Hungry Hearts

Milano, 22.01.2015
 
Una relazione che nasce in una toilette newyorkese dove la puzza la fa da padrona tra una ragazza italiana ossessionata dalla purezza ed un giovane americano che tale puzza ha provocato non poteva che essere generatrice di conflitti, e quando nasce un bambino tale conflitto degenera nonostante l’amore della coppia. Il bambino infatti, nell’ossessione della madre, va protetto dal mondo esterno, medici compresi ed alimentato con cibi vegani anche se ciò provoca il deperimento del piccolo. Hungry Hearts è l’ultima prova di Saverio Costanzo,  che già si era fatto apprezzare con opere quali Private ed In memoria di me, film nei quali l’anomalia si inseriva in vicende che avrebbero potuto o dovuto essere quotidiane ma sono caratterizzate dall’estremismo. Estremismo che si ritrova in questo film interpretato da Adam Driver ed Alba Rohrwacher, giustamente premiati all’ultimo festival veneziano. Estremismo che purtroppo tende ad estendersi nella nostra società anche nei rapporti di coppia o genitoriali. Da questo punto di vista questo “thriller” dice molto sui nostri condizionamenti e sull’uso dei figli per condizionare gli altri. Un film che ha diviso il pubblico che comunque non lo ha premiato ma che andrebbe invece recuperato per la capacità del regista di descrivere a cosa porta quando sentiamo i figli come nostra proprietà.