Milano, 10.10.2019
Periodo interessante per gustare opere diverse e tutte al cinema in queste settimane. Basta citare il film di Tarantino “C’era una volta… a Hollywood”, un film sul cinema prendendo spunto dall’omicidio di Sharon Tate, sposa di Roman Polanski oppure il vincitore di Venezia “Joker” di Todd Phillips, un film da multisala che mescola spettacolo pubblico e problemi di una società degradata. Ma questa settimana vorremmo concentrarci su di un documentario che parla di Marghera, una zona industriale che ha visto sempre più avvicinarsi la fine del Petrolchimico. Il documentario è opera di Andrea Segre, si intitola Il pianeta in mare e mescola il ritratto di uno spazio di casette immerse nel verde con gli scheletri dei capannoni ed i chilometri di binari abbandonati e qualche insediamento nuovo dovuto alla introduzione dei servizi terziari. In questo contesto il regista ha degli incontri significativi che vanno dai manager agli operai stranieri ed inserisce le immagini di repertorio che raccontano la speranza della nascita, le lotte operaie e la precarietà del presente dove l’attività di costruzione delle navi da crociera è affidata soprattutto agli immigrati. Ne nasce un film “politico” che riflette sul cambiamento sociale ed ambientale ma anche sull’inserimento degli immigrati; tema che al regista di “Io sono Li” e “L’ordine delle cose” interessa particolarmente visto che buona parte delle sue opere si sono assunti il compito di dare voce agli stessi immigrati.