali diritti di partecipazione più ampi. Si stima che gli oltre 1200 Cae e comitati Se rappresentino circa 17 milioni di lavoratori, ma solo la metà circa delle aziende che superano la soglia richiesta per la loro costituzione. Ogni anno vengono creati circa 20 nuovi Cae e il numero maggiore si trova in aziende con sede in Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito.

I comitati aziendali europei costituiscono quindi strumenti essenziali per la democrazia sul lavoro, perché permettono alle organizzazioni sindacali di promuovere gli interessi dei lavoratori nelle aziende transnazionali. La revisione della direttiva del 2009 risponde a lacune che, osserva la Ces, hanno lasciato molti Cae privi dei mezzi per contestare efficacemente decisioni che hanno portato a perdite di posti di lavoro, chiusure di stabilimenti o deterioramento delle condizioni di lavoro. La nuova direttiva è invece in linea con le richieste  avanzate dalla Ces nel corso degli anni, per una direttiva Cae più moderna. Tra queste, il chiarimento su cosa costituisce una questione transnazionale, garantendo così che le decisioni che riguardano i lavoratori di più Stati membri diano luogo a una consultazione obbligatoria. Poi la limitazione dell’uso improprio delle clausole di riservatezza, richiedendo una giustificazione oggettiva e restrizioni temporali. Inoltre, il rafforzamento dell’accesso alla giustizia, garantendo che i Cae possano difendere i propri diritti senza dover sostenere costi legali proibitivi, così come la garanzia che i membri dei Cae ricevano una formazione e risorse adeguate per svolgere il loro mandato. Tutti questi miglioramenti, osserva la Ces, «aiuteranno i Cae a diventare più assertivi, meglio connessi e più efficaci nel definire strategie aziendali eque e sostenibili». Per questo tutti gli Stati membri dell’Ue sono invitati a recepire rapidamente la direttiva nel diritto nazionale e a garantirne la piena e ambiziosa attuazione: «La finestra temporale di recepimento di due anni non deve diventare una scusa per l’inazione» ammonisce la Ces, perché «i lavoratori non possono permettersi ulteriori ritardi».