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Due sulla strada

Milano, 30.6.2015
 
REGIA: Stephen Frears  SCENEGGIATURA: Roddy Doyle  FOTOGRAFIA: Oliver Stapleton MONTAGGIO: Mick Audsley MUSICHE: Eric Clapton, Richard Hartley INTERPRETI: Colm Meaney, Donal O’Kelly, Ger Ryan, Caroline Rothwell, Brendan O’Carroll, Stuart Dunne, Jack Lynch, Linda McGovern, Laurie Morton, Eoin Chaney, Claude Clancy, Neil Conroy, Rúaidhrí Conroy, Meses Rowen PRODUZIONE: Lynda Myles per Deadly Films in associazione con Bbc Films e Fox Searchlight  DISTRIBUZIONE: Mikado Film   DURATA: 98 Min
Nel novembre del 1989, a Dublino, il fornaio Bimbo, con moglie e tre figli, viene licenziato. Dopo vane ricerche ha l’idea di comperare, con i soldi della liquidazione, un furgoncino per vendere pesce e patatine e coinvolge nell’idea l’amico disoccupato Larry. Nell’estate del 1990, quando l’Irlanda disputa i mondiali di calcio in Italia, gli affari sembrano andare a gonfie vele. Ma di fronte all’aumentare degli affari aumentano anche le incomprensioni fra i due soci.
Un film alla Ken Loach dove è in gioco il problema della disoccupazione ed il tentativo di uscirne attraverso una fallimentare imprenditoria privata. Un film anche sulla crisi del capitalismo e sull’amicizia che però rende inutile qualsiasi sogno di rivalsa.
 
LA CRITICA
 
” ‘Due sulla strada’ è più croccante e spiritoso nella prima parte, sulla musica martellante di Eric Clapton, e ha il merito di mettere in luce il talento esplosivo di Colm Meaney, il quale pur conservando in casa il ritratto di John Wayne assomiglia piuttosto a un altro attore fordiano, il ‘Traditore’ Victor McLaglen. Nell’arrivare in fondo con un po’ di fiatone, il filmetto perde in vivacità ma non in simpatia. (Tullio Kezich, ‘Il Corriere della Sera’, 14 dicembre 1996).
 
“Se la conclusione racconta la sconfitta d’un tentativo di mutare lavoro e status sociale, il film è così divertente, così poco lamentoso, tanto ricco di autoironia e vitalità, da restare in bilico sul confine sottile che divide la saga folcloristica sul carattere irlandese dall’epopea popolare di fatica, dolore, coraggio; e anche lo stile del regista Stephen Frears oscilla tra realismo e semplificazione, tra impegno sociale e piattezza cinematografica“. (Lietta Tornabuoni, ‘L’Espresso’, 19 dicembre 1996).
 
 “Dopo la rabbia dei figli, la solidarietà dei padri. Continuando a raccontare sullo schermo le avventure degli abitanti di Barrytown (a partire dai libri di Roddy Doyle, già all’origine di ‘The Commedians’ e ‘The Snapper’), Frears affronta il tema della sopravvivenza quotidiana attraverso le disavventure di due disoccupati, Larry e Bimbo. Ma non lo fa con la crudezza del pamphlet politico, piuttosto con l’ironia della commedia di costume. A Frears non interessa tanto la lettura sociologica di una situazione che affonda le sue radici in problemi vecchi di decenni quanto il risvolto umano che può nascere da questa situazione di bisogno”. (Paolo Mereghetti, ‘Sette del Corriere della Sera’, 19 dicembre 1996).
 
 
 
Terzo capitolo della “Trilogia di Barrytown” (dopo “The Commitments” e “The Snapper”), scritta da Doyle tra il 1987 e il 1994. “Due sulla strada” è meno riuscito di “The Snapper”, meno compatto e paradossale, meno ricco nella sfaccettatura dei personaggi e dei loro rapporti. Ciononostante, il suo dialogo è fulminante e la sua grinta proletaria è vigorosa. E comunque, ha un attore bravissimo (Colm Meaney) e una parte centrale irresistibile. (FilmTv)
 
“Fortemente connotata in termini nazionali, è una commedia ricca di personaggi vivaci e di trovate divertenti che non nascondono l’amarezza di una realtà sociale disagiata sulla quale incombe il problema della disoccupazione.” (M. Morandini)
 
Siamo nel periodo post-thatcheriana: il mondo non è cambiato, le fabbriche licenziano e  gli uomini trovano rifugio nei pub, bevono la birra e seguono con passione il calcio. Siamo nel periodo tra il 1989 e il 1990, con le partite della nazionale di calcio irlandese ai mondiali a fare da sfondo: è proprio grazie ai tanti tifosi che escono dal pub vicino che Bimbo e Larry iniziano a fare affari. Larry, però, è maldestro e poco affabile con i clienti, i suoi due figli chiamati a servire non sono di molto aiuto e il rapporto con Bimbo sembra rovinarsi per le tensioni e i litigi frequenti.  Ma l’esperienza non durerà a lungo, l’impresa fallirà e il furgone verrà abbandonato sulla melma della bassa marea. I diversi modi di affrontare l’esperienza dei due protagonisti – quella vitalistica ma improduttiva di Larry, quella nevrotica ma a suo modo efficiente di Bimbo – non hanno vie d’uscita; La realtà è sempre più forte e travolge ogni speranza di riscatto. La vita, però continua, nonostante tutto perché non manca mai chi resiste e si dà fare. Il film però scivola via, non si ferma in modo particolare su nulla: ci lascia intravedere la realtà   Questo scontro continuo con un mondo e una legge che non si vedono, rientra indubbiamente fra le cose del mondo che non piacciono a Frears, ma egli si limita a osservarle di lontano  Bravi gli attori che interpretano personaggi credibili e veri, mai banali.
Un cinema dalla parte della gente comune e rivolto alla gente comune. Un cinema umanista, a cui bastano pochi dettagli ben distribuiti nelle parti giuste – Larry e la figlia che cantano insieme nel furgone, ….  A Frears non interessa tanto la lettura politica di una situazione che critica quanto il risvolto umano che può nascere da questa situazione di bisogno Due sulla strada è più divertente e vivace nella prima parte, con la musica martellante di Eric Clapton, verso la fine perde un po’ di mordente ma non la simpatia. (Emilia De Rienzo)
 

 

 
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