La gente che sta bene

Milano, 17.2.2014
 

 

A volte anche le migliori intenzioni provocano una parziale delusione. E’ il caso de La gente che sta bene di Francesco Patierno regista premiato, una decina di anni fa, come miglior esordiente al David di Donatello  ma che non ha poi mantenuto le promesse fino in fondo. La commedia, interpretata da un Bisio sopra le righe e logorroico, è un buon ritratto della crisi: quella crisi che colpisce anche chi si ritiene protetto e senza scrupoli licenziando i collaboratori più deboli. In questo caso si parla di un avvocato milanese che appartiene alla buona società, la gente che sta bene. Peccato che la famiglia sia tutt’altro che felice: la moglie (un’ottima Margherita Buy) tenta inutilmente un dialogo col marito, la figlia preadolescente è una ribelle in erba ed il piccolo simula morti  continue. In questo contesto arriva la perdita dell’impiego e l’affannarsi a non cadere verso il basso. Un ritratto quindi di ciò che è diventato un paese che si è illuso di potersi sempre arrangiare. Peccato che alla puntuale descrizione dell’ambiente non corrisponda una sceneggiatura così esaltante e venga venduta quella che in realtà è una tragedia come una commedia forzando situazioni per arrivare ad un finale improbabile.