Fabio Nava è il nuovo Segretario Generale CISL Lombardia | Con lui in Segreteria confermati Roberta Vaia, Enzo Mesagna e Dino Perboni

Giovedì 6 febbraio 2025, presso l’Agriturismo La Camilla a Concorezzo, in provincia di Monza Brianza, si è svolto il Consiglio Generale CISL Lombardia, che ha eletto Fabio Nava come nuovo Segretario Generale, succedendo a Ugo Duci

Con lui in Segreteria sono stati confermati Roberta Vaia, Enzo Mesagna e Dino Perboni

Presenti all’incontro il Segretario Generale CISL Luigi Sbarra, che ha concluso i lavori e la Segretaria Generale Aggiunta CISL Daniela Fumarola

Di seguito l’intervento del neoeletto Segretario Generale:

Care amiche e cari amici,
prendo parola davanti a voi con il cuore pieno di gratitudine e di responsabilità. Mi appresto a questo nuovo incarico – credetemi – con profondo rispetto e con l’umiltà di chi ritiene che “ogni grande responsabilità, non sia nient’altro che una preziosa opportunità per servire”.
È così che ogni voto espresso nei miei confronti diventa per me molto più che un semplice segno di fiducia: è una chiamata collettiva, un impegno a rappresentare, custodire e amplificare la forza di questa nostra grande organizzazione.
Vorrei pertanto iniziare parlando proprio di ciò che rende speciale il nostro lavoro, ciò che lo distingue da qualsiasi altra esperienza professionale. Il nostro non è semplicemente un mestiere, e non è nemmeno solamente un incarico. È una vera e propria vocazione personale, intesa come la capacità di mettere sé stessi al servizio di qualcosa di veramente grande, qualcosa che riempie di senso il nostro agire quotidiano.
Essere parte della nostra comunità significa vivere un doppio impegno: quello verso chi rappresentiamo e quello verso di noi, perché non possiamo chiedere giustizia e dignità agli altri senza prima esercitarle noi stessi.
Il cammino che abbiamo davanti è complesso, ma non è nuovo. Ogni generazione, nella storia della nostra organizzazione, ha avuto il proprio tornante da affrontare e la propria sfida da vincere. Ma noi non siamo soli. Camminiamo sulle spalle di giganti: donne e uomini che ci hanno preceduto, che hanno avuto il coraggio di fare scelte difficili, di rischiare, di fallire e di rialzarsi. Oggi raccogliamo il loro testimone con lo stesso impegno e la stessa determinazione, consapevoli che, in questo contesto così articolato e complesso, dobbiamo saper tenere ben salda, come allora, la bussola dei nostri orientamenti.

Un pensiero speciale lo voglio dedicare a Ugo, che con la sua guida ha tracciato un percorso prezioso, chiaro e ispirato che mi impegnerò a provare a portare avanti, parafrasando una sua espressione, in continuità politica ma nella inevitabile diversità di stile (lui avrebbe detto carisma). Lo farò, ancora una volta, ‘Stando sul mio dritto…’ come diceva continuamente mia mamma, nella sua semplicità e timor di Dio di altri tempi e nel responsabile rispetto del posto di lavoro che, sin da giovane, mi ha trasferito e impresso mio papà.
Certo, dovrò altresì impegnarmi a studiare molto per provare a colmare tutte quelle lacune di cui sono consapevole, ma che sono sicuro, grazie anche al vostro aiuto e alla vostra comprensione, potrò nel tempo provare a superare o quantomeno limitare. E di questo voglio esservi riconoscente sin da ora
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Caro Gigi e cara Daniela, voglio dirvi grazie per il sostegno, ma soprattutto per l’amicizia. Non uso questa parola a caso: per me, l’amicizia è un valore fondante. È un legame che supera il semplice rapporto professionale e collaborativo, necessario per costruire una connessione significativa e trasformativa, è quel vincolo che ci spinge a concentrarsi su un progetto condiviso, a fare un passo in più e a mettere il cuore in ogni cosa.
L’elezione dell’undicesimo Segretario Generale della CISL Lombardia assume un significato ancora più rilevante nel contesto dei 75 anni della CISL e dei quasi 55 anni della nostra Unione Regionale, iniziata con il Congresso costitutivo del 1973. Sento, ma sono sicuro potrei dire sentiamo, ancora più forte il peso di questa responsabilità, soprattutto in vista dei prossimi itinerari congressuali, dove saremo chiamati a rinnovare il mandato del nostro gruppo dirigente. L’Assemblea nazionale del prossimo 11 febbraio, è un altro momento fondamentale per riaffermare la nostra identità e il nostro ruolo nel Paese, ben riassunta dall’iniziativa legislativa sulla partecipazione in attuazione al dettato costituzionale. Ma sarà anche l’occasione per tributare un doveroso saluto ad un grande Segretario Generale, un Segretario che, grazie ad una politica esercitata sempre “mettendoci la faccia e alla luce del sole” (non nei salotti bene o nelle lavanderie), ha reso questa nostra CISL orgogliosa, protagonista e soprattutto affidabile per ogni interlocutore.

Come già detto in occasione dell’ultimo Comitato Esecutivo nazionale, la Confederazione e la nostra USR sono strettamente unite nella volontà di superare questo complicato periodo, ricercando con responsabilità soluzioni ai problemi del Paese e lasciando volentieri ad altri le strade facili e le opposizioni sterili, del tutto ininfluenti, sulle decisioni dei poteri economici ed istituzionali. Dobbiamo avere grande cura della nostra complementarità perché, in un mare agitato, timone e vele devono saper lavorare in perfetta sintonia.
Per affrontare al meglio questo scenario dobbiamo ancorarci profondamente ai nostri valori, gli stessi che ci hanno contraddistinto e che ci hanno permesso, nei decenni passati, di rispondere con coraggio alle sfide del nostro tempo.
La responsabilità che ci è stata affidata non è un peso da temere, ma un’opportunità per scrivere insieme una storia nuova, in cui il fulcro del nostro lavoro e delle nostre azioni non sia la ripetizione di consuete modalità, ma la traduzione concreta di una visione, capace di interpretare le sfide che ci attendono. Perché per un cislino, la responsabilità non è solo un dovere organizzativo, è soprattutto un’opportunità per dare significato alla libertà e per contribuire concretamente al bene comune.
Lasciatemi condividere con voi una riflessione personale. In uno dei momenti più delicati della mia esperienza professionale, mi sono trovato di fronte ad una scelta: assecondare la strada più semplice e naturale o provare a trovarne una mia. Beh, ho scelto di fare ciò che ritenevo profondamente giusto, pur sapendo che sarebbe stato ben più impegnativo. Questa esperienza mi ha insegnato che il coraggio non è l’assenza di paura, ma la capacità di andare avanti nonostante essa. E, guardandovi negli occhi, sono sicuro che quel coraggio vive in ognuno di voi
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Viviamo un’epoca in cui tutto si muove con una rapidità vertiginosa: le dinamiche sociali, economiche, geopolitiche cambiano continuamente, e con esse cambiano anche i bisogni delle persone. Ma in mezzo a questa tempesta, noi rimaniamo per tanti un faro, un riferimento forte e riconoscibile. Perché la nostra missione è chiara: difendere e promuovere la dignità del lavoro, creare opportunità, ma soprattutto costruire un futuro migliore per chi verrà dopo di noi. Del resto, siamo da sempre una organizzazione che non si limita ad osservare i cambiamenti, ma li affronta.
Certo ci vorrà tutta la nostra intelligenza e tanto coraggio, perché come ha detto un attento sociologo ad un nostro recente appuntamento organizzativo, “se non siete intelligenti, non servite; se non siete intelligenti, lasciate perdere”.
Ed è anche per questo che, quando penso alla nostra CISL, la immagino come una grande comunità pensante (intelligente) e operosa (che agisce con coraggio). Una comunità che raccoglie al suo interno donne e uomini, giovani e meno giovani, con diverse esperienze e sensibilità ma accomunati da una stessa visione. Una comunità in cui ogni voce conta, in cui le differenze diventano ricchezza, in cui il confronto non è mai un ostacolo ma una risorsa. Una comunità che non si accontenta di rappresentare le contraddizioni, ma che si impegna a superarle, attraverso il dialogo, la contrattazione e la partecipazione.
E a bordo di questo nostro vascello, dove ciascuno assume la parte che gli è propria e assegnata, a me è chiaro come ci sia la necessità di far sentire tutti parte attiva e integrata delle manovre da compiere; le Unioni, le Federazioni, i Servizi, gli Enti e le Associazioni, alimentano il vento in poppa del comune impegno a produrre quel valore aggiunto utile a contribuire alla nostra iniziativa, rendendola coerente agli elaborati e ai deliberati, ma soprattutto conforme alla realtà. E la realtà, che ha sempre ragione, è molto impegnativa.

Viviamo in un territorio che abbraccia metropoli, valli, pianure e capoluoghi, e in ogni angolo di questa realtà portiamo avanti la nostra missione; tutelare al meglio i nostri Soci senza mai comunque distogliere lo sguardo dall’intera collettività. Questo impegno non si limita ai nostri dirigenti, operatori e delegati attivi, ma abbraccia anche chi, una volta in quiescenza, continua a dare il proprio prezioso contributo alla Società, in ruoli di supplenza ai bisogni delle famiglie per la carenza dei diversi servizi sociali e di supporto, sostegno e insegnamento a chi oggi intraprende la strada della rappresentanza sindacale.
Il nostro impegno, però, non può fermarsi qui. Dobbiamo avere il coraggio di guardare oltre, di immaginare un futuro in cui la nostra organizzazione non sia solo un luogo di rappresentanza, ma un vero laboratorio di innovazione economica e sociale. Dobbiamo essere capaci di offrire non solo risposte o soluzioni, ma soprattutto visioni e speranze.
E per farlo dobbiamo partire da ciò che ci rende unici: i principi in cui ci riconosciamo. L’autonomia, che ci permette di essere liberi nelle scelte. La contrattazione, che è il nostro strumento per incidere concretamente nella vita delle persone. La democrazia, che non è mai un dato acquisito ma un esercizio continuo, da coltivare e rinnovare ogni giorno.
A noi non basta essere presenti: dobbiamo essere preparati. Non basta reagire agli eventi: dobbiamo anticiparli. Non basta parlare di cambiamento: dobbiamo costruirlo.
È un cammino difficile. Ogni passo richiederà coraggio, impegno e una continua capacità di adattamento, ma ciò che ci motiva è proprio la certezza che, se insieme affrontiamo queste sfide con determinazione, se non ci limitiamo a difendere i nostri diritti ma li rendiamo vivi, concreti e per tutti, allora avremo davvero dato il nostro contributo a costruire una società più equa e giusta, una società che ha ancora un futuro.
Le crisi che stiamo cercando di attraversare sono qualcosa di più di un semplice periodo difficile. Sono una trasformazione epocale. Il mondo del lavoro è sotto attacco, le disuguaglianze sono in crescita e le necessità delle persone, le più vulnerabili in particolare, sono sempre più complesse e mutevoli. E noi non possiamo accontentarci di navigare tra le onde di questo mare in tempesta. Dobbiamo essere quelli che, con lucidità e determinazione, tracciano una rotta chiara, una rotta che ci conduca oltre la paura, oltre l’incertezza.
Dobbiamo essere il punto di riferimento per chi si trova smarrito, per chi è in cerca di speranza e di nuove opportunità.
‘Liberi e responsabili’ citava un bellissimo nostro manifesto diversi anni fa. Perché la responsabilità si esercita con libertà e nella libertà, nel mettersi in gioco nelle relazioni (anche rischiando), nell’alimentare riflessioni ed elaborazioni (che pur costano impegno, tempo e fatica), nell’innescare processi decisionali (anche quando non semplici o impopolari), senza mai contare sulle rendite di posizione e con tanto coraggio, che serve sempre.

Cara Daniela, la prossima settimana questa emozione spetterà a te; la Lombardia unita sarà lì a sostenerti convintamente con il suo voto, e da quel giorno sarà al tuo fianco durante i comizi per farti da scudo o anche semplicemente per passarti l’acqua, la Lombardia unita sarà lì per sorreggerti e aiutarti ogni volta che lo riterrai opportuno, la Lombardia unita sarà lì a chiederti un chiarimento ogni volta che non capirà, e sarà li ancora unita a domandarti, sempre nella lealtà e nella sincerità, un ascolto in più quando magari non condividerà. Lo farà non per la supponenza dei numeri, ma per la responsabilità che da quei numeri deriva, una responsabilità da esercitare non con inutili pretese ma con la forza delle idee e delle proposte che sono sicuro non mancheranno. Lo faremo insieme, e Dio solo sa quante altre volte mi sentirai (e mi sentirete) dire ancora questa parola.  
Permettetemi ora di delineare alcune direttrici che ritengo fondamentali per il nostro divenire: questi punti rappresentano non solo una risposta alle sfide attuali, ma anche una visione ambiziosa e concreta per il nostro domani.
Guardando l’andamento del reale potere d’acquisto dei salari di questi ultimi vent’anni e al progressivo allargarsi della forbice della diseguaglianza tra i ricchi, sempre più ricchi, e i poveri, sempre più poveri, credo vadano valorizzati i due strumenti più efficaci di cui disponiamo: la partecipazione e la contrattazione.
La partecipazione dei lavoratori alle scelte organizzative, gestionali e direttive, nonché agli utili delle imprese nelle forme che abbiamo declinato nella nostra proposta di legge che, giunta ora in Parlamento, non può e non deve essere svuotata o edulcorata (vedi i tanti, troppi emendamenti in corso).
E poi la contrattazione, cioè il recupero, in un tempo ragionevole, di valore economico tramite giusti e coerenti aumenti salariali legati anche ad incrementi di produttività, che deve vedere le nostre Federazioni ancor più protagoniste e soprattutto forze trainanti dell’intera azione sindacale unitaria.
Sul fronte interno, pensando ai nostri Caf, Inas, Ial e Uffici Vertenze, penso che sia necessaria una comune valutazione sui profondi cambiamenti di attività che i nostri Servizi sono e saranno chiamati a svolgere. Lo Stato e la sua amministrazione, ancorché con lo storico “lento piede” italiano, stanno ammodernandosi, velocizzandosi, migliorandosi tecnologicamente sempre di più, nella direzione di un rapporto e un servizio diretto al cittadino, con l’obiettivo di superare, quanto prima, il coinvolgimento dei cosiddetti intermediari. Il cambiamento di modalità, tempistiche e strumenti è in atto da tempo e prosegue spedito; è quindi forse il caso di introdurre una riflessione comune e una auspicabile riprogrammazione delle attività per non scoprire un giorno, magari neanche tanto lontano, che molto di quello che abbiamo fatto sino a oggi non serve più, con il correlato, non certo secondario, del destino delle migliaia di lavoratrici e lavoratori che operano nei nostri Servizi.
Infine, la storia ci ricorda che le grandi conquiste sindacali si ottengono sì con l’unità, ma anche con momenti di forti differenziazioni tra le organizzazioni confederali. Le ragioni e le cause dell’attuale profonda divaricazione di posizione tra CISL da una parte e CGIL e UIL dall’altra sono reali ed evidenti, al punto che mai come in questi ultimi anni è risultata così nitida la differenza tra i modelli sindacali delle tre più grandi confederazioni italiane. Penso sia indispensabile e non contrattabile la determinazione con cui vogliamo portare avanti le nostre lungimiranti idee, ma penso altresì che si possa anche provare, come fatto in altri tempi storici, a costruire ponti verso un possibile rientro di quanti in prima battuta non hanno saputo cogliere il valore delle nostre proposte, per tornare ad una possibile azione comune. La CISL deve saper guidare, nel solco di un autentico reciproco rispetto e nell’assenza di qualsivoglia egemonia, una ‘operazione verità’”’, ricercando un paziente e determinato percorso di avvicinamento, consapevoli che il declino economico e salariale richiede risposte sempre più difficili (e non solo sindacali).
‘Un nuovo Patto Sociale tra i Soggetti responsabili della Cosa Pubblica non è più solo un ideale, ma una necessità per fronteggiare le sfide del nostro tempo’.
Vorrei concludere con una citazione che a mio avviso rappresenta molto bene lo spirito di ciò che stiamo costruendo. Un libero pensatore francese scriveva: ‘Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere legna, dividere i compiti e impartire ordini. Insegna loro la nostalgia del mare vasto e infinito’.
Ecco, io credo che il nostro compito sia proprio questo: alimentare il nostro ideale comune, la nostalgia di un futuro migliore e la voglia di costruire qualcosa che vada oltre noi stessi, qualcosa che possa essere un faro per le giovani generazioni.
Grazie, dal profondo del cuore, per essere parte di questo viaggio. Grazie per la fiducia, per l’impegno, per la passione che mettete in tutto ciò che fate. Continuiamo allora insieme, con la stessa forza e lo stesso entusiasmo, quel tragitto comune che ci ha permesso di arrivare fin qui.
Grazie. Viva La CISL!!!

Il Consiglio Generale ha inoltre approvato all’unanimità l’intitolazione della Scuola Sindacale Permanente a Fabio De Marco, delegato FIT CISL Lombardia tragicamente scomparso lo scorso dicembre in un incidente in montagna