
Giovedì 12 dicembre 2024, presso la sede FIT CISL Lombardia in via Bolama a Milano, si è svolto il Consiglio Generale FIT CISL Lombardia
Per la CISL Lombardia era presente il Segretario Generale Aggiunto Fabio Nava:
“Nel portare il mio saluto a voi oggi non posso non toccare due temi di attualità: la sicurezza sul lavoro e le tante, troppe guerre nel mondo. Sono argomenti che ci toccano da vicino, come cittadini e come membri di una ‘comunità’, quella del Sindacato, che deve vederci impegnati per un futuro migliore“, ha dichiarato il Segretario. “Partiamo dalla sicurezza sul lavoro. I numeri parlano chiaro: il 2024 rischia di essere un anno terribile. Pensiamo solo agli 890 morti sul lavoro in 10 mesi, di cui 155 in Lombardia: è una vergogna e una sconfitta per una società civile come la nostra. Ma è anche una sconfitta per il mondo sindacale, che si è tanto impegnato nel tentativo di arginare questa deriva. Dobbiamo chiederci cosa non ha funzionato, perché è evidente che c’è qualcosa da correggere nella catena di responsabilità. E le statistiche ci dicono che, mentre diminuiscono gli infortuni nei luoghi ‘fisici’ del lavoro, aumentano quelli in itinere, segno che il tema della sicurezza sul lavoro è globale e richiede soluzioni globali. Ma è anche e soprattutto una questione culturale: la sicurezza deve diventare una priorità condivisa, da promuovere in famiglia, al bar parlando con gli amici, ovunque. Se vogliamo che ogni lavoratore torni a casa ogni sera e festeggiare il Natale che arriva con le proprie famiglie in serenità, com’è giusto che sia, dobbiamo impegnarci a diffondere questa consapevolezza, perché basta una piccola distrazione per trasformare una normale giornata di lavoro in una tragedia“, ha continuato. “E poi, dicevo, le guerre: oggi ci sono ben 56 conflitti in corso, il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale. Non è più possibile lasciare inascoltate le grida del Pontefice quando denuncia che è in atto una “terza guerra mondiale a pezzi”. Pensate che 92 paesi su 163 monitorati dal Global Peace Index sono coinvolti in guerre oltre i loro confini. Questi dati sono sconvolgenti e dovrebbero farci riflettere: mentre l’economia globale fatica a riprendersi, l’economia di guerra continua a prosperare. Investiamo più in armamenti che in operazioni di pace e questo è inaccettabile. Vi chiederete: perché mettere insieme sicurezza sul lavoro e guerre? Perché entrambi i temi richiedono un impegno comune. Quando si verificano queste tragedie — che si tratti di morti sul lavoro o di vittime di guerra — non possiamo permetterci di sottacere o dividerci in opinioni diverse. Ogni vita salvata, sia sul lavoro che sul campo di battaglia, è un passo verso un mondo più giusto e umano. Parliamone, confrontiamoci: la sicurezza, la pace, la dignità di ogni persona devono essere al centro del nostro impegno quotidiano. Solo così potremo sperare in un futuro migliore, per noi e per le generazioni che verranno”, ha concluso



