Film della settimana – Lazzaro felice

Milano, 3.7.2018

Film non totalmente riuscito ma intrigante questo Lazzaro felice diretto da Alice Rohrwacher. Si tratta di una fiaba fantastica ma non troppo che si è guadagnato un premio a Cannes per la sceneggiatura. Inizia una ventina di anni fa in una comunità di contadini sfruttati e trattati da schiavi. Questa prima parte deve molto ad Olmi sia come ambientazione che dal punto di vista tematico. Qui nasce l’amicizia tra il puro ed ingenuo Lazzaro (una figura zavattiniana) ed il figlio della marchesa sfruttatrice che simula un rapimento con intervento delle forze dell’ordine che arrestano la stessa. Una prima parte quasi ottocentesca come nell’Albero degli zoccoli che comunque ci rammenta come lo sfruttamento e la schiavitù sono ancora ben presenti nelle nostre campagne. Lazzaro alla fine di questa prima parte (a volte un po’ troppo ridondante) precipita in un burrone per ritornare vent’anni dopo, nell’epoca attuale, come uomo e lupo sempre ingenuo perché fisicamente e caratterialmente non è cambiato. E’ il mondo che non è più quello contadino ma quello nel quale gli stessi personaggi continuano ad essere ai margini della società utilizzando l’italica arte di arrangiarsi. Un film che provoca un certo effetto di straniamento ma che rimane dentro per alcuni momenti poetici ed incantati. Senza appunto dimenticare le problematiche sociali odierne.