Euronote settembre 2025 | Il Pilastro europeo dei diritti sociali deve essere attuato

L’appello dei sindacati europei alla vigilia del Forum sociale europeo di Porto

«A più di otto anni dalla proclamazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, molti dei suoi diritti fondamentali rimangono insoddisfatti», per questo la Confederazione europea dei sindacati (Ces) chiede un maggior impegno a realizzare «una legislazione concreta, iniziative politiche e investimenti per i diritti sociali in ogni regione e settore d’Europa». La richiesta dei sindacati europei è avanzata con una lettera aperta al Forum sociale europeo, in programma a Porto nei giorni 18-19 settembre. Con un contesto geopolitico in trasformazione e continue sfide sulla competitività globale, una transizione digitale incalzante e necessità ambientali urgenti, il Forum annuncia un’agenda sociale forte per l’Europa, sviluppando un nuovo Piano d’azione del Pilastro europeo dei diritti sociali e della Roadmap per posti di lavoro di qualità, promuovendo la cooperazione internazionale per «rafforzare mercati del lavoro resilienti e inclusivi». Un Piano d’azione per realizzare il Pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dalle tre istituzioni dell’Ue – Consiglio, Commissione e Parlamento – in occasione del Vertice sociale di Göteborg del 2017, basato su 20 principi guida per «costruire un’Europa sociale forte, equa, inclusiva e ricca di opportunità». Secondo la Ces, il Pilastro dei diritti sociali «non deve rimanere un insieme di principi ambiziosi costantemente dichiarati ma mai realizzati. Deve diventare un contratto vincolante sostenuto da leggi, investimenti e meccanismi di responsabilità» e il Forum sociale di Porto «offre un’occasione fondamentale per ribadire questa visione e stabilire un quadro per realizzare un reale progresso per i lavoratori».

Diritto a salari equi

Nonostante il Pilastro europeo dei diritti sociali affermi che «i lavoratori hanno diritto a salari equi che garantiscano un tenore di vita dignitoso», attualmente nell’Ue l’8,3% dei lavoratori è a rischio di povertà e tale percentuale supera il 12% tra coloro che hanno un impiego temporaneo o part-time. La Ces ritiene questa situazione «inaccettabile» e per questo chiede al Forum sociale di agire per una piena attuazione della direttiva sui salari minimi adeguati, compresi aumenti dei salari minimi legali. I sindacati europei ritengono inoltre necessario estendere la copertura della contrattazione collettiva per raggiungere l’obiettivo dell’80%, nonché collegare la riforma degli appalti pubblici alle condizioni sociali, «garantendo che i fondi pubblici sostengano le aziende che rispettano i diritti dei lavoratori, la contrattazione collettiva e i cui lavoratori sono coperti da contratti collettivi».

Posti di lavoro di qualità

Per quanto concerne poi la qualità dei posti di lavoro, tema centrale del Forum sociale di Porto, il Pilastro europeo dei diritti sociali indica la necessità di una transizione verso forme di lavoro a tempo indeterminato e la prevenzione delle condizioni di lavoro precarie. Affinché tali principi siano tradotti nella pratica, la Ces esorta il Forum a includere nella prossima Roadmap per un lavoro di qualità «misure e investimenti vincolanti per garantire un’occupazione sicura e ben retribuita». Secondo i sindacati europei ciò implica predisporre e attuare iniziative per contrastare «i subappalti abusivi, gli intermediari del lavoro non regolamentati, lo stress sul lavoro, l’uso non regolamentato dell’intelligenza artificiale e le violazioni del diritto alla disconnessione». Dovranno inoltre essere introdotti indicatori per monitorare la qualità del lavoro in tutti i settori e le regioni, inclusa la copertura della contrattazione collettiva.

Diritto alla formazione e giusta transizione

«Ogni persona ha diritto a un’istruzione, una formazione e un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro» recita il Pilastro europeo dei diritti sociali. Invece, in un mercato del lavoro caratterizzato da grandi trasformazioni e transizioni digitale e verde, solo l’11,9% degli adulti partecipa a corsi di formazione, con progressi minimi registrati nell’ultimo decennio. La Ces chiede quindi una legislazione che garantisca il diritto alla formazione gratuita durante l’orario di lavoro, nonché «un quadro vincolante per l’anticipazione e la gestione del cambiamento, che garantisca una giusta transizione per i lavoratori e le comunità, con un forte coinvolgimento dei sindacati».

Parità di retribuzione e lotta alla povertà

Il divario retributivo di genere rimane un problema irrisolto nell’Ue, attestandosi al 12% e con una persistente sottovalutazione del lavoro femminile in tutti i settori. Al fine di rendere effettiva «la parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini (…) anche per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro, i termini e le condizioni di lavoro e l’avanzamento di carriera» e con essi la «parità di retribuzione per lavoro di pari valore», come sancito dal Pilastro dei diritti sociali, la Ces chiede un recepimento «completo e ambizioso» della direttiva sulla trasparenza retributiva e misure volte a «rafforzare la contrattazione collettiva come strumento per colmare il divario retributivo di genere e contrastare le disuguaglianze strutturali».

Alle disparità di genere si sommano poi, e spesso si sovrappongono, le disparità economiche, con oltre 93 milioni di cittadini dell’Ue a rischio di povertà o esclusione sociale (21% della popolazione) e circa 28 milioni di persone in grave deprivazione materiale e sociale, secondo le ultime rilevazioni di Eurostat. La Ces chiede che sia definita «un’ambiziosa strategia europea contro la povertà con un forte approccio basato sui diritti», oltre a regimi di reddito minimo adeguati in tutti gli Stati membri. Inoltre, sostengono i sindacati europei, il prossimo Piano europeo per l’edilizia popolare dovrà garantire il diritto a un alloggio dignitoso e accessibile e affrontare le condizioni di sfruttamento abitativo per i lavoratori agricoli e altri lavoratori vulnerabili. Così come, nel contrasto alla povertà, si ritengono fondamentali investimenti in servizi pubblici di alta qualità, tra cui sanità, istruzione, trasporti e assistenza all’infanzia.