Quale Europa vogliamo? Le sfide aperte per il futuro dell’Unione, tra politiche generali e specificità territoriali

Milano, 15.2.2019

Proseguono gli incontri organizzati dalla Cisl Lombardia in vista delle prossime elezioni europee. Questa mattina, presso la sede regionale di via Vida, si è parlato di “Quale Europa vogliamo? Un assetto istituzionale più adeguato, un nuovo rapporto tra Unione europea e Stati, processi decisionali più efficaci”. Sono intervenuti Franco Chittolina, presidente di Apiceuropa, Patrizia Toia, europarlamentare Pd, Claudio Borghi, deputato Lega-Salvini Premier, Dario Violi, consigliere regionale M5S. “L’appuntamento elettorale di maggio sarà un’occasione per riportare al centro del dibattito i valori fondanti dell’Unione europea e le sfide tuttora aperte il futuro – ha sottolineato Ugo Duci, segretario generale della Cisl Lombardia, introducendo i lavori -. Un futuro che, per i nostri giovani, auspichiamo sia sempre più inclusiva e realizzi il senso originale della sua costruzione”.

Ad aprire l’incontro l’intervento di Franco Chittolina, che ha ripercorso le tappe salienti dei vent’anni cruciali (1989-2009) dell’Unione Europea. “L’Europa non è un’isola felice, risente delle tensioni esterne e lo abbiamo ben visto in questi vent’anni, che ci hanno consegnato un’Unione in progressivo mutamento, caratterizzata dal un altrettanto progressivo raffreddamento dello spirito comunitario”. “Una delle priorità per il futuro – ha aggiunto – sarà ritrovare e rinnovare il dialogo coi cittadini, per rilanciare l’unione e realizzate l’integrazione politica e culturale, oltre che economica”.

L’europarlamentare Patrizia Toia ha sottolineato la necessità che l”Europa si faccia conoscere di più e meglio dai suoi cittadini. “Le istituzioni europee sono percepite come lontane, invece quest’Europa ha bisogno di essere conosciuta, vissuta – ha detto – i cittadini devono sentirsi protagonisti”. “Occorre anche aumentare l’integrazione politica – ha aggiunto – attuando i trattati e quindi applicando le cooperazioni rafforzate”. “Abbiamo la possibilità di lavorare per cambiare, integrare, correggere – ha detto – e chi non vuole farlo o vuole altro, abbia il coraggio di dirlo, se vuole chiamarsi fuori”.

Immediata la replica dell’onorevole Claudio Borghi, che ha definito “fallimentare e tossico per l’Italia” l’attuale progetto europeo. “Penso che questa opportunità sia l’ultima – ha affermato -. Se a seguito di queste elezioni ci saranno i soliti “mandarini” guidati dalla Germania a guidare le politiche economiche, sociali e migratorie, a uso e consumo della Germania e a nostro danno, io dirò di uscirne. O riusciamo a cambiarla o dovremo uscirne”. “In questi anni – ha aggiunto – abbiamo subìto le decisioni europee che hanno stremato i nostri lavoratori e le nostre imprese. Un modo per rendere meno tossico il contesto europeo sarà sostituire l’obiettivo “deficit zero” con “disoccupazione zero””.

Il consigliere regionale M5S Dario Violi ha invitato a ripartire dai territori e costruire il senso di cittadinanza europeo “attraverso un percorso che sia culturale e sociale”. “Il senso di cittadinanza europeo non può essere imposto dall’alto – ha detto – da chi decide per noi e per i nostri territori senza tenere conti delle specificità”. “Regole generali, che appiattiscono le diversità – ha aggiunto – sono fallimentari e lo abbiamo visto in questi anni, in cui le politiche economiche del rigore, del contenimento della spesa, hanno stremato i cittadini dei Paesi più in difficoltà. Bisogna ripartire dai territori, regioni e macro regioni, perché dare centralità ai territori non è egoismo o sovranismo, ma attenzione alle persone”.