Film della settimana – Ken Loach e Checco Zalone

Milano, 7.1.2020

Il Natale ha visto, come da attese, buoni incassi da parte di Pinocchio e di Star Wars oltre che da parte de La dea fortuna di Ozpetek, ma la sorpresa del nuovo anno si chiama Tolo Tolo di Checco Zalone sul quale vale la pena di soffermarsi. Prima di parlare di Zalone è importante segnalare anche Sorry we missed you per la regia di Ken Loach, in classifica tra i più visti anche dopo le feste. Si tratta di un film che racconta lo sfruttamento del lavoro nel Regno Unito attraverso le vicende di una famiglia unita con due figli che, nonostante il lavoro di entrambi i genitori, non riesce ad avere una casa in proprietà. Per questo il marito decide di diventare un trasportatore freelance, entrando in un mondo dove precipita in una nuova forma di schiavitù. Il film si avvale del lavoro di sceneggiatura che nasce dalle testimonianze di molti trasportatori che rendono la vicenda molto coerente con la realtà tanto da sfiorare il documentario. Il regista infatti denuncia la condizione di precarietà in cui operano le persone e rende partecipe lo spettatore ti tale condizione stimolando un giudizio sul dio mercato in una realtà globalizzata. Un film che parla anche della dignità del lavoro come base dei rapporti familiari.

 

 

E veniamo al film di Checco Zalone, che parla di migranti e fughe dall’Italia. Costretto ad emigrare in Africa, a seguito di una guerra, il protagonista sarà costretto a tornare percorrendo la rotta dei migranti. Nel raccontare la vicenda Tolo Tolo (che significa “solo solo”) denuncia la fascistizzazione dell’Italia, la banalizzazione populista e l’egoismo oltre alla ipocrisia dell’italiano medio e della politica. Non mancano staffilate anche verso i migranti ed i buonisti, ma nel complesso si tratta di un film che racconta le dinamiche sociali del mondo contemporaneo e non è poco per un film che ha superato il milione di spettatori fin dalla sua prima uscita.
Insomma, forse si sta registrando un cambiamento anche nel cinema della stagione natalizia con la sostituzione dei film populisti con qualche titolo di qualità.