Fabio Nava al Consiglio Generale della FILCA CISL Lombardia: “La partecipazione è il vero antidoto all’incertezza. Serve coraggio per ridare voce al lavoro”

Viviamo un tempo in cui l’incertezza è diventata la vera cifra del nostro sistema economico. E proprio per questo la partecipazione può rappresentare un antidoto: è una scelta culturale, oltre che sindacale. È la strada per restituire al lavoro un ruolo pieno nei processi decisionali, aziendali e sociali

Con queste parole Fabio Nava – Segretario Generale della CISL Lombardia, è intervenuto al Consiglio Generale della FILCA Lombardia, che si è tenuto oggi, lunedì 14 luglio 2025 presso l’Abbazia di San Paolo d’Argon, in provincia di Bergamo, tracciando una riflessione ampia e articolata sul valore della partecipazione, sul senso della legge promossa dalla CISL e sulla necessità di un nuovo protagonismo del lavoro, basato sul coraggio delle scelte

Dopo la breve introduzione di Alem GracicSegretario Generale della FILCA CISL Lombardia, la mattinata ha visto la presenza del professor Andrea Michielistudioso di diritto costituzionale – che ha ricostruito la storia dei processi di partecipazione e ha confrontato nel dettaglio le differenze tra la proposta di legge di iniziativa popolare presentata dalla CISL e la Legge 76/2025 recentemente approvata dall’iter parlamentare, concetti ripresi poi nelle conclusioni di Fabio Nava

La partecipazione come atto culturale e come visione

Quattro anni fa, allo scorso Congresso della CISL, abbiamo intuito, forse con un certo anticipo, che serviva un cambio di passo, un’iniziativa che desse un segnale forte, anche simbolico, e che rimettesse il lavoro al centro delle scelte industriali, economiche e istituzionali”, ha spiegato Nava

Da qui è nata l’idea di una Legge d’iniziativa popolare, che ha portato la CISL a raccogliere quasi 400.000 firme in tutte le piazze e nei luoghi di lavoro del Paese: “Lo abbiamo fatto in presenza, persona per persona, spiegando un testo complesso, in un contesto segnato dalla fine della pandemia, dal ritorno della guerra in Europa e da tensioni globali crescenti. È stata una sfida vera, che abbiamo affrontato con il coraggio e la determinazione che ci ha sempre contraddistinto

Un contesto instabile che chiede nuove risposte

Il Segretario ha evidenziato che oggi le imprese italiane non riescono più a programmare. Lo dicono loro stesse: le condizioni, gli scenari, le regole cambiano continuamente. Come si fa ad assumere, a investire, a pianificare in un contesto così instabile?”. In questo quadro, la partecipazione rappresenta “uno strumento per stabilizzare le relazioni industriali, creare co-responsabilità e costruire fiducia. E se si crea fiducia, si può costruire anche innovazione e produttività. Lo dimostrano i dati OCSE e Eurofund: dove c’è partecipazione, aumentano le performance, si riducono le assenze e migliora il clima aziendale”. La partecipazione, secondo il Segretario, è anche “l’’antidoto’ ad un dilagante clima di individualismo, di costante conflittualità, di rabbioso ribellismo a prescindere. Per la CISL è invece arrivato il tempo del protagonismo, della co-responsabilità, dell’ascolto attivo di tutti quanti hanno veramente qualcosa da dire e da dare per il bene comune. È un atto dirompente e democratico, che cambia completamente il ‘paradigma’ culturale del Paese ed è quello che veramente serve per un autentico rilancio della produttività e della – sempre più assente – crescita

Una legge nata per generare dibattito

Chi ha studiato quella proposta sa che è il meglio del meglio che l’Europa aveva prodotto. Abbiamo selezionato le migliori esperienze, le abbiamo adattate e le abbiamo trasformate in una proposta di Legge. Il nostro obiettivo era avviare un dibattito serio in un Paese che per 45 anni aveva lasciato inapplicato l’articolo 46 della Costituzione”, ha spiegato Nava. “Questa legge è oggi una realtà, esiste, ha un riconoscimento ed ha anche un primo stanziamento economico

Il coraggio della partecipazione

Riprendendo il titolo del prossimo Congresso Confederale – “Il coraggio della partecipazione” – il Segretario ha invitato a non perdere il senso profondo di quanto è stato fatto: “se togliamo la parola ‘coraggio’ dal titolo, perdiamo gran parte del significato; abbiamo deciso di ‘sporcarci le mani’, di affrontare una materia delicata e complessa e lo abbiamo fatto con onestà e responsabilità”. Ha poi aggiunto: “la partecipazione è un approccio culturale. È l’idea che il lavoro non debba essere solo esecuzione, ma voce, proposta, coinvolgimento. È una visione nuova, che chiede a tutti di fare un passo in avanti

Oggi abbiamo uno strumento in più e dobbiamo farlo vivere. E per farlo serve tenacia, serve capacità di relazione, serve visione”, ha concluso Nava. “Non chiediamo ai delegati di trasformarsi in consiglieri di sorveglianza o membri dei CdA, chiediamo di portare dentro la contrattazione, dentro le aziende, dentro i territori, un’idea nuova di relazione tra capitale e lavoro, dove il lavoratore è un soggetto attivo, informato, coinvolto